martedì 9 febbraio 2016

In prigione

Ma com’è questa prigione? Perché la definisco buco sovraffollato? Dove stanno, come sono organizzati i detenuti? 
Proverò a raccontare, a descrivere, il nostro nuovo “terreno di gioco”, anche se, ripeto, il sovraffollamento di pensieri ed emozioni, ha reso difficile la registrazione della realtà e il mio tentativo di fissarlo su carta sarà arduo.
Quando ci hanno aperto il primo cancello siamo entrati in una grande stanza, piena di una trentina tra ragazzi e ragazzi, intenti a parlare, urlare, ridere; chi seduto, chi in piedi, incuriositi e divertiti dalla nostra presenza ci guardavano e cercavano in qualunque modo di attirare la nostra attenzione, chiamandoci, chiedendoci la maglia, le scarpe, l'orologio; attraversiamo la stanza e passiamo attraverso un altro cancello, che ci conduce in un corridoio all’aperto, che sfocia in un cortile, anch’esso aperto, grande più o meno come un campo a sette, occupato da panche di legno, tende, negozietti di vario genere e gente da tutte le parti (negozietti, si, bancarelle, piene di frutta, schifezze fritte, pesce...un souq, un vero e proprio souq in prigione); sulla sinistra il barbiere, davanti a noi la “chiesa” protestante, il negozio di sartoria, la lavanderia e poi chi cucina una pannocchia, chi tosta le arachidi, chi vende biscotti secchi, chi bibite. Una strada di villaggio col suo mercato, ecco cosa mi è sembrato: mancavano solo i moto taxi e poi poteva tranquillamente essere una qualsiasi strada di una qualsiasi città, la’ fuori. In fondo a questo cortile un piccolo corridoio, superato il quale, sulla destra, un altro cancello porta al quartiere dei minori, ossia il settore dei ragazzi detenuti. Ladruncoli di strada, piccoli truffatori, bambini fuggiti dal nord, terrorizzato da Boko Haram, o dalle follie della guerra centroafricana; dodicenni, quindicenni, tutti insieme, tutti costretti in questo spazio all’aperto durante il giorno, grande come un campo da calcetto, e rinchiusi dalle 16:30 in 25 per prigione. Loro, da domani, saranno i nostri giocatori…bon chance.

Appena oltre il quartiere dei minori, il settore “dei cattivi”, il sud africa, come lo chiamano qui dentro: l’ala del carcere dove sono detenuti coloro che sono accusati di colpe gravi, che vanno ben oltre il furto di strada o la detenzione di un qualche quantitativo di droga. Lo spazio qui è ancora più piccolo e la gente che lo popola è ancora di più; c’è fumo, perché sono sparsi qui e la fuochi di barbecue che cuociono ogni cosa commestibile transiti da quelle parti, e in fondo c’è uno spazio “ospedale” per i malati di scabbia…madonnina, ci mancava questa. Un nell’ambientino, non c’è che dire. Belle idee che ti vengono a volte, Be.

2 commenti:

  1. Fratello. Ci andai anch'io durante il mio viaggio in Camerun. Un'esperienza sconvolgente....chiedere al Capitano per conferma!

    RispondiElimina
  2. Ciao Alberto, deve essere veramente un posto terribile. Poveri ragazzi.

    RispondiElimina