giovedì 16 ottobre 2014

Special guest: bomber Galbio scrive per noi!


UGANDA – OTTOBRE 2014


Da un paio di mesi è iniziata la mia seconda stagione con Inter Campus, è soltanto il mio nono viaggio e ho già l’onore di scrivere su questo blog. Mettere per iscritto la mia esperienza è per me qualcosa di nuovo, o meglio, penso sia dalle elementari che non faccio una cosa del genere, quando mi chiedevano di descrivere la gita di classe; mi verrebbe quindi da scrivere tutto quanto “a cuore libero” in pieno stile Forneris (ciao Lollo!) ma prendo spunto dalla struttura dei diari di Silvio e cerco di imitarlo (grazie prof!).

ESORDIO
Pur essendo stato nei mesi scorsi in Marocco e Tunisia si tratta della mia “prima” Africa, sì perché a detta di chi viene in queste zone da una decina o più anni (Albe e Max) è proprio questa l’Africa vera. La sera prima della partenza vado a letto tardi, dormo poco, la sveglia suona alle 4 e parte la solita lunga giornata trascorsa tra aeroporti e aerei.

BENVENUTO
Naggalama, Saint Joseph School, trecento o più tra bambini e bambine, tutti in nerazzurro, una trentina tra maestri e allenatori, la direttrice Mrs Josephine, tutti aspettano il nostro arrivo e ci riservano un’accoglienza splendida; mi tocca anche dire due parole (in inglese) davanti a un pubblico del genere, ma nonostante l’enorme emozione tutto fila liscio, la nostra visita parte con il piede giusto. Gabri, alla vista di così tanti bambini davanti a me mi sei venuto in mente tu e il tuo gioco del delfino: fatto in un contesto del genere sarebbe passato alla storia; infatti Albe alla prossima visita mi ha detto che ti porta con lui…

CAMPO
I pomeriggi trascorsi in campo con i bambini volano via velocissimi; l’educazione e attenzione che ho trovato qui non le ho mai viste in nessun altro paese fino ad oggi (ok, ne ho visitati solo otto); così tutto è più facile: ascoltano, capiscono subito, eseguono, si divertono; sono anche molto validi tecnicamente, chiedere di più è difficile.

AULA
Sapevo che Albe avrebbe dominato la scena, ma penso sia giusto così, abile con l’inglese, approfondita conoscenza di tutti gli argomenti e grandi capacità comunicative; probabilmente otterrebbe l’attenzione anche di mia mamma che di calcio preferirebbe non sentirne parlare mai. Riesco comunque a ritagliarmi qualche spazio, il mio inglese non è così fluido ma i concetti passano, sono chiari; rimango così abbastanza soddisfatto dei miei interventi, certo, si deve in ogni caso migliorare un sacco.

COACHES
Gli allenatori locali, Fred, Ben, Francisco, i vari Michael, Alan, Junior, Peter e tutti quelli che mi dimentico; bravi, dimostrano serietà e competenza sia in campo sia fuori dal campo, hanno fame di migliorarsi ogni giorno e fanno tutto con grande passione. E’ proprio la passione che li spinge ad essere tutti i pomeriggi sul campo con i bambini e un atteggiamento del genere fa la differenza. Qualche difetto però ce l’hanno anche loro: partita finale tra tutti i misters, un 8>8 abbastanza confusionario; la maggior parte di loro è un po’ scarsotta tecnicamente, disordinata in campo e spesso tenta di “rubare” rimesse laterali, angoli o punizioni. Quando poi gli ricordi che devono essere un esempio per i bambini che allenano riconoscono le loro colpe.

SUPER ALLENAMENTI
Sono otto i chilometri che separano il campo d’allenamento dall’African Village dove alloggiamo; decidiamo di farli di corsa dopo l’attività pomeridiana con i bambini. Primo giorno, grosso affanno, corsa continua tra discese e salite interminabili, sono costretto a vedere Albe sempre in fuga davanti a me. Si migliora il secondo giorno tra 1000 metri e tabata. Arrivo a dare il meglio l’ultimo giorno con l’allenamento alle 7 del mattino sulla forza intermittente. In contemporanea, qualche chilometro più a nord, Juri e Silvio asfaltavano le strade della Russia, mentre qualche chilometro più a est Gabri stabiliva il nuovo record cambogiano sulla maratona, giusto?

RINGRAZIAMENTI
Potrei fare un elenco interminabile di persone e scrivere accanto ad ogni nome il motivo del mio “grazie”. Però, visto che prima o poi mi sarebbe toccato dirlo o scriverlo lo faccio qui, adesso: da uno che è nato con il cuore rossonero, da uno che è cresciuto con in testa soltanto Sheva, da uno che si emoziona ancora tanto quando vede super Pippo esultare, udite udite… GRAZIE INTER!!!

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