sabato 19 ottobre 2013

Torneo a Jaljulyeh

18 ottobre

Kick off!!! Si comincia. Per la prima volta siamo riusciti a coinvolgere sullo stesso campo una squadra di bambini ebrei, una di bambini arabo/israeliani, una di profughi sudanesi e una...Palestinese. 
Un mini torneo li ha coinvolti a squadre miste...no, bugia: nello stessa partita...naaaa, bugia anche questa. Va be', sullo stesso campo, tenendo ben separati nelle squadre i kibbutziani e i palestinesi, evitando non solo che giocassero insieme, ma anche contro e che non facessero foto insieme...va be', però hanno giocato a calcio, tutti con la stessa maglia e per un pelo, per via di un "errore" nella divisione delle squadre, non abbiamo rischiato di metterli nella stessa squadra. Poi quei maledet...quegli attenti adulti si sono accorti dell' "errore" e sono intervenuti, riportando palestinesi e ebrei su campi lontani, ristabilendo l'ordine, per fortuna..Magari più avanti. Ora non si può. Ma già il fatto di aver coinvolto sullo stesso campo bimbi di comunità così lontane, separate, diffidenti, l'una nei confronti dell'altra, e' stata un'emozione e un successo. Davvero. Un piccolo passo, in previsione, nella speranza, di riuscire in futuro a fare ciò che al momento non e' nemmeno pronunciabile.
 Partita dopo partita, però, gol dopo gol, esultanza dopo esultanza, si son viste cose inimmaginabili solo un giorno fa, al punto che al termine della giornata, nel fare una foto di gruppo, con tutti i bambini insieme a noi, Yasha si e' accorto che israeliani e palestinesi erano vicini l'uno all'altro e ha chiesto agli allenatori se doveva separarli, allontanarli, ricevendo in risposta un sorriso e il consenso a immortalare quel momento. Niente di storico, sia chiaro, però credo che, soprattutto per lui e Jasmine, sua moglie, che hanno e stanno lavorando con costanza per questo progetto e che solo 24 ore fa temevano nel naufragio del tutto, aver ottenuto il consenso per scattare quella foto sia stata una bella soddisfazione, un bel punto di partenza. Bravi! 
Per me, invece, vedere 100 bambini insieme rincorrere quella palla, con indosso quella maglia, e' sempre una goduria, a prescindere da razza, religione, provenienza e genere. Ecco, se però sono gobbi o milanisti...un po' il naso lo storco.
Giornata stupenda, quindi, ancora una volta, partita con un grande allenamento sul lungo mare di Tel Aviv, sviluppatasi con una seduta di qualità coi bimbi di Jaljulia (o come chezzo si scrive), grazie al bel lavoro di Andre e del prof ( e di Max, che se non lo cito si sente sminuito e fa il geloso!!! Il fondamentale Max!) e con un torneo unico, per noi, ad oggi, punto di partenza, si spera, per la crescita del progetto Inter Campus Israele/Palestina. 
Inshallah,  e per essere politically correct, baruch ha shem (grazie max, per lo spelling).

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