giovedì 27 settembre 2012

lunedì 24 settembre 2012

Congo Kinshasa 23 settembre


Kinshasa 23 Settembre

Kimbondo. Ospedale pediatrico di Kimbondo, per esser precisi. Kimbondo, una realtà nata nel 1986 per volere della dottoressa Laura Perna e che grazie a Padre Hugo, cileno, e alla sua infaticabile ed indistruttibile volontà, accoglie e cura bambini  da 31 anni, non 10 come ho scritto ieri, già nati in situazioni estreme di disagio, con in più con malattie rare o gravissime. Che uomo, padre Hugo. Di fronte a lui mi sento assolutamente una nullità! quest'uomo vive e lotta quotidianamente per i suoi bambini dell'ospedale, si batte con tutte le sue forze per curare, guarire e quindi poi crescere ed educare questi bimbi stregone, abbandonati dalle famiglie, sostenuto, aiutato dalla sua sola Fede incrollabile e da qualche associazione, per lo più italiane, che lo accompagnano nella sua giornaliera battaglia. Quest'uomo e' stato capace di vendere tutta l'eredita' di famiglia per comprare il terreno e costruire il centro trasfusionale dell'ospedale e il campo dove da oggi ha preso vita Inter Campus Kimbondo. Quest'uomo una settimana fa e' stato vittima di un assalto, malmenato, picchiato, per rubargli...due computer dell'anteguerra e nonostante questo ennesimo episodio di violenza, continua ad andare avanti, come un rompighiaccio nello stretto di Bering a dicembre. Quest'uomo e' un grande, trasmette un'umanità che pochi altri, forse nessuno, tra le persone da me incontrate nel mondo, sono in grado di trasmettere. E i suoi bambini...madonnina, i suoi bambini sono un concentrato di sfighe mai visto: bisognosi di affetto, a caccia serrata di carezze, abbracci, sorrisi, senza quasi nulla, nemmeno la possibilità di mangiare quotidianamente qualcosa di veramente sostanzioso, senza genitori e visti dal resto della comunità come persone da emarginare, evitare, perché deformi, down, autistici o chissà cos'altro, eppure...eppure incredibilmente vivi! Willy, per esempio: 11 anni, deforme, con un occhio mezzo chiuso e la faccia gonfia dalla parte dell'occhio chiuso, come se fosse stato picchiato; lui, operato a quell'occhio a Milano (già, perché tra le altre cose, Padre Hugo riesce anche a portare quasi ogni anno i bambini in condizioni più critiche in Italia, per far farli operare! e solo l'Italia risponde sempre presente alle richieste di Kimbondo, dice il padre) ma ancora evidentemente deforme (ricorda abe, di abe's word, gioco della playstation, cazzo!) oggi sorridendo mi ha detto:" ah, l'afrique. que belle la vie!" osti, se me lo dici tu...e come Willy, Champion, o Francois, o Gino...deformi, down, ritardati, qualunque sfiga tu possa pensare, qui ce l'hanno, eppure...ridono, corrono, giocano! già, giocano: oggi ancora no, ma da ora, col materiale inter e l'allenatore trovato, anche loro avranno modo di giocare. Anche loro come i 50 bambini sempre dell'ospedale, ma "normali" che oggi, per primi, hanno dato il via al progetto in questo angolo di mondo, che per primi hanno indossato la nostra maglia, che per primi hanno esultato, e che esultanza, per un gol fatto. Be', cacchio, oggi non posso esimermi dall'urlarlo, nonostante la figuraccia col Siena: GRAZIE INTER, a nome di tutti loro!

domenica 23 settembre 2012

Kinshasa 22 Settembre

Kinshasa 22 Settembre 

Dopo 4 giorni di riposo forzato a causa di una caviglia con aspirazioni da melone in seguito ad una distorsione, ritorno in pista! e per la prima volta a Kinshasa, dove fino ad oggi mi avevano sempre sconsigliato di correre per evitare assalti, visto il pallore della mia pelle. Questa volta pero' siamo all Gombe', quartiere residenziale, vicino ad ambasciate, ministeri e, addirittura, la casa del presidente, per cui dopo il doppio allenamento coi bambini (oggi ho tirato fuori un'esercitazione per lo smarcamento, che devo riproporre leggermente modificata coi miei), cambio veloce, garmin e via, lungo la strada che mi porta sul lungo fiume Congo, fronte a Brazaville. Poca roba oggi, la caviglia e' ancora gonfia e la sento deboluccia, ma almeno si corre! 20 minuti a 4 al km con variazioni di 30",45",60" ogni due minuti circa, giusto per riprendere confidenza col fiatone, la fatica e...la goduria per l'allenamento! ora vediamo cosa mi dice la caviglia e se tutto va bene, domani mi alleno sul serio, una volta rientrato da Kimbondo. Si, perché dopo tre giorni a Kinshasa, domani andiamo a visitare i bambini dell'ospedale di mama koko, la dottoressa italiana che 20 anni fa ha mollato tutto per metter in piedi questa struttura ospedaliera nel mezzo del nulla, nella foresta fuori Kinshasa, struttura che ben presto e' diventata punto di riferimento per tutti i villaggi vicini e non, che hanno scaricato, scaricano e, sperem de no, scaricheranno li i loro "bambini stregone", oltre a cercare la soluzione per i loro malesseri. Bambini stregone, cioè bambini accusati di essere portatori di sventura, di malocchio, perché nati in periodi di siccità, o di grandi pioggia, o di eventi in qualche modo catastrofici, negativi, e quindi bambini da punire e poi allontanare dal villaggio. O ancora bambini nati con qualche malformazione, o down, o comunque con qualche sfiga addosso e quindi meritevoli di essere gettati dalla rupe tarpea congolese, ossia la collina ai cui piedi sorge l'ospedale gestito oggi da padre Hugo, padre uruguaiano che da dieci anni dedica la sua vita a questo posto e ai suoi tanti, troppi, bambini. Anyway, domani saremo li con lui, a portare maglie inter e a cercare di farli giocare un po' con noi. Vedremo...
Oggi intanto abbiam dato vita a due grandi allenamenti sul nostro campo, anche se Dario coi più grandi e' andato un po' in difficoltà, ma semplicemente perché ha voluto ricalcare le mie proposte e non farne di sue, coinvolgendo 64 bambini sul campo in tre ore di allenamento. Dai, non male! Dopo allenamento e dopo la mia corsa, (solitaria perché Dario e' sempre più come Raspelli: pranzo pre-allenamento al cinese, male, male, niente corsa, niente allenamenti...vacanza!) splendida cena da Alain, dove facciamo conoscenza di una donna incredibile: Tina, dopo il fallimento del padre e dopo aver perso tutto, ha deciso di venire in Congo per riprendersi tutto ciò che le era stato sottratto; e così in dieci anni e' diventata amministratore delegato di una società che estrae diamanti, di un'altra che estrae non ricordo più quale minerale, rappresenta il Congo alla camera di commercio, sostiene gli sceghe, credo si scriva così, sono i bambini di strada, nel loro reinserimento in società dopo l carcere, insegna italiano...insomma, in dieci anni si e' rifatta di tutto, con gli interessi. Questo personaggio mi piace: racconta la sua storia, la storia degli ultimi dieci anni di questo paese e mi coinvolge, racconta di come le grandi organizzazioni qui presenti per "aiutare", in realtà son troppo disorganizzate per farlo; racconta di come la corruzione e le conseguenti tangenti siano parte costituenti del normale modo di lavorare locale (addirittura nei budget per i progetti c'e' una voce dedicata alle mazzette!); racconta di come l'uomo bianco venuto fin qui per salvare la patria, in realtà ha causato molti, moltissimi danni; racconta un sacco di cose legate alla sua esperienza di vita che mi interessano, mi affascinano. Grande Tina, Fortunata, bell'incontro. 
Ora, sotto la mia zanzariera, scrivo e rifletto; rifletto su quanto sto combinando quaggiù, su quanto realmente, se realmente, il mio lavoro, il mio far giocare sia utile in questa parte di mondo, su quanto veramente l'uomo bianco abbia interesse per far crescere, migliorare, questa realtà, su quanto...cazzo, Be, va a durmi, che l'e' mei!

sabato 22 settembre 2012

Kinshasa 21 settembre

Kinshasa 21 settembre

Ordinati in fila , come mai riusciremo a fare coi nostri bambini in Italia, i piccoli intercampisti si avvicinano a me e Dario che abbiamo il compito di donar loro la maglia e i pantaloncini Inter, che abbiamo il compito di investirli ufficialmente della carica di giocatori di Inter Campus. Un susseguirsi di "merci" e di sorrisi riempie il campo di sabbia dove da tre anni giochiamo e facciamo giocare 150 nani che vivono in condizioni ingiuste, ma accanto ai loro bianchi denti, emergono facce scontente, richieste di maglie, addirittura lacrime di coloro che non facendo parte del progetto (cacchio, qui con così pochi allenatori più di quelli che riusciamo già a coinvolgere, non riusciamo a fare altro e come sempre e' troppo poco) non hanno ricevuto la maglia, di coloro che affollano il campo, che comunque cerchiamo di coinvolgere nei giochi, nelle partitelle, ma per i quali non son previsti regali in nero azzurro. 
Ma con me questa volta ci sono due scatoloni di maglie, pantaloncini, polo di rappresentanza, tute, felpe marchiate Calvairate, con il simbolo della società per cui lavoro da due anni e che mi consente di portare in giro il materiale dismesso dai nostri giocatori; con me questa volta c'e' un rimedio al malumore di quell'esercito di "esclusi", che cerchiamo di ordinare per vestire di tutto punto con i colori della Calva. Bellissimo alla fine di tutto, vedere bambini in rosso blu sorridere e sfidare i compagni in neroazzurro, per capire chi ha l'abbigliamento più bello, più nuovo, più da calciatore.
L'Inter fa già tanto, tantissimo, non può certo, son sicuro rammaricandosi, vestire e accontentare tutti i bambini del mondo con cui ho la fortuna di giocare, e avere un supporto, un aiuto inaspettato da questa piccola, ma storica società, credo sia un piacere anche per il nostro Presidente e per tutti coloro che lavorano per lui, per cui...grazie Calva!
Vestiti di tutto punto, i nostri nani hanno così oggi dato vita insieme a noi ad un doppio allenamento di grande levatura tecnica. I bambini infatti qui hanno doti naturali non comuni, anzi, rare, per cui buttarsi in campo con loro e' ancora più divertente del solito, nonostante comunque, e ci tengo a sottolinearlo, ad Inter Campus poco importa delle capacita' tecniche del bambino: scarso, abile, magro, grasso, alto, basso, bello o brutto che sia, a noi basta che voglia giocare a calcio e proveremo in tutti i modi a garantirgli il sacrosanto diritto al gioco. con una maglia prestigiosa, oltretutto. In ogni caso, se anche ogni tanto troviamo qualcuno abile, non e' che lo cacciamo, e cerchiamo anzi di alzare un po' l'asticella delle difficoltà nelle proposte, per sperimemtare, provare qialcosa di nuovo anche per noi, per cui oggi con il mio gruppo di 2002 ho veramente spinto sull'acceleratore, ricevendo risposte inaspettate dai miei giovani allievi. L'esercitazione iniziale poi, pensata in pausa pranzo, mi ha aperto mille nuove possibili esercitazioni, per cui...bimbi della Calva, siete avvisati!
Chiuso l'allenamento coi nani neroazzurri, Alain mi propone di fermarmi in campo per dedicarmi ad altri ragazzini: giovani ex inter campus, ormai usciti dal progetto perché cresciuti, over 14 dunque, ma coinvolti in una squadra extra, organizzata dallo stesso Alain, per garantire comunque a questi ragazzi un luogo dove giocare, un posto dove stare a trascorrere il tempo in maniera sana e controllati da degli adulti. Una sorta di Inter Campus plus, fuori progetto, ma comunque dedicato alla cura dei ragazzi. Questi hanno l'eta' dei miei ragazzi, per cui non ho impiegato più di tre secondi ad accettare la proposta, non che se fossero stati di eta' differente me ne sarei andato, a pensare alla seduta e a metterla in pratica, con l'aiuto di Dario. Altra ora e mezza di divertimento, con buone risposte dai ragazzi e co. la consapevolezza che dal punto di vista tecnico i ragazzi congolesi sono proprio speciali!
Il sole al tramonto ci costringe a dichiarar conclusa la giornata, per cui altro non ci resta da fare che rientrare e, visto che non posso correre per la caviglia gonfia che ancora mi porto appresso. decido di dedicarmi ad un bel circuitino di forza con l'elastico in camera, prima di andare a cena coi miei compagni di ventura. Domani uguale: altri due allenamenti. Ma per ora, buona notte.

giovedì 20 settembre 2012

Congo Kinshasa 2012



Kinshasa 2012
Macchine che viaggiano in ogni senso e direzione, camioncini adibiti al trasporto di persone che invertono la marcia senza curarsi dell'avvento di altri mezzi, gente che cammina su ogni spazio percorribile ad ogni ora del giorno e della notte, caos, polvere, confusione, odori e suoni...bentornato a Kinshasa.
La città mi si ripresenta a distanza di sei mesi e, nonostante tutto, mi appare migliorata, meno caoticamente disorganizzata e selvaggia; sarà sicuramente la strada asfaltata che da Limite' attraversa la città e arriva fino a Gombe' a semplificare e migliorare le cose, ma comunque, nel suo innegabile e caratteristico caos, Kinshasa mi sembra migliorata. Le recenti elezioni che hanno, guarda un po', confermato il presidente alla guida del paese, in carica dal 2001, hanno rinsaldato il potere nelle mani dei soliti, dando pero' stabilita' al paese, grazie alla quale qualche cosa inizia a farsi, anche per il popolo. Qualche cosa, poco. pochissimo di fronte a ciò che andrebbe fatto, ma...piutost che nigot! Alain conferma queste mie impressioni a colazione, presso una caffetteria gestita da delle suore salesiane austriache, che dopo aver messo in piedi una scuola alberghiera, hanno iniziato a usare la caffetteria per il tirocinio degli studenti. Geniali. Qui siamo in attesa di incontrare due ragazzi per capire le possibili evoluzioni del progetto in seno alla partnership con Unicef avviata due anni fa, ma...parliamo del campo che mi viene meglio...

Conclusa quindi positivamente la mattinata, con l'apertura di buone prospettive future per il progetto, nel pomeriggio  e' toccato ai nostri allenatori, Alain, Shogun, Blaise e Maiala, scendere in campo con i bambini, per permetterci di capire un po' a che punto siamo, come lavorano e come possiamo aiutarli per crescere e migliorare. L'osservazione del loro allenamento e' stato per me un momento di grande soddisfazione, perché vederli tutti col pallone in mano, pronto per essere inserito in campo nel caso l'altro uscisse, vedere la qualità e l'intensità delle proposte, vederli creare il cerchio a fine allenamento per salutare tutti i bambini con un grido unanime, come piace fare a me, e' stata proprio una bella soddisfazione. Mia in primis, perché ho dato io le linee guida da queste parti, ma anche dei vari allenatori che mi hanno accompagnato in questi tre anni di vita di Inter Campus Congo. 
In definitiva, quindi, archiviamo positivamente il primo giorno. Ora spetta alla prima squadra, in campo con il Rubin Khazan, farmi trascorrere una bella serata! Forza Inter!

Congo Kinshasa 2012


Porco cane, se c'e' una cosa che proprio odio dei viaggi in Africa e' sicuramente l'orario delle partenze! Costretto sempre ad alzarmi quando la notte e' ancora nel pieno delle sue forze, a sentire nell'assoluto silenzio quel fastidiosissimo, già normalmente, ed acuto suono della sveglia, a muovermi in silenzio assoluto per non svegliare Si e a convivere, almeno fino al sorgere del sole, con questa specie di malinconia legata all'allontanamento dalla suddetta moglie ancora dormiente, acuita dal buio la' fuori. Normalmente infatti uscir di casa e lasciarla per una settimana, dieci giorni, e' già difficile, ma il pensiero del viaggio, degli allenamenti, degli amici grandi e piccoli neroazzurri che andrò ad incontrare, il più delle volte a ritrovare, mi aiuta a scacciar la saudade e a vedere con entusiasmo l'ennesima partenza, ma se fuori il buio ancora avvolge il mondo la cosa diventa più lunga e complessa. Ad ogni modo, malinconia o meno, rieccomi in marcia, direzione Congo Kinshasa, direzione Alain e associazione Oujana, direzione bimbi che vivono in miseria, che mangiano a turno nel corso della settimana, che nessun'altra prospettiva d'innanzi a se hanno, se non la strada, i furtarelli o chissà cos'altro per aiutare la famiglia a racimolare il necessario per campare giorno dopo giorno, direzione bimbi che magari, con l'inserimento in queste squadrette, riusciamo ad indirizzare verso un futuro migliore, certo non idilliaco magari, ma...chissà. La palla magica può tutto.  Questa sera arriveremo a Kinshasa, capitale del R.D.C. ex Zaire e qui, per i prossimi sette giorni io e Dario, accompagnati da Max, saremo sul campo di sabbia dell'associazione insieme ai nostri bambini e ai loro quattro allenatori.
Via allora, e che il viaggio duri il meno possibile, visto che il caviglione, ricordo della partita di lunedì, inizia già a dolere. 

sabato 15 settembre 2012

Immagini dall'Angola

Max ci parla un po' dell'Angola, ma soprattutto mille maglie neroazzurre durante l'ultima visita, a Benguela

giovedì 6 settembre 2012

Foto dal Brasile 2012


 Primo allenamento a Pititinga: i nani neroazzurri si preparano!


Che coppia umile: anche i palloni si gonfiano da soli!

Consegna ufficiale...delle poche maglie a Recife