venerdì 18 gennaio 2013

Israele 2013

17 gennaio

Oggi l'allenamento fisico e' stato soppiantato da quello spirituale, "altRettanto impoRtante", dice il mio parmense Amico Silvio, visto che alle classiche corse mattutine per le vie di Nazareth, oggi abbiamo preferito camminate lungo il fiume Giordano, nel punto dove Gesù fu battezzato, lungo il lago di Tiberiade, percorso a piedi dal nazareno, e a Cafarnao, dove si trova la casa di Simon Pietro e la prima Sinagoga dove il Cristo predicò da adulto. Insomma, un bel percorso mistico ha riempito la nostra mattinata, accompagnati da Rodrigo, allenatore Israeliano di origini cilene con cui parlo in un misto di inglese e spagnolo, e da suo cugino Erik. Rodrigo...che spettacolo! Israeliano di passaporto, trasferitosi qui a sei anni,  ma ancora profondamente sudamericano, per cui più aperto al mondo esterno, socievole, incline al casino, votato al divertimento... insomma sudamericano! Con lui posso parlare delle lacune del progetto e del limite esagerato legato alla divisione insuperabile, al momento, tra i due "mondi", senza timore di risposte stereotipate, studiate a scuola tipo calciatore nel post partita. Lui e' puro, vero e la sua mentalità, la sua visione delle cose non si discosta molto dalla nostra, per cui  in lui vedo un possibile elemento di apertura, una leva su cui far forza per scardinare il muro dell'indifferenza e cercare di iniziare a lasciare il segno anche da queste parti. Lasciare il segno perché anche oggi dopo la gita, rientrati in campo, gli allenamenti cui abbiamo dato forma si son rivelati utili per me e per Lore, divertenti per i bambini, utili per il loro miglioramento nel breve, ma allenamenti spot, senza una vera logica, un vero macro obiettivo che li ha guidati, allenamenti un po' fini a se stessi, come più o meno tutti i nostri interventi in questa parte del mondo, che non portano ad una crescita degli allenatori e del loro bagaglio tecnico, ma si limitano all'esperienza del bambino due volte l'anno.
Insomma, anche oggi e' emerso il nostro solito limite. Finito il nostro allenamento, ci siamo trasformati da mister a giocatori, poiché Samra ci ha invitato a rimanere sul campo, questa volta nelle vesti di giocatori, per svolgere una seduta con la sua squadra, la Juniores, come la chiamiamo noi. Finalmente dopo aver "dato" tanto calcio, ora godo io direttamente delle bellezze di questo sport! Per due ore, quindi, calcio a buone intensità attraverso buone proposte, anche se migliorabili e senza un vero obiettivo (pensavo ai miei 96 mentre ero in campo e cercavo di immedesimarmi in loro, nelle loro esigenze, nelle loro interpretazioni delle proposte, visto che le esercitazioni di Samra erano giochi che aveva visto da noi negli anni, per cercare di capire cosa evitare e su cosa invece insistere), ma comunque due ulteriori ore di divertimento, i mezzo a ragazzi la cui lingua mi e' totalmente sconosciuta, ma coi quali son riuscito a comunicare grazie alla lingua universale della sfera di cuio! Ennesimo spettacolo. Ad allenamento concluso Samra ci invita nello spogliatoio per mangiare con loro una pizza, ma la telefonata a Silvia nel giorno del suo colloquio mi salva da questo picco glicemico deleterio e mi tuffa nel suo fiume di entusiaste parole, per il successo della sua giornata: mitica Si!
Alla sera, dopo la cena in un locale vicino alla "fonte della Madonna", una fonte d'acqua poco distante dalla casa di Maria, dove si dice Lei raccogliesse l'acqua appunto, piccola disavventura della giornata: trenta minuti in attesa di un taxi, fuori dal ristorante, mai arrivato! Aspetta, aspetta, aspetta, rubiamo un passaggio a Paul, un cameriere del locale dove siamo appena stati, gentilissimo  ed estremamente disponibile a non farci rimanere a piedi, nel centro della città,  ci carica in macchina e ci riporta qui, sotto queste coperte, fuori fa freddissimo, dentro la stanza d'hotel dove siamo alloggiati e da dove sto scrivendo per l'ultimo resoconto Israeliano. Grande Paul. Ora pero dormo: son cotto e domani altra giornata campale. 
Un ultimo pensiero, però: auguri Chiara, nipote sportiva. E dieci!

mercoledì 16 gennaio 2013

Israele 2013


15 gennaio 2013

Madonnina che scarsi! Così tanti bambini e tutti così scarsi insieme son difficili da immaginare, figurati da allenare. La cosa peggiore, poi, e' che non solo sono scarsi dal punto di vista tecnico, ma hanno anche gravi lacune dal punto di vista motorio e dal punto di vista educativo-comportamentale; cacchio, addirittura non conoscono le regole di base o, cosa peggiore, si rubano palla tra compagni di squadra durante la partitella per andare alla conclusione. Madonnina! Oltretutto questa situazione, se comprensibile, ma non giustificabile, per quel che riguarda i bambini di Jaffa, mi risulta assurda per quanto riguarda quelli di Migdal HaEmek, che fanno tutti parte di una scuola calcio: che cacchio fanno durante gli allenamenti? Botte da orbi e libero sfogo degli istinti? Come e' possibile che i bambini, allenandosi due volte a settimana, mostrino ancora così tante lacune? Sarebbe bello intervenire e aiutarli a migliorare, ma...cacchio, non si riesce e di fronte a questa situazione, tutte le volte, avverto un enorme senso di frustrazione come allenatore Inter Campus, perché una situazione così disastrosa e' l'ideale per noi; e' questa la situazione che vogliamo, quella tipica dei nostri paesi prima del nostro intervento, dove possiamo dar forma nel migliore dei modi ai nostri corsi, attraverso cui accompagnare allenatori e bambini nel "magnifico mondo della sfera di cuoio", aiutandoli così a migliorare un po' le cose, per lo meno in campo, invece...gli allenatori non partecipano alla formazione (non tutti...), quando scendiamo in campo questi se ne vanno e ci lasciano li, coi loro bambini, quando noi non ci siamo non fanno allenamento insieme le due parti, ma si guardano bene dal collaborare. Insomma, tutto l'opposto di ciò che da ormai quattro anni proviamo a realizzare! Ma non si molla, certo, quello mai, anzi, devo trovare altre vie per arrivare all'obiettivo,  però ci son delle volte, come oggi, che mi sembra tutto inutile. Max prova a consolarmi, dicendomi che comunque, anche se in brevi momenti e solo quando siamo qui, le due parti si incontrano e giocano insieme (che fatica riuscire tutte le volte a creare le squadre miste!!!), ma cacchio, più di così non riusciamo a fare ancora. 
Beh, amen: per adesso va così. Prima o poi ce la faremo a dare la svolta. Certo, non fin quando sarà Raz a gestire le cose, ma prima o poi ce la faremo.
Frustrazione a parte, la giornata e' stata comunque positiva: grande allenamento mattutino, col buon Lore a seguirmi, e in campo abbiamo testato un'esercitazione pensata in Calva e definita in mattinata, divertendoci e divertendo, rimanendo comunque soddisfatti del lavoro svolto e aggiungendo così un altro gioco al nostro archivio di esercitazioni. Peccato solo non poter giocare, perché la partitella e' slittata a domani. Non vedo l'ora!
Ora breve pausa e poi cena, questa volta a Nazaret Illit, sotto la solita, sapiente guida, di Max; ieri aveva gran ragione, visto che il posto, già testato in precedenza, e' stato ottimo sotto tutti gli aspetti. Vedremo questa sera.

martedì 15 gennaio 2013

Israele 2013

14 gennaio 2013

Credo che Lore non abbia mai fatto tanto sport in vita sua come oggi! Il fatto che i bambini siano a scuola la mattina e che gli allenatori non siano disponibili se non nel pomeriggio, ci permette di essere in piena libertà tutta la mattinata, fino alle 13 e quindi...corsa, corsa, forza, addominali, prima degli allenamenti pomeridiani. Spettacolo! 
Non posso nascondere il fatto che mi dispiaccia non poter portare avanti il progetto anche qui come in tutto il resto del mondo Inter Campus, ma la situazione politica, e non solo,  ci impedisce di lavorare in aula con i due gruppi uniti sotto lo stesso tetto, per cui, viste anche le negative esperienze pregresse (vero Juri???), con Raz in continua polemica e gli allenatori arabi vessati e quasi esclusi dall'arroganza degli altri, da due anni abbiamo deciso di dedicarci al solo campo, mischiando almeno durante le nostre sedute bambini dell'una con bambini dell'altra parte. Non vuole questa essere una scusa, perché probabilmente qualcosa in più potremmo fare, o almeno provare a fare, ma un sacco di volte mi son fermato a riflettere su come cambiare le cose, su come poter intervenire, su quale stratagemma utilizzare per riuscire ad adeguare anche questo progetto al resto del nostro mondo e tutte le volte sono arrivato a un nulla di fatto, non trovando niente di valido  da realizzare e così...mattinata libera e allenamento di qualità!
Dopo la "vacanza" mattutina, però, eccoci pronti e carichi in campo, con i nostri previsti 40 bambini...seee, 40 crediamo noi! Il mitico Raz estrae dal cilindro l'ennesima perla e ci "consegna" 90 bambini, smaniosi tutti di scendere in campo con me e Lore, quindi i campi già preparati e le esercitazioni studiate la mattina durante il circuitino di forza finiscono velocemente nel cassonetto delle cose da fare e magicamente in 5 minuti strutturiamo una nuova seduta di allenamento, utile a soddisfare la voglia di calcio della giovane ed inaspettata folla arabo/israeliana: dividiamo così i bambini in mini gruppi di 10/12, un mini gruppo con me e uno con Lore, e ogni 15 minuti cambiamo mini gruppo, per arrivare alla fine a dar vita ad un torneino, coinvolgendoli tutti contemporaneamente in campo. Alla fine tutto si svolto nel migliore dei modi, con grande intensità in ogni esercitazione e coinvolgimento generale, non solo da parte di chi era in campo, ma anche dei compagni in attesa dei loro 15 minuti di gioco e, a parte il torneo finale ridottosi a due partite contemporanee 10 contro 10, usciamo dal campo contenti e soddisfatti del lavoro svolto. Ad attenderci nello spogliatoio c'è il mio tanto amato caffè arabo e un the con un erba mai "annusata" prima, zhoffa mi sembra di ricordare, buonissa e rinfrescante, servitici dai nostri amici allenatori, ma solo quelli di una parte: gli altri avranno avuto da fare e sono già andati, senza preoccuparsi di noi e senza salutarci. 
Ora doccia ristoratrice e cena nella Nazareth araba, la parte vecchia della città: io consiglio un posto vicino alla Basilica dell'annunciazione, ma qui l'esperto per i cibi e' Max, quindi mi rimetto alla sua volontà. Domani più o meno stesso menù di oggi, con in più una partitella dopo gli allenamenti. Meglio di così...

lunedì 14 gennaio 2013

Israele 2013

ISRAELE
14 gennaio 2013

Finalmente rieccomi in viaggio! Dopo una lunga, lunghissima sosta, la più lunga da quando ho iniziato il mio pellegrinaggio in neroazzurro, si riparte. Certo, non nascondo che stare a casa con Si per più di un mese e' stato bello, bellissimo, ma mi mancavano i campi del mondo e da domani tornerò a calcarli. 
Israele e' la meta, questa volta, Nazareth se vogliamo essere precisi, per un progetto che cerca di mettere sullo stesso campo di gioco bambini israeliani e bambini arabo/israeliani, ad inseguire lo stesso pallone. Non e' la prima volta che vengo  qui, anzi siamo già alla quinta, e so già che l'impresa e' ardua, perché fin quando siam qui noi le cose vanno come vorremmo, ma non appena lasciamo la "terra promessa" ecco che i due mondi tornano a separarsi, ma vale la pena tentarci tutte le volte e così dopo un viaggio di quasi dodici ore (certo che se i biglietti li facciamo prendere alla ditta che ci sponsorizza quaggiù, la Nilit, e' scontato che cerchino i voli più economici e quindi con più scali, maledetti!) eccomi a Nazareth, pronto domani con Lorenzo a scendere in campo e a riprendere da dove avevo lasciato le cose ormai quasi sei mesi fa. Qui non prevedo una parte teorica con gli allenatori, perché unire in aula arabi ed israeliani adulti e' impossibile e i precedenti tentativi son stati tutti fallimentari, ma voglio concentrare il lavoro sul campo, cercando attraverso il gioco, di avvicinare i bambini delle due parti, cercando di farli collaborare, farli unire con lo scopo del gol e magari riuscire così a sensibilizzarli un po' gli uni nei confronti degli altri. Utopia? Forse, ma la sfera magica può tutto! Domani vedremo, domani si  riparte!!!