domenica 17 febbraio 2013

Camerun 2013

OSPITE D'ECCEZIONE...
Caspita, dopo tutti questi racconti descritti da una penna tanto esperta,  mi trovo un po' in difficoltà a descrivere questa esperienza! Come spesso accade serve un po' più di tempo e forse il rientro a casa per realizzare quanto vissuto e...tirare le somme. Proviamoci.
Finalmente ho potuto assistere dal vivo a un viaggio Inter Campus, dopo anni di racconti e di "lamentele" perché le foto che mi porta Bebe sono sempre molto belle, ma spesso sono le stesse e i campi con i bambini, per quanto sempre diversi, non descrivono mai pienamente i luoghi, le strade, le case, le abitudini della gente locale. Essere presente ha dato vita a quella che e' stata fino ad ora solo immaginazione. 
Il paesaggio così diverso tra il nord e quello che circonda la capitale, il viaggio in treno, la caotica Yaoudè e la più tranquilla Ngaounderè,  sono stati una splendida cornice per inquadrare il lavoro che svolge qui InterCampùs  (detto en Francais). La forza di una maglia da calcio (ok, ok, qui divorzio se non scrivo di "Questa maglia da calcio", quella delle prima squarda di milano...bla, bla,bla... Uff, che vita difficile mi aspetta! Visto come sono ben ammaestrata?) e' riuscita ad attirare più di 60 allenatori da tutto il paese. Un viaggio lunghissimo  il loro che li ha portati, molti  in treno, altri con "mezzi propri" e altri ancora coi mega bus collettivi, fino a Ngaoundere  dove per i 4 giorni di corso hanno partecipato e sfruttato totalmente la presenza degli allenatori italiani, andando anche oltre la stanchezza dovuta alla non propriamente comoda sistemazione (sacco a pelo e via, in aule come quella dove abbiamo fatto il corso!). 
Allenatori di diverse eta', anche donne, pure la regina di un villaggio (che però ha decisamente risentito del viaggio e in aula si e' fatta delle gran dormite, tanto che alla fine l'abbiamo "bocciata") che si sono dimostrati molto professionali e interessati, per nulla in soggezione rispetto all'autorevolezza dell'uomo bianco. E che uomo bianco!!! Devo ammettere che mister
Alberto e' un ottimo allenatore, sia in aula che in campo e alla fine ho passato anche io il test finale con 14/15 (maledetti gesti tecnici! come i sette nani: te ne dimentichi sempre uno!!!). Se non fossi già sposata lo inviterei ad uscire! 
Comunque percepire che l'interesse e l'impegno di questi 60 allenatori darà modo di educare molti bambini che potranno diventare uomini con valori meno violenti di quelli attualmente in corso, ti fa sentire davvero importante. Sperando che davvero senza una guida costantemente al fianco riescano a far loro i valori che si son cercati di trasmettere in questi tre giorni;  meno male che c'è Francis che terrà le redine delle cose! Se non ci fosse bisserebbe inventarlo:  nonostante le delusioni di cui ci ha raccontato, sofferte per mano di persone che avevano guadagnato la sua fiducia e che poi si sono approfittate dei progetti sportivi da lui organizzati, non demorde e non si da un attimo di pace e riposo, lavora sempre per gli altri, per il progetto e per i bambini!  Che uomo!  
Beh, mi e' piaciuto un sacco essere presente, aver dato il mio microscopico contributo nel fare la valletta. Credo che Inter Campus abbia bisogno di qualcuno che scriva alla lavagna, ordini le esercitazioni degli allenatori...forse manderò il cv.Ho pure, quasi, imparato a correre con la palla al piede: non e' mica facile! 

mercoledì 13 febbraio 2013

Camerun 11 Febbraio

11 Febbraio

Yaoundé spunta fuori dal finestrino accompagnata dalle prime luci del giorno, in tutto il suo rosso e verde splendore africano; il treno avanza lentamente nella brusse ormai spoglia, spogliata qua e la per far spazio a capanne, baracche, strade e...campi da calcio. Questo infatti è l'orario perfetto per giocare, perché il sole è ancora debole e non rischi di scioglierti sotto la forza dei suoi raggi, tant'è che ogni minimo spazio pianeggiante diventa scena di mega partite con palloni di ogni tipo, sfruttando anche il fatto che oggi per i camerunesi è giorno di festa: giornata dedicata alla gioventù, quindi giornata di feste, sfilate per le strade, tornei di varie discipline organizzate dalle varie associazioni attive in nel paese. Anche noi, meglio, anche Francis non ha voluto perdere l'occasione e sia Mbadmayo che il Cass ci aspettano per un saluto in occasione dell'odierno torneo Inter Campus, ma essendo la città mezza paralizzata per la sfilata dei bambini, scesi dal treno dobbiamo scegliere dove andare e, considerando che Mbadmayo dista più o meno un'ora dalla capitale, la scelta non si dimostra così complicata; in più il viaggio in treno, per quanto divertente ed affascinante, non ci ha permesso di riposare ben bene, quindi l'idea di partire immediatamente, passando solo velocemente da casa, non ci conquista e all'unanimità si opta per il centro sanitario del COE. Qui trascorriamo quasi tutto il giorno, eccezion fatta per un saltino all'artigianat giusto per vedere qualcosina, ma senza volontà di acquistare nulla, tra musica, balli, partite di calcio, pallamano e mille e più foto! Le foto...madonnina! Tutte le volte che vengo in Camerun passo metà del mi tempo in posa per la foto con questo, con quello, col bambino, col papà del bambino, col nonno...manco fossi una figona! Hanno uno spirito giapponese indomito! 

Chiuso, finito, anche questo Camerun è trascorso: bello, bellissimo come sempre, intenso, ricco di esperienze e di occasioni di crescita, confronto e miglioramento sotto tutti i punti di vista e questa volta con un tocco di qualità in più, la presenza di Silvia. Che bello uscire dal campo dopo allenamento e rincontrarla subito, come quando siamo a casa; o andare a cena tirando un po' le somme della giornata con Lore, programmando le 24 ore successive, preparando corso e allenamenti e avere il suo parere, una sua considerazione, una sua osservazione nell'immediato, senza dover aspettare il rientro in Italia; o finire il corso in aula e avere un riscontro immediato della lezione, saper subito da un orecchio ignorante come e se son riuscito a trasmettere ciò che volevo, ciò che era il mio obiettivo. Cacchio, anche dal punto di vista professionale è stata una bellissima e costruttiva esperienza la sua presenza con me! Quasi, quasi...noi non siamo sotto organico???

Camerun 10 febbraio

10 Febbraio

La corsa di prima mattina è la cosa migliore per iniziare la giornata, sempre e dovunque! Quando poi hai la possibilità di farlo col primo, caldo, sole del mattino africano, sulla terra viva e rossissima, diventa tutto ancor più bello. Iniziare quindi l'ultimo giorno a Ngaounderè con un gran bell'allenamento made in Silvio lascia un segno indelebile sul proseguir delle ore. Spettacolo!
Il giorno prende quindi il via con un bel lavorettino, prima di muoverci verso Lamidat, casa dell'Amidat, il re della zona, dove andiamo per salutare e ringraziare per l'ospitalità i notabili del popolo Poeul, popolo proveniente dal Mali, che ha portato l'islam da queste parti, convertendo l'autoctono popolo dei Boum (chissà se si scrive così?) pacificamente e segnando in maniera indelebile il cammino della città di Ngaounderè e di tutta la regione dell'Adamoua, con l'effige della mezza luna. Bello, bellissimo vedere come tradizioni antiche e regole, usi e costumi moderni, da queste parti riescono a mischiarsi, unendosi e collaborando: dispute tra persone che fan parte di questa cultura non si risolvono in tribunale, ma davanti all'Amidat, il quale poi ufficializza il verdetto alla giustizia "normale"; o ancora divorzi gestiti secondo la legge tradizionale e non quella comune, resi ufficiali dal Re e non da un banale giudice. Insomma, tradizione e modernità che viaggiano pari passo, così come Cristiani e Musulmani che vivono gomito a gomito, senza alcun problema, anzi nella tolleranza più assoluta. 
Dopo questa lezione di civiltà, abbiam fatto un giretto presso un lago vulcanico a pochi chilometri dalla città, prima di essere ospiti a casa di un vecchio amico di Francis, che non vedeva da dieci anni e che Qualcuno gli ha fatto rincontrare in questi giorni con noi: pranzo e poi via, di corsa verso il treno, da dove ora scrivo. Rieccomi qui, infatti, nella cucetta con Si, Max e Lore, la savana che corre fuori, un gran caldo dentro e un gran senso di contentezza e soddisfazione in me.

martedì 12 febbraio 2013

Camerun 9 febbraio

9 Febbraio
 
Ripreso il possesso totale, per quanto mi sia possibile, delle mie facoltà mentali, eccoci pronti per una gran giornata "sans limit", come dice Francis, senza sosta, perché oggi non è prevista pausa: corso alla mattina, parte pratica coi bambini alle 11, quindi test finale per gli allenatori, correzione test e le solite mille, organizzatissime, strutturatissime cerimonie di chiusura. Dopodiché, in relazione all'orario, vediamo il da farsi.  Direi che il programma non è niente male...

Uff, che giornata! Bellissima, intensissima, chiusasi con un bel confronto al tavolo su quanto e come il comportamento del singolo possa condizionare, determinare il comportamento del collettivo, perché mica sempre di calcio e allenamento si può parlare, il tutto scaturito da osservazioni su di noi, su ciò che si fa, sulle giornate trascorse a condividere il nostro modo di lavorare sui bambini, il nostro approccio totalmente differente nei confronti dei bambini: quanto di ciò che mostriamo e condividiamo con gli allenatori locali rimane, condiziona, migliora le cose? E quanto è giusto cercare di modificare il loro approccio al bambino? Il loro essere così "cattivi", duri, senza sorrisi, è parte della loro cultura, del loro modo di essere, di intendere, di concepire l'educazione da centinaia di anni e da sempre questo modo di fare ha cresciuto bambini: perché ora dovrebbero cambiare? Perché arriva il nassara di turno e dice l'opposto? Certo, son convinto di quello che faccio e del fatto che il mio, nostro, modo di fare coi bambini sia l'approccio ideale per accompagnare nel suo percorso di sviluppo il giovane calciatore, per cercare di contribuire alla sua evoluzione non solo dal punto di vista tecnico o motorio, ma anche educativo/comportamentale, ma è ideale per me, per noi, per la nostra società, per la nostra cultura e qui, come in Congo o in Angola ad esempio, tutto risulta incomprensibile, inadatto, fuori luogo. Quindi che fare? Francis dice che dobbiamo insistere per cambiare le cose, perché l'educazione con il bastone va estirpata anche qui, anche in Camerun, ma ogni volta, ogni allenatore che incontro, piuttosto che accogliere il bambino col sorriso, mettendolo a suo agio,  si comporta con lui come un generale dell'esercito, urlandogli ordini e richieste di mille tipi, mettendomi in difficoltà, lasciandomi indeciso non tanto per quanto riguarda il mio agire col bambino, ma piuttosto il mio agire con lui, il mister, e con i suoi colleghi. Mah, la domanda ancora una volta non ha trovato risposta, ma io continuo a sperimentare e a (senza d, come insegna sesè)  interrogarmi sul da farsi, perché è sempre meglio avere un quesito in testa, piuttosto che una risposta. Se no sarei già arrivato.

Che ridere: siamo andati a messa, 90 minuti di funzione guarda caso, e sul foglio dei canti c'era il mio nome! Così a fine Messa, presentandomi ad un amico di Francis, lui mi ha chiesto: "quello del foglio?" e giù a ridere. Chissà cosa ci faceva il mio nome, per intero, nome e cognome, su quel foglio...

sabato 9 febbraio 2013

Camerun 8 Febbraio

8 Febbraio

Il mio maledetto svarione, che mi accompagna da più di un anno con apparizioni casuali, ma molto fastidiose, ha segnato la giornata, seppur, fortunatamente, giunto solo a fine allenamento. Di colpo, mentre guidavo la partitella, un giramento di testa esageratamente forte mi ha costretto a sedermi prima, ad allontanarmi per sdraiarmi poi, perdendo gli ultimi dieci minuti di allenamento, poiché momentaneamente fuori uso. Che palle! Dopo breve son rientrato in campo, giusto per salutare i bambini e dare appuntamento agli allenatori, sperando che nessuno, oltre a Silvia, Lorenzo e Max, si sia accorto di nulla, ma il testone pesa e la corsa che avevo in mente rimane nella mia testa, senza prender vita; rientrato in stanza, infatti, mi sdraio e provo a riprendermi un po' e le due ore volano via con troppa facilità. Peccato, veramente peccato, perché anche oggi le tre ore in aula son state belle e soddisfacenti, così come la seduta si era svolta nel migliore dei modi, con grande divertimento e partecipazione da parte dei bambini. Credo che anche oggi siam riusciti a lasciare qualcosa ai nostri allenatori, per aiutarli nel loro compito sui campi camerunesi, dando loro dei validi strumenti per organizzare le sedute di allenamento. Ora ci rimane domani, con l'ultima parte di corso e l'ultima seduta di allenamento; vediamo di riprenderci, va', che domani devo andare alla grande!

venerdì 8 febbraio 2013

Camerun 7 febbraio


7 Febbraio


Prima giornata in aula, per il nostro corso di formazione dedicato a 62 allenatori provenienti da tutto il Camerun: c'è chi viene da qui vicino, Garoua, Maroua, chi da un po' più lontano, Bafoussame, chi da molto lontano, Yaoundé, chi da lontanissimo, Mbadmayo o dall' ancor più lontana Douala! Insomma, Inter Campus da vita due volte l'anno a dei veri e propri corsi di formazione nazionali, che accolgono allenatori da tutto il paese e la cosa mi piace un sacco! Se penso poi al fatto che qui, l'ultima volta che qualcuno ha organizzato qualcosa è stato dieci anni fa, la cosa mi piace ancor di più. Carichissimo quindi, di fronte a questa responsabilità mi tuffo in aula, avanzando tra i vari concetti che abbiamo deciso di presentare i questi giorni, con entusiasmo e sicurezza: parliamo in questa occasione del reale significato dell'educazione attraverso l'allenamento, come si realizza e come meglio comportarsi per rendere l'educazione, appunto, vero centro del lavoro dell'allenatore. Insomma, come mi ha detto un' arguta Silvia " la tesi di laurea. Non fai altro che ripetere la tua tesi di laurea".  Riduttiva la sua osservazione, ma sicuramente pertinente. La classe è attenta, partecipa, si rivela subito coinvolta ed interessata, nonostante i numeri possano essere motivo di confusione, per cui le ore passano facilmente, anche se...anche se ogni tanto scorgere tra i musi neri, nerissimi degli allenatori che mi circondano il pallido viso di Si mi fa immancabilmente trasalire! Cacchio, è tanto strano, quanto bello averla qui con me e ancor più strano, quindi ancor più bello, è stato vederla nel pomeriggio in campo: non mi era mai successo, ovviamente mi vien da dire, di osservarla vivere in prima persona la mia vita nel mondo inter campus, scorgerla inseguire un pallone, sporcarsi di terra rossa, notarla costretta a fermarsi per l'ennesima foto com questo o quell'allenatore, vivere appunto la mia realtà in toto. Non so quanti abbiano la fortuna di poter coinvolgere nella propria passione, che è diventata anche il proprio lavoro, la moglie (certo, poi qualcuno non considererebbe questa ipotesi una vera fortuna, non penserebbe e non vorrebbe nemmeno lontanamente pensare a quest'ipotesi, vivendo la presenza della consorte anche sul luogo di lavoro più come una condanna che come una gioia) e vederla divertita, contenta di e per quel che vivo e faccio quotidianamente in giro per il mondo, quindi, ancora una volta, riconosco di essere estremamente fortunato a vivere la mia vita! Grazie Inter Campus! 
Ora minimo riposo, dopo aver dato fondo alle mie energie con un super allenamento di forza alla maniera del prof (ho ripetuto il lavoro di venerdì prof, quello fatto con Juri) trascinandomi dietro anche Lorenzo, convinto poi a seguirmi nel successivo lavoro di forza con l'elastico: sarà contenta Martina. Anche oggi, dunque, riassumo il tutto con una parolina: spettacolo!

giovedì 7 febbraio 2013

Camerun 6 Febbraio


6 Febbraio

Ngaoundere', eccoci arrivati! Dopo 14 ore di surreale viaggio su binari, attraverso foresta, altopiano dell'Adamaua e ridiscesa verso il Sahel, questa mattina con le prime luci dell'alba ci siamo avvicinati alla nostra meta, dove intorno alle 8 siamo finalmente arrivati. La stazione e tutto il piazzale fuori sono cambiati tanto dall'ultima volta che son stato qui: non più confusione, bancarelle di legno, venditori di ogni genere di cose e strada sterrata e polverosa, ma un classico, spento piazzale in ciotolato, povero di gente, colori e rumori vari, con pochi bambini che si aggirano nei paraggi, tenuti a debita distanza dalla stazione da vari agenti di sicurezza, che sicuramente semplificano la vita al Nassara, come e' chiamato il bianco da queste parti (siamo in zona musulmana e nassara significa cristiano, generalmente bianco di pelle, appunto), ma tolgono un po' di folklore al tutto. Anyway, un po' stanchi, ma soprattutto eccitati e contenti per la giovane avventura in essere, accompagnati dal buon Francis andiamo a prender possesso delle nostre camere presso l'hotel della città ( e' da un po' troppi viaggi africani che ci riduciamo a dormire in hotel e la cosa non mi va proprio: preferisco di gran lunga le varie casette dove siam sempre stati, cacchio. L'hotel mi fa sentire così europeo, così ricco colonizzatore, così lontano dalla pura realtà locale; non mi garba proprio), per poi, subitamente, muoverci verso la scuola che ci ospiterà nei prossimi giorni per la parte teorica mattutina e quella pratica pomeridiana; qui facciamo conoscenza con il preside, un anziano prete croato trapiantato da decine di anni a queste latitudini e ormai camerunese a tutti gli effetti, e con il campo per i nostri allenamenti. Tutto perfetto, tutto pronto per domani e per i prossimi giorni, per cui il pomeriggio e' dedicato al riposo post odissea: bello il viaggio, ma piuttosto sfiancante! Io, Lore e Si decidiamo però di non buttar via il pomeriggio dormendo, ma ci avventuriamo per le vie sterrate di questo grand village, come lo ha definito padre Carlo, il prete della scuola, che si distende lungo i fianchi di alcune colline rocciose, tra polvere rossa e pietre granitiche, o almeno così mi paiono; Ngaoundere' e' il nome della più alta fra queste colline, sormontata da un pietrone tondo, in equilibrio miracoloso, e significa "monte ombelico" nella lingua locale, proprio per via della sua forma e del suo masso caratterizzante, e diventa subito il mio obiettivo, il punto verso il quale tende il mio cammino, passando tra le baracche e le capanne che costituiscono la "periferia" entro cui ci avventuriamo. Purtoppo non ho tenuto conto della fobia per i rettili di Silvia e il sole caldo in questo ambiente roccioso sono l'habitat ideale per vari lucertoloni innocui, ma mostruosi agli occhi di mia moglie, per cui riusciamo solo a muoverci ai piedi del monte, senza avventurarci troppo lungo le sue brulle e pietrose pendici. Poco male: il giretto e gli incontri vari con le persone del villaggio bastano per saziare momentaneamente la mia fame di scoperte. Ora posso andare ad allenarmi e infatti con Lore ci cambiamo, vesto il mio fedelissimo Garmin e via, verso il campo scoperto questa mattina, luogo ideale dove dar fondo alle mie energie, sfruttando il programma di lavoro del prof. Arrivati al campo un gruppo di ragazzi ci invita a giocare con loro, ma capisco che la partita non sarebbe stata di buon livello, quindi non sarebbe stata allenante e decido di declinare, lasciando Lorenzo ad inseguire la palla calciata per lo più a dieci metri di altezza con insistenza nei successivi 40 minuti, per dedicarmi a dei lavori specifici di cui, ora, ho più bisogno. E alla fine la mia scelta si e' rivelata corretta...

Camerun 5 Febbraio 2013

5 febbraio 2013

Arrivati e già ripartiti, visto che solo ieri sera siamo atterrati a Yaoundé e ora ci troviamo nella nostra cuccetta, sul treno, in viaggio verso la regione del grand nord. Avvolti da un buio totale, immersi nel caldo umido tipico di questa zona di mondo, stiamo avanzando attraverso la foresta tra villaggi e città, lasciandoci alle spalle la capitale, facendo brevi soste nelle principali stazioni, durante le quali centinaia di mani ci mostrano la loro mercanzia dal finestrino, sperando in un nostro acquisto. Spera, spera! Nemmeno se me lo regalassero cadrei nuovamente nella curiosa tentazione di mangiare il batoke, o la batoke, per trovarmi così la bocca "ricca" di un sapore misto calzino di maratoneta nel post gara e maglietta intima di lottatore di sumo dopo la sauna! Che schifezza! Meno male che oltre a quella roba immangiabile, le mani ci porgono anche ananas, e quello camerunese e' il migliore del mondo per me, e banane, decisamente cibi più commestibili, anche se ora come ora non ho fame: troppe emozioni, troppe attrazioni la fuori occupano i miei sensi,  la mia mente, il mio corpo, per lasciar spazio a quella primitiva sensazione. La fuori, ma anche qui dentro, perché vivere, condividere, tutto questo, in questo viaggio, con Silvia raddoppia il valore delle cose! Oggi, alla scuola, non esser solo in mezzo ai bambini, ma ritrovarmi con lei impegnata a ballare con le bimbe, divertita dalla curiosità che i bimbetti mostravano per la sua pelle chiara, per i suoi capelli da "pupette", quasi frastornata per tutti quei nani colorati che le stavano intorno e non la lasciavano avanzare, e' stato decisamente divertente e emozionante, lasciandomi con la certezza che d'ora in avanti capirà meglio, più profondamente, i miei racconti post-viaggio. Spettacolo! 
Ora il buio si e' fatto totale e fuori dal finestrino non si riesce più a scorgere, a riconoscere, una sola figura, una sola forma, ma alzando gli occhi troviamo di che saziare la fame dei nostri occhi: migliaia di micro puntini bianchi, luminosissimi, puntellano la volta celeste, orfana della luna e quindi ancor più vuota, ancor più nuda, ancor più libero palcoscenico per le stelle del firmamento. Alla prossima stazione qualcosa mangiamo, però!

domenica 3 febbraio 2013

Camerun 2013

Camerun 2013

Vigilia di viaggio diversa dal solito questa, poiché domani si parte, come tante altre volte negli ultimi otto anni, direzione Africa,  ma questa volta con un compagno di viaggio speciale: Silvia! Dopo tanti racconti subiti dalle sue orecchie, dopo tanti entusiastici, ma magari non entusiasmanti, riassunti di viaggio, finalmente riesco a portarla con me e farle vivere in prima persona Inter Campus e il suo grandioso mondo in neroazzurro! Sono emozionato, contento, motivatissimo...insomma, una girandola impazzita di emozioni positive! Non vedo l'ora di presentarla a Francis, di fare il viaggio in treno verso Ngaoundere', di farle vedere i bambini, i campi, gli allenatori, la gente che ho sempre la fortuna di incontrare, non vedo l'ora di farle conoscere da dentro il magnifico mondo Inter Campus, di sentire le sue impressioni sul nostro modo di intervenire, di coinvolgerla con me sul campo e affidarle un compito, magari non strettamente tecnico, di portarla a correre con me...Spettacolo!!! Mai soldi risparmiati furono meglio investiti. Mai stato così impaziente di partire!