mercoledì 29 agosto 2018

Nostalgia canaglia

Nessuna missione, nessun viaggio infinito in un Paese sperduto sul pianeta terra questa volta.
Il campo del mondo di cui voglio raccontare è quello di Monza, di Oggiono, di Olginate, di Bellusco, di Caravaggio, di Caronno, di Arcore, è quello dove tutti gli anni, in questo periodo più o meno, ricominciavo a correre, a sudare, a giocare, in vista dell'inizio della stagione. Ed è il campo che nonostante ormai per me siano diventati diversi gli anni senza calcio, continua a mancarmi tantissimo. Più delle partite della domenica, più degli allenamenti settimanali; più dello spogliatoio, dei compagni. Il ritiro, la "preparazione", come la si è sempre chiamata, è la cosa legata alla mia storia d'amore col calcio che più mi manca.
Si iniziava sempre prima della data fissata per la ripresa a correre, per rimettersi in forma, per mantenersi in forma, e presentarmi così subito pronto, carico e...titolare. Già, titolare: l'ossessione per la maglia numerata dal 2 all'11 accompagnava ogni mia corsa, ogni mio sforzo, ogni mio allenamento e per questo motivo puntavo sempre ad arrivare a fine luglio, inizio agosto, già pronto. Pronto per poi buttarmi in campo con gli altri e iniziare a condividere anche con loro perle di sudore e fatica, ma anche risate, momenti difficili, divertenti...insomma, lo spogliatoio. Tornare a vivere lo spogliatoio. Insieme a compagni con cui avevo già condiviso il campo, con nuovi, o a volte partendo completamente da zero, senza conoscere nessuno, se non per averli incontrati da avversari nei campionati precedenti, ma con i quali dopo due corse, dopo i primi due test, sembrava di aver già giocato per anni insieme.
Insieme ad allenatori conosciuti o nuovissimi, mai visti prima, o già scontrati, coi quali iniziare la nuova avventura, cercando di capire seduta dopo seduta il loro pensiero, il loro progetto (quando c'era un progetto, visti i personaggi...) e provando a influenzare le loro idee il prima possibile.
Insieme a magazzinieri e accompagnatori vari coi quali stringevo subito legami (chissà perché, ma ogni stagione i primi con cui legavo erano i personaggi storici che sono da sempre al seguito di tutte le squadre del mondo) e con i "fisioterapisti" (personaggi unici, tipici del mondo della serie D o dell'eccellenza).
Insieme a tutte queste nuove persone con le quali vivere i giorni in montagna, sede dei vari ritiri, e le prime partite stagionali (la mitica coppa Italia di fine agosto), con le quali ogni anno iniziavo una nuova avventura, coi suoi alti e i suoi bassi, ma che mi ha sempre permesso di giocare, giocare e ancora giocare. Certo, a volte ho dovuto prendere delle decisioni che mi hanno portato a non fare le cose che facevano gli altri, i miei amici, come passare i sabato sera a casa, o in ritiro, mentre loro erano in giro per locali; troncare le mie vacanze per rientrare e riprendere gli allenamenti in vista dell'inizio della stagione; dedicare il 26 di dicembre al campo, o ancora il 1 gennaio alle 10:30 allenamento, mentre tutti erano ancora con le gambe sotto il tavolo o alla festa di capodanno; tutte cose che...rifarei subito, che non chiamo rinunce, perché mi permettevano di essere su quei campi, insieme ai miei compagni. E mi mancano un po' ancora oggi.
Rimangono nel cuore le stagioni a Bellusco, a Caravaggio, a Caronno, insieme a persone, non solo giocatori, straordinari, coi quali ho diviso campo, certamente, ma anche qualcosina in più, quel qualcosina che mi è servito a crescere, ad imparare, a diventare un po' quello che sono, anche come allenatore, e che mi hanno lasciato ora questa nostalgia per quei campi, per quelli spogliatoi puzzolenti già al secondo giorno, per quegli allenamenti che magari ora considero improponibili, ma che allora svolgevo...volando.
Che bello che è, era ormai, giocare a calcio.

giovedì 2 agosto 2018

PICTURES


NEL MEZZO DEL NULLA, UN CAMPO.


LA PALLA CHE RIMBALZA È UN INVITO DIFFICILE DA DECLINARE: TI PIEGHI SULLA GAMBA D'APPOGGIO, APRI IL BRACCIO OPPOSTO AL CALCIANTE E COLPISCI CON FORZA VERSO LA PORTA, MA...


...QUALCOSA VA STORTO E IL PALLONE VIENE RECUPERATO DALLE "FRESCHE FRASCHE" SOLO DOPO ATTENTE ED ESTENUANTI RICERCHE.


SI TORNA COSÌ A GIOCARE.