domenica 20 ottobre 2013

Odio l'aeroporto di Tel Aviv!

19 Ottobre

E che palle!!! Tutte le volte, tutte le santissime volte la stessa maledetta, noiosa, stressante storia: 
un'ora e mezza di controlli e di domande prima di poter salire sereno, scagionato da ogni sospetto, sull'aereo e rientrare a casa! 
Un'ora e mezza di domande, sempre le solite stupide domande: che legame c'è tra di voi, perché siete venuti qui, avete fatto voi la valigia (no, l'ho data in mano ad un fedajin, pirla!), avete ricevuto regali e altre cazzate di questo genere. E che palle! Sono ormai sei anni se non sbaglio che vengo in questo paese, per due volte l'anno: cazzo, ma guardate il passaporto e in mezzo ai vari timbri riconoscete il vostro e intuite che se continuo a tornare forse significa che non son qui per organizzare nessun attacco atomico! 
Un'ora e mezza di controlli delle valige, con 'sto cazzo di spazzolino, che non sono ancora riuscito a capire che diavolo di funzione abbia, infilato da tutte le parti dello zaino, rivoltandomi tutti i vestiti e le varie cose in esso contenute (e la cosa mi manda giù di testa), per poi concludere l'attenta perquisizione con un sereno "enjoy your flight"! Ma va ciapa' i ratt, bigul! 
Questa volta poi, prima volta che mi succede, dopo i primi controlli (dove, dopo averla passata sotto il metal detector, hanno voluto controllarmi la borsa da calcio...vuota, perché era piena all'andata dei kit per i bambini), liberatici finalmente del nostro cane da guardia, ci dirigiamo verso il banco swiss per il check in, quando il dobberman rispunta alle nostre spalle, fissandoci e dicendoci di fare in fretta, perché lei "ha molto da fare, ma non posso congedarmi da voi, prima che anche l'ultima borsa non viene spedita..."
Voi siete pazzi e paranoici, amici miei. Fanno quasi passare la voglia di tornare da queste parti. Quasi...perché il paese e' magico, mistico, ricco di fascino storico, religioso e naturale, tale per cui ogni venuta in questo spicchio di mondo e' sempre una magnifica avventura, e' sempre una nuova "mistica scoperta", ma...che prezzo da pagare! 
Questa volta il mio "pellegrinaggio", intrapreso anni fa con la prima discesa in Terra Santa  mi ha portato in mattinata in una sinagoga durante la funzione del sabato, invitati da Yasha ad assistere alle celebrazioni; e così mi son ritrovato ancora una volta a combattere con il mio solito senso di disagio quando entro nei luoghi sacri, di qualunque religione siano. Tutte le volte, Chiesa, Moschea o Tempio che sia, mi sento in imbarazzo, in difficoltà, non son tranquillo, sicuro e cerco di "evadere".  La strategia elaborata questa volta per fuggire quella fastidiosa sensazione mi ha condotto a chiedere una Bibbia e, con la kippa in testa da vero ebreo prestatami dal solito Yasha, ritirarmi su una sedia per tuffarmi nella lettura dei passi di oggi. Alla fine son riuscito a sopravvivere, rimanendo colpito dalla quantità di riti, gesti, tradizioni proprie dell'ebraismo messe in atto nel corso della funzione che intorno a me si stava svolgendo, oltreché perdendomi tra le pagine della sacra scrittura (la distruzione di Sodoma e Gomorra, la nascita di Isacco alla tenera età per il papino di cento anni, la richiesta di sacrificio dello stesso figlio, mi hanno accompagnato fuori dal disagio e dall'imbarazzo). 
Be', dopo essere stato sulla spianata del Tempio, essere entrato nella moschea della roccia, aver fatto la via crucis ed essere arrivato al Santo Sepolcro, aver con difficoltà avvicinato il muro del pianto, con oggi ho colmato un'altra delle ancora tante, troppe, lacune delle mie esperienze mistiche di viaggio. 
In fin dei conti Inter Campus e' molto più che semplice calcio!

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