sabato 12 aprile 2014

Ripetute a Città del Messico

Dopo cinque giorni in una comunità zapatista, lontano da tutto, imternet compreso, rieccomi pronto a pubblicare le mie riflessioni imtercampiste, solo che...devo riprendere da dove ho lasciato, ossia, dall'ultimo giorno a Città del Messico, prima di imbarcarmi verso la nuova avventura zapatista. Balziamo dunque indietro di quasi una settimana...


RIPETUTE A 2200 MT...

Cambia ancora l'ora, giusto per confondermi le idee un po' di più: dopo il meno otto sull'orologio al nostro arrivo, oggi arriva l'horario del verano e le lancette vanno riportate avanti di un'ora e si dorme, così, sessanta minuti in meno! Maledetti! Giusto perché tanto non siamo stanchi. 
"It's time to get up", il suono della sveglia del prof, inizia a riempire la stanza, dunque, alle 6.40 normali, in realtà 7.40, per portarci in breve fuori dalla stanza, armati di garmin, pronti per un bell'allenamento. Il programma prevede una bella piramide 1000+800+600+400+200+400+600, ma il programma non prende in considerazione i più di 2200 metri della città, cazzarola! Il mio corpo li sente tutti e un po' avverte anche l'aria non proprio pulita,  propria di questo posto, tra i più inquinati del pianeta, ma nonostante tutto si vola: passo medio sempre ottimo e con i recuperi del prof striminziti in pieno stile calzoncini di Maradona a Messico '86 posso dirmi soddisfatto. Certo, con una lepre del genere al fianco, non si può, anche volendo, andare sopra i 3'30/km, quindi la mia soddisfazione è figlia della lepre, perché dopo il secondo 400 se non ci fosse stato lui avrei mollato il passo...ma c'era, quindi bravi! Grande seduta. Terminata la corsa, doccia finalmente calda (ieri un guasto all'impianto ci ha tenuti sudati, dopo allenamento, in camera, ad attendere l'arrivo dell'acqua, per due ore e  quando finalmente poco prima delle 20.30, orario del nostro appuntamento per la cena con gli altri, dai tubi è tornata a scorrere era fredda...maledetti!) e colazione dei campioni, as usal, prima di un bel giro della città, con messa nella Chiesa di San Francisco, anch'essa mezza pendente. Anch'essa perché anche la Catedral e altri edifici storici stanno sprofondando, inghiottiti lentamente dalla terra, che non riesce più a sostenere il peso delle costruzioni umane poste su di essa e anno dopo anno sta cedendo, regalando agli occhi della gente palazzi e chiese fuori asse, monumenti più bassi del livello della strada che li circonda e altri strani, e preoccupanti per me, spettacoli archittetonici. 
Poi...via, aeroporto e partenza alla volta di Tuxla, dove noleggeremo una macchina per muoverci verso il San Cristobal. 
Ma questa è la storia di domani.

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