lunedì 11 settembre 2023

Le ferie...più o meno

 AGOSTO DI VIAGGI

Quando sono in montagna a camminare mi riapproprio, anche se solo per poco, pochissimo, di quello che dovrebbe essere il normale, comune, umano scorrere del tempo: ore e ore che trascorrono nel tuo muoverti da un punto all’altro, attraverso impervie salite, o dolci pendii, con lo sguardo catturato da un panorama sempre incredibile in questo lato di Italia, libero di fermarti ad ammirare una cima, oppure un fiore, o, come ci è capitato, una volpe guardinga. Senza ansia, fretta, senza il dovere di arrivare entro un certo tempo, un certo orario, ma semplicemente godendo di ogni passo, di ogni attimo, di ogni esperienza. Devo ammettere che con le due nane al seguito forse il tempo si è un po’ troppo dilatato (soste ogni tre metri per vedere questo o quel fiore, questa o quella farfalla, questa o quella pianta…un po’ troppo, si), ma nulla riesce a riconnettermi con me stesso come le nostre gite estive. Solo che poi mi ritrovo con un senso di malinconia e un bisogno di cambiamento che faccio fatica a gestire. Quest’anno come non mai. Già, perché quest’estate è stata una estate a singhiozzo, con continue partenze per missioni in giro per il mondo e repentini rientri malpensa-velturno per tornare ad immergermi nel mood vacanziero, per cui ho vissuto un contino “entrare e uscire” da quel concetto di tempo sopra descritto, rendendo ancora più difficile da accettare il ritmo quotidiano che mi, ci, viene imposto, lontano dalle Dolomiti. Prima il Marocco, tre giorni super full, poi il Ghana, 5 giorni frenetici, quindi la Malaysa, altri 5 giorni senza un attimo di respiro e ora Puerto rico. Tutto in un mese, tornando a respirare solo quando atterravo a Malpensa e “volavo” letteralmente lassù, sui monti dalle e con le mie donne.
3 viaggi, il quarto è ora in corso essendo in questo momento in aereo direzione san juan, diversi tra loro, 3 esperienze come sempre uniche, 3 momenti di riflessione e di domande.
Marocco, nuovo progetto extra football for school, con 70 allenatori provenienti da 30 paesi del mondo, in campo parlando in inglese, switchando repentinamente al francese, per buttarci anche qualche parola in portoghese per gli amici brasiliani; ma essenzialmente dimostrando nel linguaggio più universale del mondo, il calcio, una serie di esercitazioni divise per fasce d’età e concentrandomi sulle modalità di gestione della seduta. Il tutto trattenendomi in campo dalle 9 circa del mattino alle 19, più o meno. Not bad.
Ghana, lancio del progetto fifa football for school nella capitale, Accra, una delle città più “ingaraffata” come si dice in Angola, ossia incasinate per il traffico, tra quelle fin qui da me conosciute nel continente nero. 15 km circa dall’albergo al centro tecnico federale in non meno di un’ora, tutti i giorni, per incontrare e formare circa 50 allenatori/professori di educazione fisica provenienti da tutto il paese. Traffico a parte (utile per farmi delle dormite supplementari…) come sempre l’Africa mi regala i momenti migliori: la gente che incontro è sempre di una allegria, di una spensieratezza contagiosa, per cui le giornate passano sempre leggere, veloci, divertenti, pur “devastandomi” dal punto di vista fisico. Sveglia alle 6, allenamento, ore 8 partenza dall’hotel, ore 9:30 inizio corso, ore 18 fine. Così tutti i giorni, fino al torneo finale, che si è concluso alle 15. E io alle 19 son ripartito per tornare in Italia…si diceva della frenesia?
Torno da Accra, malpensa-velturno, tre giorni e rieccomi in aeroporto, questa volta direzione Kuala Lumpur, KL come dicono loro. Altro mondo, altra gente, altro modo di rapportarsi a me, di intendere il calcio, di vivere l’allenamento. Ci si adatta, si vivono altri giorni full, full, full e super divertenti. Sono da solo, creo un bel legame con tutti e 35 gli allenatori, mi metto completamente a loro disposizione e le giornate, intensissime, volano, ma spero lasciando loro qualcosa di importante per portare avanti il progetto. Riparto, mi rimetto in macchina e questa volta accuso un po’ di jet leg: sei ore di differenza un po’ le sento la prima notte, ma non c’è tempo per far nulla: domani Silvia deve tornare a monza a lavorare e io mi fermerò qui con le bimbe. Tre giorni per riconnettermi, anche se senza Si, prima di…ora. Di nuovo in volo, direzione San Juan, Puerto Rico.
Dopo queste ferie, ho bisogno di ferie!!!