lunedì 8 febbraio 2016

A Baffousam

ANCORE BAFFOUSAM
Il Camerun è l’unico dei “miei” Paesi Inter Campus dove non ho mai saltato una missione da quando, nel marzo del 2006, vi misi piede per la prima volta, quindi, facendo due rapidi e semplici calcoli, vista la mia scadente familiarità con numeri e operazioni varie, posso dire che questa è la mia diciottesima visita alla terra dei leoni; eppure mai avevo vissuto un’esperienza come quella che mi sto accingendo a vivere. Ne’ qui, ne’ altrove, a volerla dire proprio tutta. Già, perché mai avevamo messo in piedi un progetto in carcere e mai avevamo pensato di coinvolgere i detenuti adulti per renderli allenatori dei carcerati più giovani e dare forma così ad una nuova, innovativa, cellula di Inter Campus. E così, quando oggi pomeriggio, dopo le 4 ore di auto che da Yaoundé ci hanno condotto nella terza città più popolosa del Camerun, Baffousam appunto, siamo entrati nella prison principal de la citè, e mi sono reso conto che quella folla idea condivisa con Francis a Luglio stava divenendo realtà, la mia mente si è improvvisamene sovraffollata di pensieri, il mio “quartier generale” è stato co-condotto contemporaneamente da tutte le sensazioni in esso presenti: la verde ed energica Gioia, la blu e cicciotta Tristezza, la altrettanto verde e brillante Disgusto, il rosso e irascibile Rabbia e il viola e timoroso Paura. Tutte insieme a tirar leve, schiacciar bottoni, generando in me un mix di emozioni e pensieri che ancora mi scombussola (Inside Out è un film geniale; le sensazioni sopra citate sono i personaggi di quel film, per chi tra voi, venti lettori, non avesse colto la dotta citazione). Il pensiero poi che il settanta percento dei detenuti è ancora in attesa di processo, quindi potenzialmente innocente, eppure costretto a marcire in questo buco sovraffollato, non ha fatto che aumentare ancora il mio scombussolamento emotivo, accendendo però contemporaneamente la mia determinazione nel voler, da domani, provare a far qualcosa di buono anche qui dentro, provare a portare la magica sfera di cuoio anche tra queste quattro, fatiscenti, luride, mura. Certo, non sarà per nulla facile fare lezione a trentatré carcerati di vario genere, tra cui otto donne, così come sarà durissimo riuscire a organizzare allenamenti coi 34 ragazzi nello spazio a nostra disposizione, ma…ehi, siamo Inter Campus. Sfida raccolta, domani ci si metterà in gioco e si vedrà.

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