domenica 29 gennaio 2023

Moroni, Comore islands

Devo riuscire a dare più continuità a questo blog. Ho completamente omesso da questo diario di bordo il viaggio in costa d'avorio, oltre ad aver concluso frettolosamente l'avventura malawiana. Peccato, perché è vero che la memoria è il mezzo migliore, almeno per me, per rivivere le esperienze, ma a volte anche lei ha bisogno di una piccola spinta, di un piccolo supporto e mi dispiacerebbe perdere per strada pezzi di esperienza che hanno e stanno contribuendo al mio quotidiano crescere. Ci proverò, ma, metto le mani avanti, i tempi son sempre tiratissimi. Questo giro devo anche, sottolineo devo, dedicare del tempo allo studio, visto che giusto al ritorno avrò un esame da sostenere...ma ci proverò.

Dunque, dove siamo? Ah, si: Moroni, isola grande delle 4 che formano le Comore. Un posto che, onestamente, avevo solo sentito nominare, ma che non mi ero mai preso la cura di cercare sul mappamondo prima d'ora; un posto che, per quel poco visto fino ad ora, mi sta colpendo positivamente: un' isola vulcanica, dominata dal monte/vulcano Khartala (Moroni, il nome della città, in lingua locale mi hanno detto voglia dire "circondata dal fuoco", per motivi abbastanza evidenti), una terra nera, lavica, una natura verde, verdissima, incombente e un mare multicolore, bellissimo. Nota negativa, lo stato delle cose: il paese, da nord a sud sulla costa ovest che abbiamo percorso, sembra sia stato distrutto l'altro ieri e da ieri in fase di ricostruzione. Case in pietra mezze costruite (un must sono le scale esterne in pietra lavica senza alcuna copertura, paratia, appunto come nelle case in costruzione), strade a tratti impercorribili, intere distese lungo il crinale delle montagna con pietroni neri a sostituire il verde delle palme e della vegetazione tropicale. Come se, come detto, l'altro ieri ci fosse stata un'eruzione. Eppure, da quel che mi hanno detto, l'ultima grande e importante eruzione risale al 2007, 15 anni fa: un po' di tempo è passato. Non sembrerebbe. Anyway: il primo impatto rimane comunque positivo. Questo primo, intensissimo giorno, mi ha fatto inoltre incontrare e iniziare a conoscere la gente e anche sotto questo profilo l'isola mi ha ben accolto: dal dt, al presidente della federazione, dagli allenatori, fino ai bambini, tutta gente positiva, sorridente, disponibile e, cosa più importante, super appassionata di calcio. E questa cosa, tutte le volte, mi affascina un sacco: accorgermi come quella sfera di cuoio (a volte di stracci: oggi c'erano dei bimbi che calciavano un oggetto sferico di imprecisato materiale) sia universale, sia inseguita in ogni angolo del globo da chiunque, è una "scoperta" cui non mi abituerò mai. Si, si, sono esageratamente fortunato