sabato 19 luglio 2014

Petite Afrique

Camerun, disperato Camerun.

A volte mi piacerebbe assistere alla costruzione di alcune cose che incontro nei miei viaggi in questa parte di Africa, per capire che cacchio passa nella testa del lavoratore quando da' forma a certe insensate opere! Come diavolo fanno a non rendersi conto dell'errore, del madornale errore, della superficialità del lavoro svolto, dell'inutilità dell'opera realizzata: scale con i pioli storti, scale di casa con i gradini di lunghezze diverse o a distanze diverse, finestre con apertura verso l'interno poste dietro le porte di ingresso della casa, anch'esse rivolte verso l'interno, porte di casa storte e tagliate, riadattate agli spazi che avrebbero dovuto chiudere, sedie a tre gambe (queste però volutamente a tre gambe, in modo che gli alunni costretti a usarle per sedersi non possano addormentarsi, pena la caduta) e ora una mensola posta venti centimetri sopra il lavandino del bagno! Venti cm, così non riesci a lavarti i denti sporto sopra il lavandino, non riesci a lavarti la faccia, non riesci a fare un bel nulla di ciò che dovresti esser comodo fare in un bagno, con un lavandino! E questa "genialità", divertente fin quando tratta oggetti e cose, la ritrovi in un mucchio di altre situazioni, non necessariamente materiali, ma anche in comportamenti, modi di fare o modi d'essere, che ti lasciano perplesso per la loro stupidità, per la loro inutilità e che però, ahimè, condizionano la società, ne limitano le possibilità di crescita, ne bloccano il cammino verso la vera, reale emancipazione dallo sfruttatore bianco, che fino al 1960 ha fatto di questa terra il suo illegittimo regno. Un paese, questo, stupendo, con gente bellissima, con grandi ricchezze naturali e paesaggi di ogni tipo, dal deserto alle spiagge oceaniche, ma che anno dopo anno si sta rovinando, divorato dall'interno da questa stupidità di fondo che porta con se corruzione, illegalità e avidità. Anno dopo anno perché mi rendo conto ogni volta che torno che la situazione invece di migliorare peggiora sempre più, a differenza degli altri paesi africani parte della famiglia inter campus che, nel loro piccolo e con le loro poche forze, cercano e riescono almeno un po' a migliorare; perché, mi chiedo ogni volta. Forse perché l'eterno presidente Paul Bylla, vecchio e senza successore, sembra ormai arrivato alla fine e la sua presa sul paese si sta un po' allentando, lasciando così spazio alla ricerca di potere e denaro di tutti gli altri uomini di stato e via via scendendo la scala sociale, di tutte le persone, facendomi pensare ora che la corsa al potere potrà, sperem de no, scatenare seri problemi anche nel pacifico Camerun. Di fronte a questa oscura previsione, il nostro ruolo educativo/formativo diviene, per me, ancora più importante, ancor più di responsabilità, per cercare di aiutare a crescere bambini con valori morali ed etici che vadano oltre il franco camerunese (scambiato con l'euro 650 a 1), che un giorno se non calciatori saranno sicuramente adulti.

venerdì 18 luglio 2014

Corse camerunesi.

Correre per vivere!

Ieri niente corsa, quindi oggi si raddoppia: sveglia alle 6.30 e via, per le strade umide della città, per la nostra prima dose quotidiana di piacevole sudore, attraverso ripetute a razzo, con mini recuperi. Come mi, ci, piace allenarci. Nei viaggi come a casa, la corsa, il sudore, la fatica sono divenuti bisogni primari, che se non soddisfatti ci segnano negativamente la giornata, non c'è niente che possa sostituirli. Una volta corso, tutto diventa più facile: sei tranquillo, sereno, rilassato, concentrato e pronto ad affrontare positivamente la giornata. Di ritorno dall'allenamento col prof si parlava proprio di questo: una giornata senza sport non solo è impensabile, ma allo stesso tempo avrà meno possibilità di essere serena e vissuta positivamente e così un viaggio senza le nostre corse quotidiane ci paleserebbe sicuramente più problemi, non saremmo capaci di gestire tutto, non saremmo in grado di convivere con tutte le situazioni un po'...particolari, che, normalmente, in quanto Inter Campus, ci troviamo a fronteggiare. Quali situazioni? Be', il letto sfondato e non proprio pulitissimo, la luce del soffitto che ti crolla d'improvviso sul "sacro talamo", il geco che ti tiene compagnia in stanza...tutto ciò che rende unico inter campus, ma che senza allenamenti diventerebbe pesante dopo un po' di giorni. Invece...si corre, si fatica, si bruciano energie e tutto diventa, come deve essere, norma di viaggio. Negli ultimi anni poi che questo mio bisogno ho iniziato a condividerlo con Silvio, il mio prof preferito, tutto è diventato ancora più bello: con lui l'amicizia è nata...di corsa, bruciando chilometri e chilometri a Pinzolo, tutte le mattine, durante le inumane scuole calcio estive; anno dopo anno si è rafforzata anche al di fuori della fatica condivisa, pur rimanendo legata fortissimamente alla nostra comune necessità di correre e ora che lui ha iniziato a viaggiare con più frequenza si sta cementando...ripetuta dopo ripetuta. Nostro obiettivo ora è riuscire a trascinare nella corsa tutto lo staff tecnico inter campus! È troppo importante star bene fisicamente, per il nostro lavoro. Capito Gabri? Uomo avvisato...

giovedì 17 luglio 2014

Dal prefetto...

E due

Maledetto prefetto e maledettissimo sindaco! Quando Francis mi ha annunciato che dopo allenamento saremmo dovuti passare per un saluto ufficiale dal sindaco, sospettavo la fregatura, ma la realtà è andata ben oltre le mie nefaste previsioni. E appena entrati in casa tutto mi si è materializzato davanti, vedendo con le portate in fondo alla stanze e le mille e più bottiglie di birra sul tavolo, allontanarsi  sempre più la nostra corsa quotidiana. Maledetto, tutti li ha invitati: prefetto, capo della polizia, comandante della polizia, secondo e terzo sindaco(perché qui tutti devono mangiare una fetta di torta, un po' come da noi, quindi la città ha tre diversi municipi e quindi tre diversi sindaci); tutte le più importanti autorità di Nkonsamba riunite per salutarci e offrirci la cena...alle 18.30 della sera!!! Invece di essere a correre lungo i saliscendi della città, eccomi a schivare le birre sostenendo di essere astemio e a mangiare riso e fagiolini, col piment, riuscendo a fare a meno della pasta e del pesce essiccato, che tanto piace in questa parte di mondo. Va be', rosicata a parte per il mancato allenamento, in fin dei conti è stato divertente essere ospiti in questa casa e sentire i discorsi super cerimoniosi dei vari invitati e le mezze minacce di quel raccatta tangenti del prefetto. Mezze minacce perché il furbone ha preteso i nostri documenti, voleva che ci presentassimo in questura per spiegare chi siamo e cosa siamo venuti a fare e, ovviamente, per dargli un po' di argent, non si sa per quale motivo, ma siccome non ci siamo presentati, tutti i pericoli del Camerun ci pioveranno addosso! Solo passando da lui potremmo evitare i problemi, trovando i suoi uomini in nostro soccorso prima ancora che il pericolo si sia manifestato (così ha detto, l'ubriacone!!!)! Geniale. La fame d'argent di questa gente stimola la fantasia all'ennesima potenza e li spinge a realizzare queste messe in scena pietose per spaventare l'uomo bianco e guadagnarsi la sua benevolenza e il suo denaro.
 Peccato per te, caro prefetto, che noi abbiamo "super Francis" con noi, l'unico svizzero nero della storia, un africano innamorato della sua terra, dedito al lavoro per crescerla, migliorarla e strapparla dalle mani avide del nassara (il bianco) e di quegli africani, come te, che altro non fanno che pensare a se stessi e al proprio arricchimento nell'immediato. Mi spiace proprio dirti che quest'uomo di quasi 60 anni non cade, non è mai caduto e son certo mai cadrà nelle subdole trappole tese da avidità e  corruzione, in cui tanti sono cascati e da cui troppi non sono mai riusciti a fuggire.
Francis è...Francis!!! Un altro splendido uomo di Inter Campus!

martedì 15 luglio 2014

Inizia il corso

Si comincia!

Passata la notte, siamo pronti per iniziare: gli allenatori sono arrivati, l'aula è allestita, si può dare inizio al corso di secondo livello, per allenatori che già hanno seguito i nostri corsi, dedicato a "come essere allenatore inter campus: consigli pratici, metodologici per la gestione della seduta d'allenamento". Via allora e già solo l'inizio, l'ingresso in aula, è un'emozione: Gerrard, Thomas, Arseine, Domeniqua...tutti i presenti sono allenatori già incontrati nel mio cammino in inter campus, sono ragazzi con cui sono già stato a Limbè, o a Esekà, o a Bertuà, o a Mbalmayo, o, o, o...sono tutti ragazzi conosciuti, vecchi amici che ho la fortuna di incontrare due volte l'anno e tutte le volte è una bella emozione. Che svanisce, però, in fretta: c'è un sacco di lavoro da fare e non ci si può, non si deve perder tempo. E allora si parte: 4 ore filate di lezione, con grandi interazioni, con grande partecipazione da parte di tutti, perché a noi non piace fare i professori; i nostri corsi sono scambi di opinioni, di idee, legate al mondo dell'allenamento e quando abbiamo a che fare con allenatori cresciuti con noi, partiti da zero e oggi veri e propri mister, le cose da dire sono tantissime e le ore volano senza che ce ne si accorga, permettendoci ogni volta non solo di lasciare qualcosa, ma anche di prendere qualcosa, che ci aiuti nella nostra crescita. E non è sciocca, banale retorica: ogni volta, finito il corso, sento di aver appreso qualcosa in più, di essere cresciuto un po' e oggi come non mai ne ho un estremo bisogno. L'anno calcistico, infatti, mi ha prosciugato e mi sono reso conto che durante questa stagione le mille cose complementari all'allenamento che ho dovuto curare hanno limitato, se non del tutto annullato, le mie occasioni di miglioramento, di crescita. In particolar modo la gestione dei genitori in Calva, quest'anno, mi ha annientato e ,mi son reso conto solo ora, tanti limiti della mia squadra, dei miei ragazzi, non sono stati da me correttamente affrontati, gestiti e allenati per causa mia, troppo preso dal genitore 2004 che non vuole lasciare il figlio fermo quando non è schierato in campo, dalla mamma 2006 che vuole giocare più partite, dal papà 2001 che vuole che si faccia correre in allenamento il figlio e da un sacco di altre cazzate con le quali ho avuto a che fare quest'anno. Ma ora, qui, con i "miei" allenatori, tutto ciò che ho perso, posso recuperarlo, con loro e con i miei compagni di viaggio, tra aula e campo. Dopo le 4 ore in aula, infatti, c'è il campo ad attenderci e li mi scateno (sbagliando, credo a posteriori): con Fabio e Silvio decidiamo di suddividerci la seduta, ma...non ce la faccio! prendo in mano i bambini nella fase iniziale, li porto con me attraverso diverse varianti a sperimentare movimenti e gestualità per loro nuove, li accompagno in analitico, li abbandono solo per un momento a Fabio, per poi rituffarmi nella seduta e guidarli fino alla partita finale. meno male che avevo detto che mi sarei fatto da parte. va be', sarà per domani...
Alla fine dell'allenamento tocca a noi: garmin al polso, via!!! 1000, tabata, 1000, tabata, 1000, con recuperi mini e tempi record per me (secondo tabata 1160 metri!)! Grandissimi. Sarà l'aria del Camerun, sarà la "mia" Africa a ritemprarmi così?

lunedì 14 luglio 2014

Primo giorno a Nkongsamba

Primo giorno a Nkonsamba

La notte dura troppo poco e prima ancora di essermi accorto di sognare, rieccomi desto, pronto per affrontare il primo giorno africano.
Pronto...più o meno. Sono infatti un po' in coma; anche Francis se ne rende conto e continua a dirmi che devo riposare, sfruttando la mattina libera, in attesa che i nostri allievi arrivino (gli allenatori che devono arrivare insieme in pulmino da Yaoundé), ma il richiamo della corsa e troppo grande e poi il prof preme per far una sgambata: posso mica lasciarlo andare da solo! Naaaa. Quale miglior riposo di un allenamento col prof, per collaudare il nostro nuovo Garmin? Via, allora: calzoncini, canotta e si parte, a testare le strade della città col nostro primo allenamento: 3 volte i 1500 mt. Il problema è che qui è tutto un saliscendi e dopo il primo in salita che sembrava non finire mai, siamo già belli in coma! Ma non si molla e allora via con gli altri due che, complice anche il tratto in discesa, volano a 3.36 di passo, con un sentito grazie da parte dei quadricipiti, super sollecitati nei tratti in pendenza! Stanchi, ma felici, eccoci pronti per accogliere gli allenatori, ma...sorpresa! Non arriveranno prima delle 18: un guasto al pulmino ha rallentato la loro marcia e le 5 ore prevista per la traversata Yaoundé-Douala si trasformano in un tempo indefinito. È la maledizione di Nkonsamba che non lascia scampo. O almeno così credono da queste parti, Francis compreso: questa città è avvolta da un alone di negatività e qualunque evento, situazione, si debba realizzare da queste parti, va incontro ad imprevisti e colpi di sfortuna vari che ne limitano la riuscita positiva. "È così. Non possiamo farci nulla", dice il nostro amico camerunese. E va be', rassegniamoci, grattiamoci un po' i testicoli (Terque quaterque. testiculis tactis, dicevano i romani e mi insegna Max) e cerchiamo di dare ancora più del solito per contenere la maledizione e far si che il nostro corso porti comunque benefici ad allenatori e bambini della città!
E nel frattempo andiamo a farci un giro esplorativo del posto, per vedere un po' dove siamo capitati!

venerdì 11 luglio 2014

Verso Ngongsamba

Arrivo a Nkonsamba.

Scesi dall'aereo  e sopravvissuti al girone dantesco rappresentato dall'aeroporto di Douala, con la sua ressa infinita al recupero bagagli, le sue centinaia di portatori che ti obbligano a dribbling di Garrinchana memoria per riuscire a tenere nelle tue mani zaini e borse varie, la sua onnipresente folla in pressing costante per entrare (che si atterri al mattino o alla sera, appena fuori le sale dell'aeroporto, ci sono sempre, ma proprio sempre, centinaia di persone tenute a bada dai poliziotti, che premono e fremono per entrare...chissà perché e a che scopo), ci ritroviamo in breve pronti ad un altro viaggio, questa volta in macchina. La nostra meta, infatti, dista da Douala. dove siamo atterrati, circa 200km, che copriamo con il mitico e più che fidato Francis, immediatamente, in modo da essere pronti e opearrivi già domani mattina, in un vero e proprio viaggio della speranza! Borse, zaini pieni di materiale per i bambini, valige, materiale vario per la formazione: il land cruiser di Francis straripa e una borsa, un secchio (immancabile il secchio di plastica in Africa) e uno zaino mi fanno stretta compagnia per tutte le 3ore e 20 di viaggio, cadendo, spostandosi, muovendosi, ad ogni frenata, dosso o ripartenza del nostro mezzo. Fastidiosissimi! Non contento, poi, nel buio del parcheggio dell'aeroporto, decido di sedermi esattamente sopra il coso delle cinture di sicurezza, costringendomi a tenere le chiappe strette per tutta la durata del viaggio, per evitare eventi spiacevoli e per nulla gradevoli. Insomma, un incubo, oltreché una continua minaccia alla mia eterosessualità. Milioni di buche dopo l'inizio dell'incubo, centinaia di bestemmie dopo, finalmente arriviamo all'agognata meta, la città di Nkonsanga, che però a quest'ora non riusciamo a distinguere, avvolta com'è nell'abbagliante oscurità tipicamente africana! Qui si che il buio è buio vero! Non come la nostra mezza finzione, sempre corrotto com'è da questo o quel bagliore artificiale. No, no, qui non si scorge nulla, tutto è avvolto dall'oscuro e poderoso manto nero della notte, squarciato solo dai fari delle macchine di passaggio come la nostra. Lasciamo a domani, quindi, la nostra curiosità, per dedicarci ora al meritato sonno: in fin dei conti sono le due di notte e domani si comincia! Morfeo, arrivoooo!

giovedì 10 luglio 2014

Ritorno in viaggio!!!

Nkonsamba 2014

Si riparte! Dopo una lunga, lunghissima sosta forzata, rieccomi in volo.
Una sosta durata un mese, dovuta a un ricovero in ospedale per una sospetta malaria magicamente trasformatasi in rosolia grazie alla sapienza dei medici dell'ospedale di Vimercate, che mi ha fatto saltare il viaggio a Cuba e mi ha tenuto ai blocchi di partenza per il periodo più lungo, da quando lavoro per Inter Campus. Già, perché nemmeno quando ancora giocavo e viaggiavo "a lettere d'incarico", ossia appena iniziato, nel lontano 2005, riuscivo a fermarmi così tanto, visto che tra una missione e l'altra non trascorrevano mai più di 20/25 giorni. Invece questa volta la sanità nazionale è stata più potente dell'agenda viaggi...o è stata Silvia a manipolare tutti i miei esami per metter fine al mio moto perpetuo? Non è da escludere, visto e considerato che nel periodo precedente alla rosolia sono stato per tre mesi costantemente in viaggio, con soste di una settimana massimo sul suolo natio e la cosa stava creando un po' di disagi. Nulla di serio, la sua Beatificazione è ormai cosa certa, però devo riconoscere che questo stop forzato è stato necessario, oltreché utile: utile per ricarcare un po' le pile; utile per fare un po' il punto sulla mia situazione, in un periodo non proprio chiaro lavorativamente parlando (anche se ora sono ancora più confuso di prima...);  utile per riflettere un po' su tante cose che il più delle volte tocco appena col pensiero, preso tra un fare e un disfare la valigia;  utile per fare cose considerate normali per le coppie, ma evento straordinario per noi, come passare un pomeriggio al parco, sdraiati sul telo a leggere e parlare, o uscire prima dall'ufficio, lei, e dal campo, io, per prendere il tandem e andare a farsi un giro al parco, o ancora prendere e andarsene in montagna, all'attacco, per l'ennesima volta, del Pizzo dei Tre Signori, attacco miseramente fallito a causa della neve, per la terza volta. Insomma, non tutti i mali vengono per nuocere e riuscire a dedicare un po' più di tempo a queste cose mi, ci, ha fatto bene. E poi ho giocato un sacco in questo periodo, ma questo non ditelo a Silvia...Ora, però, finalmente, posso dire, si riparte e nessun altro posto poteva sancire il mio ritorno sui campi del mondo meglio del Camerun, primo paese africano conosciuto e come si sa, il primo amore non si scorda mai! E allora via all'avventura: Douala, macchina fino a Nkonsba e poi doppio corso, per allenatori di vecchia data prima e con un gruppo di giovani alle prime armi dopo. Io, Silvio e Fabio, nuovo allenatore da testare e inserire in futuro, come parte tecnica e Max come parte organizzativa. Buon viaggio a noi!