venerdì 12 febbraio 2016

I nostri allievi...

PRISON DE BAFFOUSAM, GIORNO 3 “Alberto, vedi quell’allenatore?” mi chiede Max; “certo, bravo, molto disciplinato, tranquillo, perché?” chiedo ingenuamente. “È condannato a morte per aver ammazzato un bambino”Senza parole. Resto senza parole. Davvero. Ma come è possibile? E Chantalle, la panzona seduta in prima fila, sempre precisa e attenta nei suoi interventi, validi e corretti? Condannata per aver, insieme al marito di cui ho già parlato, ammazzato 15 persone per poi venderne gli organi. Come fanno a convivere queste due anime? Malfattori degni di un film di Tarantino la fuori, tranquilli, educati e ordinati qui dentro: ma sono le stesse persone? E quando mi accingo a correggere il test di ciascuno di questi Jekyll e Hide, un po’ di timore si fa largo in me, per lasciar spazio a vera paura nel momento in cui, con Andre, capisco che sono ben dieci i bocciati! Ok, non ne usciamo vivi, questa volta. Invece…siamo riusciti a cavarcela anche questa volta!!! Chiaramente scherzo: non ho mai avvertito tensione, paura, se non un po’ di fastidio per le continue richieste delle calze, della maglia, dell’orologio, da parte della “popolazione” dei detenuti, ma soprattutto delle guardi. Ne siamo usciti, infatti, alla grande, con un grandioso ultimo giorno di lavoro e di festa, che ha coinvolto tutto il carcere e tutti i detenuti: Alphonse, nostro storico allenatore (quello che la volta che siamo andati a Pinzolo con gli allenatori africani insieme alla prima squadra, durante il ritiro, aveva messo in piedi una splendida bancarella di prodotti di artigianato fuori dallo stadio, prima dell’amichevole dell’Inter…un genio) ha messo in piedi una vera e propria festa dello sport, con gare di tiro alla fune, di corsa nei sacchi, di braccio di ferro, oltre alla finale del nostro torneo, con premi e regali per tutti. Tutto il materiale Calva che avevamo portato, quattro valige, è servito come trofeo, non solo per coloro che hanno vinto qualche gara, ma anche per “il più pulito”(bella lotta…), il più ordinato, il più gentile…insomma, ogni scusa era buona per regalare una maglia d’allenamento, una felpa, una tuta, un k-way, quasi tutto made in Calva e quasi tutto come nuovo. E alla fine tutti erano contenti, tutti hanno passato una giornata un po’ diversa, di certo inimmaginabile, e anche chi non è riuscito a ricevere un capo d’abbigliamento, ha ottenuto un sapone, bene preziosissimo da queste parti, chiudendo il suo incontro con l’uomo bianco con soddisfazione e gioia. Per oggi almeno. Domani si torna a tirare fino a sera in questo spazio angusto, puzzolente e sovraffollato, condiviso con gente di ogni genere e in attesa di un giudizio che tarda ad arrivare e che magari ci dirà anche che siamo innocenti e che abbiamo buttato 10-15 mesi qui dentro, ingiustamente. Assurdo. Domani però: oggi ci siamo divertiti, grazie a questa maglia neroazzurra e a questa palla sempre più magica.

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