lunedì 14 febbraio 2022

Rewind

 Si riparte…forse. L’unica cosa certa al momento è solo che sono tornato in viaggio dopo poco più di un anno e mezzo di parcheggio in Italia. Il resto si vedrà. E questo viaggio non è per Inter Campus. Già, perché quel progetto che tanto mi ha dato e a cui tanto ho dato, non è più parte della mia vita, non è più il mio lavoro. Dopo 15 anni appassionanti, formativi, divertenti e speciali, dopo 15 anni di viaggi in giro per il mondo, dopo 15 anni di persone che tanto mi hanno dato e che spero possano continuare a darmi (Max, Francis, Michael, Augusto, Gabriele Salmi, per citarne qualcuno),dopo 15 anni di incontri unici (Wafa, papà Fancois, Massimo Casari, i salesiani angolani, i ragazzi angolani, gli allenatori camerunesi, benjamin, kaweza, opio…), insomma, dopo 15 anni assolutamente grandiosi,  infatti, ho deciso di lasciare, di cambiare. Io e Inter Campus eravamo ormai diventati una coppia logorata dal tempo, che tanto si era amata, ma che ormai non condivideva più nulla e ogni attimo in più passato insieme stava diventando un triste ricordo di ciò che fu, per cui…meglio chiudere e non rovinare per lo meno il ricordo, cogliendo al volo la nuova occasione.

Come spesso mi capita, lascio che sia il destino a decidere per me, lascio che gli eventi scorrano limitandomi a muovermi tra di loro, cercando sempre di volgerli a mio vantaggio, di adattarmi a tutto, per trovare il giusto equilibrio, per non rimanere schiacciato e arrivare ad esser felice. E anche questa volta è andata così. Da una chiacchierata circa altri argomenti con un vecchio amico e collega allenatore è saltata fuori questa proposta di lavoro: fondare una società sportiva all’interno di un collegio di Monza e gestire tutto ciò che è sport all’interno dello stesso. E così sono iniziate le cose. Da quel primo incontro è passato poco tempo: ho incontrato le persone coinvolte nel progetto, mi son presentato, ho portato le mie idee e ho lasciato che le cose evolvessero, che loro, le persone, iniziassero a “corteggiarmi” facendomi proposte e immaginando il mio futuro lavorativo e l’evoluzione del “loro” collegio; quindi ho adattato le loro visioni alle mie idee e…sono arrivato al giorno della firma. O meglio, del si, perché la firma è arrivata in seguito. Ricordo molto bene quel giorno: eravamo in pieno lock down, era marzo 2020, ero sul balcone perché dentro le bimbe stavano riposando e non volevo disturbarle, e stavo parlando al telefono col rettore, un vulcanico uomo dalle mille idee e dotato di una grande visione, quando quasi improvvisamente ho detto “ok, don, ci sono. Domani mi metto in moto per dare le dimissioni e entro un paio di mesi sarò operativo”. Il 4 maggio ho firmato e da lì, una volta uscito dal vecchio posto di lavoro…sono rifiorito. Nuove energie, nuove idee, nuovi progetti e nuove prospettive; nuova curiosità, nuovi interessi e anche un nuovo modo di rapportarmi alle persone. Stavo marcendo poco per volta e non me ne accorgevo. Colpa di entrambi, per carità, non faccio vittimismi, ho la mia parte di responsabilità, però…che vita adesso. Grazie di tutto, Inter Campus, progetto unico e stupendo, ma ora si riparte.

E così è stato: a luglio è nata la società sportiva, quindi ho messo in piedi un open day di due giorni che ha avuto un grande successo nonostante le limitazioni Covid,  a fine agosto ho organizzato il primo summer camp di VSE (Villoresi Sport Experience, il nome della Assd) con 45 bambini coinvolti, a settembre son partite le attività che nonostante tutti i casini legati alla pandemia hanno coinvolto praticamente per tutto l’anno (abbiamo chiuso solo tra ottobre e novembre e a febbraio, poi, rispettando e riadattando le proposte, siamo sempre stati aperti) 156 bambini quotidianamente sui nostri campi e nelle nostre palestre, per poi concludere il disastrato anno sportivo, scolastico 2020/21 con un mese di camp estivo con 103 bambini coinvolti. Ma soprattutto…a settembre ho iniziato ad insegnare al liceo sportivo e alle medie. Mai l’avrei detto, mai l’avrei fatto (il professore), invece, proprio per quanto scrivevo poche righe fa, il destino ha deciso per me e io mi sono adattato, divertendomi anche li. Certo, l’anno non è stato semplicissimo per via del virus che sta sconvolgendo le nostre vite, però ho saputo muovermi anche in quel ruolo con soddisfazione, con impegno e con professionalità. Si, si, son proprio contento. E ora son pronto per il nuovo anno: c’è da esportare anche a Merate la società sportiva, ci sono da far giocare secondo il mio modus operandi anche i bambini di quella parte di Collegio e…ora come ora c’è da volare in Repubblica Dominicana per una settimana di attività, calcio of course, con i bambini “sfigati” di questo posto mai sentito prima (Santiago de Los Caballeros)."Come? Santiago del los caballeros? E che cazzo ci vai a fare? Come ci sei finito li?". Giusto, vero: ho saltato un pezzo. Già, perché durante il camp estivo, un bel pomeriggio d luglio, mentre sto per salire sul mio vespino per tornare a casa, mi squilla il telefono. "chiamata da Youri Djorkaeff". O madonnina! Rispondo e...be', due giorni dopo sono a Zurigo, alla sede della fifa, per ascoltare la sua idea, la sua proposta. E ora son qui, a poco più di un mese di distanza da quella chiamata, per questo viaggio di prova. Prova per entrambi, per capire io se voglio tornare sui campi del mondo, per capire loro se vale la pena investire su di me. Vediamo una volta tornati cosa succede. Io son felice dove sono e soprattutto questo anno di stop mi ha fatto legare a doppia, tripla, quadrupla mandata ad Anna e Marghe, per cui…vediamo cosa decide il destino per me e mi muoverò conseguentemente.


Ritorno sui campi

 Chi l'avrebbe mai detto? Invece, rieccomi qui. Dopo praticamente due anni giusti, giusti, eccomi a soffiar via la polvere da questo mio compagno di viaggio, da questa mia moderna versione del diario di bordo, per tornare a parlare di viaggi, di corse, di incontri, di persone, ma soprattutto di Calcio. Quello vero. Quello della strada, quello dei bambini, quello delle scarpe rotte, quando ci sono le scarpe, quello pieno di polvere o di sassi, quello...dei campi del mondo. Ma prima è necessario fare un piccolo salto indietro nel tempo, per non perdere il filo della matassa, per non rischiare di non capire bene dove diavolo sono finito.

Già, perché il mio pellegrinaggio in giro per il Mondo è ripreso ad agosto 2021, dopo che avevo deciso esattamente un anno e due mesi prima di lasciare l'Inter per iniziare una nuova avventura, questa volta a casa, fermo, fisso a Villasanta, ma...il destino aveva in serbo per me ben altro, per cui nemmeno il tempo di riuscire ad annoiarmi a casa, nemmeno il tempo di sentire la mancanza dei viaggi, che mi ritrovo su un aereo, direzione Repubblica Dominicana. Senza quasi volerlo, perché io non stavo cercando nulla, ma quella telefonata di metà luglio...be', come si fa a dire di no a Youri Djorkaeff? E alla FIFA? Non si può. Appunto. E infatti, eccomi qui. Dopo la repubblica dominicana è arrivata l'India, poi il Cile, quindi un contratto vero e ora la Mauritania. Tutto così in fretta che onestamente faccio ancora fatica a capire bene dove son finito. Andiamo allora per ordine, riprendiamo il racconto la dove si era interrotto. Ripartiamo da agosto, dal viaggio in repubblica dominicana, il mio primo viaggio con la Fifa.