lunedì 7 aprile 2014

In campo a città del messico!

IN CAMPO A CITTÀ DEL MESSICO

Sveglia! Circuito di forza col prof, colazione dei campioni e siamo in campo all'universitad, con tutti e quattro i nuclei pronti a mostrarsi: uniersità, Triquis, Seilan e Tepito: quattro realtà diverse, accomunate dallo stato di indigenza dei bambini e...dalla maglia dell'Inter! Ritmi bassi, intensità un po' bassine per i miei gusti, ma tutto sommato buon lavoro dei mister, Adan, Ruben e Fernando; bisogna anche capire la loro cultura, il loro modo di essere: qui vanno tutti al rallenty, carlo sassi è il dio osannato, la parola più sentita è "tranquilo", insomma, chiedergli di proporre allenamenti come i nostri è quasi impensabile. Per ora. Perché col tempo son convinto di riuscire a convincere anche loro dell'importanza delle alte intensità nel corso della seduta, per coinvolgere i bambini e tenere le loro menti, oltreché i loro corpi, attive sul campo, per tutta la seduta. Col tempo, però. In fin dei conti ci siamo riusciti in Africa...ah, ah, ah, cala, cala, Merlino, direbbe Anacleto. Vero, ci siamo riusciti con alcuni allenatori, in alcuni paesi africani. Però ci siamo riusciti. E in un continente dove il tempo è relativo, in un posto dove per ogni cosa c'è sempre tempo, c'è sempre modo, in una realtà dove il domani, l'avvenire, non sono contemplati, considerati, perché già pensare all'oggi può essere un'impresa, in un Paese dove i bus collettivi non hanno un orario di partenza, ma partono solo quando sono pieni, be', dai, in un posto del genere ottenere il rispetto degli orari e allenamenti con buone intensità è un ottimo risultato. Certo, è profondamente diverso il tempo africano da quello sudamericano, dal mio punto di vista più lento ancora, più dilatato ed entrambi così diversi dal nostro, distanti dal nostro, ma se ce l'abbiamo fatta laggiù, ce la faremo anche qui. Ma con calma. Senza pressa. Tanquilo.
Anyway: allenamenti al rallenty a parte, la mattinata scorre velocemente sul campo di cemento e sotto il sole bollente dei 2200 metri della città, al termine della quale le mamme dei nostri bambini ci bloccano per mille foto, autografi e un "improbabile" spuntino con loro, a base di ogni cosa possibile, lontano dall'essere salutare: carne di porco, ketchup, salsa chily, riso rosso con non so cos'altro dentro...insomma, una dura prova, superata grazie ai tacos. Quando finalmente riusciamo a svicolare dalla tentacolare presa di mamme e bambini, si torna in hotel e...si corre! Si corre, ma in mezzo a un miliardo di persone! che casino: passiamo dalla piazza della constitution e poi ci tuffiamo su calle Madero, dribblando persone che spuntano da tutti i lati e riempiono la strada, puntando il parco vicino al palazzo delle belle arti, anch'esso colmo di esseri umani, tipo san siro durante i concerti del boss. Amen: c'è un fuso di otto ore da smaltire e una stanchezza diffusa da buttar via e niente come la corsa può aiutarci nell'intento. E allora via, cambi di direzioni continui, cambi di ritmo per superare o lasciar passare, ma non ci si ferma e si chiude alla grande una buona prima giornata messicana. Domani si riparte, direzione San Cristobal. 
Adelante companeros!

1 commento:

  1. Ma, densitá umana a parte, l'aria in cittá com'era? Tra altezza ed inquinamento dev'essere una combo notevole...

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