venerdì 22 maggio 2015

L'angolo dell'allenatore

Tornato coi piedi per terra, più o meno, dopo l'overdose di emozioni in campo con DJ, per meglio smaltire la sbornia emotiva mi catapulto presto la mattina a Central Park per un bell'allenamento (oggi ci sono le ripetute in programma): sono un po' di marmo, ma tutto sommato sto bene e le gambe girano, quindi la seduta, tra un pensiero sull'incontro teorico previsto oggi coi mister e un'idea per migliorare ancora le cose sia qui, che in generale in Inter Campus, scivola via piuttosto facilmente (anche se l'ultimo 1000 è stato un Calvario, devo confessarlo!!!). 

Doccia, colazione a base di frutta e via, pronti per la lezione...nella hall di un hotel, o meglio presso il ristorante dell'hotel Marriot...cazzarola, ma proprio non ce la fate, cari i miei statunitensi. Ma come cacchio si fa a non trovare uno spazio alternativo, a non capire, a non volere, uno spazio idoneo, per disegnare esercitazioni, condividere metodologie, parlare di calcio??? Come cacchio si fa a sottovalutare tutto a questo modo, ad essere così superficiali e fare le cose...così, tanto per dire che sono fatte? E si che ci abbiamo provato, sia pre-viaggio con continue proposte, sia in corso di missione, ma...niente. Muro di gomma. Sembra quasi sia (già, perché su tre allenatori si presenta solo David e Ray, nostro referente tecnico locale, si fa i cazzi suoi con l'Iphone, mentre parlo di correzione del gesto e analisi dello stesso) venuto qui per farci contenti, per tenerci zitti "dai, sono anche venuto ad ascoltarti: cosa vuoi di più?". Assurdo. Ma non mollo. Mi frega assai se sono seduto ad un tavolo con delle forchette e un bicchiere di vetro davanti, più attenti e interessati all'argomento del mio allenatore: io voglio farti capire che non puoi andare in campo e improvvisare la seduta, non partecipare all'allenamento e fare solo da "propositore"! E così è stato: driblando tovaglioli e bicchieri di vetro, io e Andre per due ore abbiamo mostrato esercitazioni a David, spiegandogli fase per fase il nostro metodo, e intervento dopo intervento il nostro modo di toccare le quattro aree della personalità del bambino per, attraverso l'allenamento, non limitarci ad un miglioramento esclusivamente tecnico. Più di così non potevamo: bravo Andre e brava anche Annalisa. Abbiamo fatto veramente il massimo per cercare di portare sulla "retta via" questo progetto...particolare. Ora vediamo se i semi gettati germoglieranno finalmente e nel corso dei prossimi sei mesi che ci separano dalla visita di ottobre (che io, cacchio, non farò per impegni più importanti...) cercherò di "fertilizzarli" quotidianamente, stando addosso al duo Ray-David con esercitazioni e schede allenamento varie, per dare la svolta anche su questi campi del mondo.

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