mercoledì 15 novembre 2023

Addis Ababa

 Dopo l'avventura Palestinese non son riuscito a raccontare la parentesi di cinque giorni a hong kong, ma ora, finalmente, anche se solo al quarto giorno, riesco a svuotare la testa su questo mio diario elettronico, per provare a fissare su "carta" i ricordi etiopi di questi giorni. 

Cominciando dalla fine, ossia da oggi, giorno del festival con 105 bambini coinvolti e 54 allenatori...allenatori? Allevatori, forse. Brave persone, super coinvolte, determinate a introdurre l'allenamento calcistico come inteso da noi nelle loro scuole, nelle loro ore di educazione fisica, ma in grande, grandissima difficoltà sul campo. Un po' perché non capiscono l'inglese e invece di dircelo serenamente, come gli abbiamo chiesto mille volte, hanno continuato a dirci si, a biascicare qualcosa nella lingua del regno unito facendoci credere che davvero capissero, per poi essere costretti a gettare la maschera quando, in campo, non riuscivano a rispondere a nessuna delle mie richieste durante la seduta. Ma che pirloni! In pratica abbiamo dovuto ripetere la prima giornata il secondo giorno avvalendoci di un traduttore, per provare ad arrivare oggi un minimo pronti, preparati, per l'evento con i bambini. E non solo per i bambini, che rimangono comunque il principale obiettivo. Già, perché con noi in viaggio abbiamo il segretario generale della fifa, quindi con noi in viaggio abbiamo anche mille e più persone che le girano intorno: oltre ai soliti presidenti delle federazioni calcistiche, ministri dello sport e dell'educazione, infatti,  questa volta sul campo con noi sono scesi ambasciatori, consoli, rappresentanti di vari governi africani, oltre, addirittura, al presidente, anzi alla presidentessa, del Paese che ci ospita. Una grande passerella, quindi, un momento importante per il progetto, per cui tutto doveva marciare alla perfezione e quindi...tre ore sul campo il primo giorno, poco più il secondo, altrettanto tempo in aula, per riuscire a far passare i contenuti della nostra formazione. Che fatica! Mamma mia. E non solo per la barriera linguistica (con l'amarico faccio fatica...), ma anche perché il paese è un po' in difficoltà, per cui i nostri allenatori/insegnanti non hanno avuto e credo non avranno mai la possibilità di scaricare la app che usiamo per condividere gli allenamenti. Quindi abbiamo dovuto tradurre i contenuti della app in formato cartaceo, per quel che ci è stato possibile. Internet infatti non funziona, il wifi è presente solo nei grandi hotel, gli smartphone son vecchi e malfunzionanti, in pochi, pochissimi avevano un indirizzo mail, un account di qualsiasi genere...una battaglia continua. Forse il più difficile launch fifa cui ho preso attivamente parte. Devo rifletterci un po', ma credo anche peggio di Djibuti e Mauritania. Ma per fortuna l'abbiamo portata a casa anche questa volta. Per lo meno l'evento: è stata una super giornata, i bambini erano stragasati e tutto è filato alla perfezione. Ma nella mia testa il tarlo cresce: ora che ce ne andiamo, cosa rimane ai coach? Riusciranno a riproporre per lo meno le tre sessioni di allenamento che gli abbiamo insegnato? Riusciranno a portare avanti le cose? A condividere la metodologia con altri e a diffondere il progetto? La federazione deve dar supporto, certo, ma loro ce la faranno? Certo è che questo è uno dei primi paesi in lista per i refresh che abbiamo in agenda. 

Ora però, via, si parte per Dire Dawa