venerdì 31 maggio 2013

Post Polonia

Post Polonia

Rientrato dalla gelida Cracovia non ho trascorso nemmeno 72 ore a casa e son subito ripartito, questa volta per una meta extra Inter Campus, questa volta per vedere altri al lavoro e osservare come svolgono il loro lavoro sul campo e capire come e se potremo in futuro tornar loro utili. Eccomi dunque quassù, ossia a Macolin, un paesino di montagna poco "sopra" Basilea, a circa 900 metri di altezza, un vero e proprio paese dei balocchi!!! Per lo meno per qunato mi riguarda. Il paesino infatti e' completamente dedicato allo sport, accogliendo strutture di primissima qualità ove praticare qualunque tipo di sport, dallo sci di fondo all'atletica leggera, dal nuoto al bob, dal salto con l'asta a, ovviamente se no cosa sarei qui a fare, il calcio! Spettacolare! Non può non assalirti una irrefrenabile voglia di sport in questo luogo: tutto e' studiato per lo sportivo, dalle mense che servono solo cibi naturalissimi, alle stradine nel bosco che ti segnalano ogni cinquanta metri lo spazio percorso (utilissime segnalazioni quando corri), dall'hotel dove alloggiamo con il letto dotato di materasso ortopedico, alle sale disperse per il territorio dedicate a studiare lo sport; insomma, se pinocchio ha avuto bisogno delle giostre e dei biliardi per dimenticare totalmente i consigli del suo grillo parlante, a me son bastate queste mega strutture per farmi perdere la ragione!
In più il nuovo progetto messo in piedi da questa nuova agenzia delle nazioni unite, uno scioglilingua da pronunciare UNOSPD, e' un ampliamento di Inter Campus, un Inter campus generale, dedicato a tutti gli sport, rivolto a giovani ragazzi del mondo volenterosi che, grazie alla formazione sportiva ricevuta, potranno diventare punto di riferimento per intere comunità attraverso il loro impegno nello sport. Certo, forse un po' superficiale, troppo generico quel che ho visto riferito al calcio, ma comunque interessante e importante formare sempre più persone allo sport, per sfruttare pienamente l'enorme potenziale educativo sotteso a tutte le attivitàsportive. E noi, Inter Campus, vestiremmo a pennello i panni dei formatori per quanto riguarda la parte dedicata al calcio, per cui potrebbe essere possibile, valutando aspetti legati all'organizzazione che certo non mi competono, nella prossima stagione essere coinvolti in questa nuova, affascinante avventura. Altro spettacolo!

domenica 12 maggio 2013

Giorno 3

Mattinata all'orfanotrofio di...cazzo, se utilizzassero qualche vocale i polacchi sarei anche in grado di ricordarmi i nomi dei posti dove faccio allenamento!!! Invece più che vocali, z, y, e w non buttano dentro il loro vocabolario e così diviene per me impossibile ricordare i nomi dei posti! Ieri ho letto il nome di una via: 9 lettere, due sole vocali!!! Va da' via il cu!!!
In ogni caso, non ricordo il nome, ma in quell'orfanotrofio è stato proprio bello, toccante; non tanto l'allenamento, divertente e coinvolgente per tutti, maschi e femmine, seienni e quattordicenni insieme (un rebelot!!!), pur su di un campo tipo villa reale a settembre, quanto il post, il pranzo vissuto con loro, la partita a ping pong con alcuni di loro, le quattro parole che siam riusciti a scambiarci nel nostro esperanto. Insomma, l'extra campo mi ha toccato più del campo questa volta; 'sti poveri ragazzi/e costretti in questo posto, bellissimo per carità, un po' isolati, ma soprattutto senza nessuno vicino, nessun adulto oltre ai vari educatori, ad accompagnarli nella loro vita, pochi segnali di affetto, poco abituati a sentire abbracci o carezze (Victor, un nano di sei anni cercava in continuazione il contatto, la mano, l'affetto), poco abituati al calore famigliare. E a quel punto mi son reso conto una volta di più del culo che ho!!! Mamma, papà e i miei mille fratelli sempre con me, da sempre e per sempre; mi han cresciuto, mi ci son scontrato, mi hanno aiutato, mi hanno sostenuto e ora mi guardano da lontano nel mio cammino con Silvia, pronti a tutto per me, tutte cose che Goscia, Victor, Martin, Daniel neanche riescono a immaginare. Si, si, che culo!
Domani è la festa della mamma, quindi non c'è occasione migliore per mandarglieli dallo lontana, neanche tanto rispetto al solito, Polonia: auguri Mamma!

sabato 11 maggio 2013

Giorno 2

Con questi ritmi mi sembra di essere tornato ai tempi delle scuole calcio estive a Pinzolo, dove tra allenamenti, servizio ai tavoli, animazione e allenamenti miei non si aveva mai più di dieci minuti al giorno di libertà, fino alla sera, quando con Gabri ci si tuffava alla bocciofila per grandi e fresche birre in compagnia, prima di riprendere a 200 all'ora il giorno seguente.
La differenza qui la fa la birra che manca sulla tavola, perché padre Ralph-Silvio e il vegano purificatore non sono propriamente dei compagni da birra, quindi acqua e succhi a go go, ma nemmeno un Weiss finora. Per il resto però ci siamo: anche oggi mille allenamenti, dopo la splendida, anche se "invasiva", come l'ha definita il prof, seduta mattutina al parco qui vicino, con bambini dello Jadwiga e i ragazzi del riformatorio di Krakow e proprio quest'ultimo è stato per me oggi il più stimolante, il più interessante, tra quelli fin qui realizzati. Ragazzi di 16/17 anni, come i miei della Calva,  che hanno la possibilità di giocare a calcio seguiti da un allenatore solo da quando sono entrati a far parte di Inter Campus; ragazzi con mille problemi, all'apparenza aggressivi, con tanta rabbia, indisciplinati, ma che con una palla oggi son stati "domati" e guidati in un bellissimo, almeno per me, allenamento ricco di contenuti non solo tecnici; ragazzi che i hanno dato modo di pensare, riflettere e migliorarmi come allenatore nel corso della seduta, grazie alle loro difficoltà e ai loro limiti.
Al termine della seduta il direttore ci ha detto di non aver mai visto quei ragazzi così attenti, concentrati, rispettosi di regole e coinvolti in un'attività, e a me è sorto naturale un gran quesito: la divisa, il simbolo che portavo, portavamo, oggi sul petto, quanto ha inciso? Quanto il marchio Inter ha contribuito a render mansueti questi ragazzi? Fossi sceso in campo, campo per modo di dire, con la divisa della Calva, avrai ottenuto gli stessi risultati? Boh, non so che rispondermi, ma una volta mi piacerebbe fare questo esperimento e scendere in campo in una realtà Inter Campus senza i "miei" colori addosso (solo una volta però: son troppo fiero di quella maglia!), per vedere cosa riesco a ottenere, fin dove riesco a portare i ragazzi, per capire quanto il mio lavoro è determinato dalla forza, dal fascino della società che rappresento e quanto da ciò che realmente sono io, da quanto so fare con loro e per loro in campo. Al momento non so rispondermi, anche perché al momento sono piuttosto stanchino. E domani si riparte, stesso menù: allenamento mattutino col prof e poi via, campo, campo, campo. Spettacolo!

giovedì 9 maggio 2013

Polonia giorno 1

Maremma sbudellata, come direbbe il grande Pihardi, che giornata intensa!!! 4 allenamenti, due a Jadwiga, uno nell'orfanotrofio di Kazmir e uno finale in un altro orfanotrofio fuori Krakow e ora sono a pezzi nel letto. Certo, riconosco che milioni di altri lavoratori ben più seri e indefessi del sottoscritto vivono quotidianamente questo senso di spossatezza, dovuto a lavori ben meno divertenti del mio, ma in ogni caso al momento mi sento stanco! L'allenamento col prof di questa mattina ( è sempre uno spettacolo viaggiare con Silvio! Si riescono sempre a fare dei super allenamenti, che mi aiutano a tenermi sempre in forma, contento e soddisfatto della mia condizione atletica) ci ha messo del suo, se proprio vogliamo vederla tutta: quel lavoro di forza, unito alle ripetutine sui 400-350-300 e 200, hanno lasciato il segno nelle mie gambe, pur mettendomi il sorriso fin di prima mattina (già, perché per riuscire ad allenarci, siam dovuti uscire alle 7.30, cazzarola!), permettendomi così di affrontare con grande serenità tutta l'intensa, intensissima, giornata.
4 allenamenti, si diceva, con 4 squadre di differenti età: 2006-2003, quindi mista 99-00 e 01, per concludere con un'altra mista, questa volta di ragazzi ancora più grandi. Ognuna di queste squadre con le proprie caratteristiche, le proprie abilità (non so bene quali abilità, visto che tutte e quattro si son dimostrate un bel raggruppamento di pippe, ma comunque qualche abilità l'avranno anche loro) e le proprie specifiche problematiche e questo saltare da un'annata all'altra, da una capacità all'altra, tutte le volte mi devasta fisicamente. Il Prof dice che spendo un sacco in campo, che è come se mi allenassi io ed effettivamente quando esco dal campo son sempre provato, per cui quando dal terreno di gioco esco quattro volte nello stesso giorno, è normale che mi senta distrutto, ma in più il cambio di età da un allenamento all'altro, quindi il cambio di registro, di atteggiamento, di richieste, di proposte, accentua questa mia dispersione di energie. Ma meglio così: quando, se mai succederà, uscirò dal campo fresco come una rosa, spero che avrò la lucidità per fermarmi e pormi importanti domande, perché credo che sul campo sia fondamentale dare tutto se stessi, specialmente in campo per Inter Campus e quindi con bambini diciamo "particolari". Ora però cedo, mi casca la penna...no, il Mac dalle gambe: devo dormire. Domani si riparte: stesso menù, dall'allenamento delle 7.30, fino a quello finale, domani in riformatorio, delle 18. Altra giornata campale, quindi, ma altra giornata, mi auguro, stupenda.

Ritorno in Polonia

Via, si riparte: dopo giusto il tempo di disfare lo zaino, lavare due robe, stare un po', poco, con Silvia, giocare un paio di partite, rieccomi in viaggio, questa volta direzione Polonia, Cracovia. 
In realtà la mia metà sarebbe dovuta essere il Paraguay, ma voleri più grandi dei miei mi hanno dirottato da queste parti, lasciando a un'altra occasione il mio ritorno ad Assuncion con Julio Gonzales e tutto il gruppo inter campus paraguagio. 
Non son deluso, sia chiaro: la palla e la maglia son sempre le stesse, e rivedere Olek e tutti i bambini dello Jadwiga dopo 3 anni esatti, visto che l'ultima mia apparizione da queste parti risale proprio al maggio 2010, è un'idea che mi piace; inoltre, considerando che qui il progetto sta prendendo una nuova strada che voglio conoscere bene, per capire come potremo muoverci in futuro, la mia presenza qui è più che motivata, per cui...Julio, ci vedremo tra un po', perché anche da te voglio tornare. Già, dove non vorrei tornare? Campi da calcio, maglia neroazzurra e campo dalla mattina alla sera: anche il Pakistan mi andrebbe bene (a Silvia, magari, un po' meno, vista la situazione in quella parte di mondo).
Via, dunque, con il 14esimo viaggio della mia stagione 2012/2013, con un programma intensissimo di allenamenti mattutini e pomeridiani e con un progetto che per me ha bisogno di una piccola sferzata, ma che da 10 anni accompagna in questa splendida città centinaia di bambini nel loro cammino di crescita e sviluppo. Gimdobre Polska!

lunedì 6 maggio 2013

Uganda 2013: altre immagini


I due figli di Marco a spasso coi Mzungo


osti, mi sa che la taglia xl bambino non mi ci sta più...



Samuel!!!


Piccolo, grande dono della scuola di Aber, subito indossato e usato per allenarci!

Uganda 2013

28 aprile

Dopo la serata danzante insieme ai circa cento bambini dell'orfanotrofio e le solite richieste di palloni e divise neroazzurre (come biasimarli), rieccoci in marcia, direzione Kampala per poi questa sera ripartire verso casa.
E così la savana riprende a scorrere fuori dal finestrino, con qualche babbuino, qualche cercopiteco a riempire il paesaggio, oltre alle sparse capannine di fango e paglia e alle migliaia di persone che continuano a camminare, nessuno sa per dove e perché.
Già, gente che cammina a bordo strada in mezzo al nulla e naturali domande che sorgono nella mia mente, relative alla vita possibile per un bambino nato da queste parti, che crescerà circondato da natura selvaggia, senza o con scarsa istruzione scolastica, con la città più vicina posta a circa cento km (città...villaggio com energia elettrica e l'ospedale) e un futuro più o meno scritto nei campi coltivabili intorno alla sua capannina, con qualche sporadico contatto con un mzungo di passaggio e con un mondo la fuori, assolutamente lontano, distante da quello in cui vivrà lui. Quale quello reale? Quale quello realmente a misura d'uomo? Li guardo, a volte gioco anche con questi bimbi che si avvicinano ai nostri centri, e osservando, constatando le nostre vite così distanti, non riesco ancora a capire dove sta il giusto, dove sta la vera realtà.
Telefonino, internet, tv satellitare, macchina, moto, bicicletta, vestiti estivi e invernali, scarpe eleganti, sportive, casual, da calcio e da corsa...oppure...un paio di calzoni e una camicia, una capanna di fango, niente luce, un fuoco, cibo coltivato o cacciato, pescato, lotta strenua e quotidiana con malattie e animali di vario genere, rapporti di profonda collaborazione con "i simili" e una mente incentrata sull'ora, sull'adesso, senza pensieri su quel che sarà. La via di mezzo, il compromesso, sarebbe l'obiettivo da raggiungere, a mio modo di vedere, ma una volta che ottieni una delle comodità mzunghe diventa difficile fermarsi, rinunciare a qualcosa in più che mi possa rendere più comoda l'esistenza, quindi tutto si complica e si rischia, da queste parti, di osservare uomini che scimmiottano altri uomini, cercando cose che non gli appartengono, perseguendo la costruzione di una realtà che non è, non può, non deve essere la propria.
Rimango così sopraffatto da dubbi, domande e pensieri, godendomi viaggio dopo viaggio questo splendido contrasto, invidiando un po' questa realtà e, chissà, preparando la testa per un futuro diverso...Silvia acconsentendo!!!

mercoledì 1 maggio 2013

Uganda 2013


27 aprile

Meno peggio di quanto pensassi ieri; alla fine, infatti, son riusciti a organizzarsi quasi come gli avevamo chiesto, pur raddoppiando il numero dei bambini previsti per la mattina, per cui siam riusciti a lavorare abbastanza bene per tre ore filate, con tutti i bambini presenti coinvolti nelle varie esercitazioni proposte. E proprio durante una di queste mi son fermato a riflettere: cazzarola, questi bambini non sono abituati a pensare, ma proprio per nulla; agiscono, fanno quello che gli si dice, eseguono, ma se si tratta di ragionare un attimo, se solo si esce un secondo dallo schema mentale assimilato, vanno in crisi. Una semplice esercitazione coi colori, oggi, li ha mandati in tilt: dovevano partire al richiamo,  ogni fila legata a un colore,  e inizialmente mi son limitato a chiamarli in ordine, da destra verso sinistra, e fin li tutto bene...be', oddio, bene: sono un po' scarsotti, ma diciamo che almeno abbiamo da lavorare ed è per questo che siamo qui. Il problema è sorto quando ho iniziato a chiamare i colori, quindi non partivano più secondo l'ordine di prima, ma a caso, secondo la mia volontà, magari anche due volte di fila lo stesso gruppo: panico!!! Bloccati, non partivano mai, aspettavano che qualche illuminato capisse e suggerisse, prima di azzardarsi a fare una mossa, abbassando così drasticamente l'intensità dell'esercitazione, limitando un po' il divertimento a essa legato e...cazzo, dandomi da pensare. Immediato, quindi, il mio volo a quel che mi diceva Marco ieri sull'asilo dove vanno i suoi due bimbi (Francesco e Samuel, adottato qui quest'ultimo: uno, anzi due, spettacoli): lezioni frontali, io parlo, tu ascolti, poco spazio al gioco, al divertimento, grande autorità, non autorevolezza, ricercata dai maestri; quando poi arrivano alla primary i bimbi si ritrovano in classi da 100, si cazzo 100 alunni, per cui la lezione non può che essere frontale e di scarsissima qualità, quindi il risultato non può che essere questo. Tu dici, io eseguo, ma se devo pensare cosa e come fare, vado in crisi. Nessuna colpa loro, quindi, ma un'occasione in più per far qualcosa: l'allenamento può diventare momento utile per allenare anche la mente, la riflessione, il pensiero, oltre che il corpo, quindi...sotto ad allenare questi ragazzi. Armandoci di pazienza, tanta, tanta pazienza.