lunedì 30 settembre 2019

RUSSIA 2019

RUSSIA 2019
Finito il “congedo parentale”, finito il lungo periodo a casa per accompagnare la nuova arrivata nel suo inserimento in questo folle mondo e per aiutare Silvia nella sua super precisa gestione delle bimbe, rieccomi con le chiappe appoggiate al seggiolino scomodo di un aereo. Direzione Mosca. Dopo quasi tre mesi riparto e non nascondo le difficoltà, oltre ad una certa emozione. Difficoltà perché stare a casa e vivere per un periodo così lungo una normale routine casalinga, con quotidiani ritorni a cena, week end tutti per noi (squadre permettendo) e sveglie sempre nello stesso letto, mi ha fatto conoscere e apprezzare cose che normalmente vivo per brevi momenti, a cui non ero abituato e che un po’ mi sono anche piaciute; emozione perchè…be’, perché è stato bello vedere Anna, Silvia e Margherita tutti i giorni e stare con loro più tempo possibile, ma il viaggio, la missione, è qualcosa che è parte di me, di cui in parte sentivo la mancanza, e ritrovarmi nuovamente immerso nelle sensazioni che mi accompagno da 15 anni…mi emoziona, ancora una volta. Preparare le sedute, pensare agli allenatori che andremo ad incontrare e a ciò che proveremo a condividere con loro, ragionare sugli obiettivi da raggiungere per rendere sempre più “utili” gli allenamenti per i nostri bambini, per aiutarli ad uscire un po’ dal loro contesto, dalla loro situazione, organizzare le giornate, per poi stravolgerle sempre per questo o quell’improvviso cambiamento della situazione, insomma, vivere un viaggio inter campus mi mancava. Il viaggio…noi siamo allenatori da viaggio, lavoratori da viaggio, non possiamo essere considerati come normali impiegati da ufficio, ogni tanto impegnati all’estero. Naaaa. Il fulcro del nostro lavoro è il viaggio, è quello che riusciamo a fare, a programmare e poi a realizzare quando siamo in Africa, Asia, sud America che sia. È la missione. Per quanto sia bello restare a casa con le bimbe, credo di avere ancora bisogno di tutto questo. Nonostante tutto. Sotto allora con la missione Russia. Una volta atterrati a Mosca ci attendono dodici ore di treno per coprire i circa 600km che separano la capitale da questa città così vicina al confine con l’Ucraina e una volta li, domani mattina, abbiamo subito un incontro con gli allenatori per fare un po’ il punto della situazione. Insomma, subito a mille. Buon viaggio, allora, mister.