mercoledì 13 maggio 2015

First day in New York

FIRST DAY IN NEW YORK


No. Non ce l’ho fatta. La sveglia è suonata, ma io dopo averla sentita e sopraffatta con maledizioni di ogni genere, mi sono rigirato nel letto, son tornato ad abbracciare il mio cuscino e mi sono rituffato nel mondo dei sogni. Oggi, dopo tanti anni, ha vinto la stanchezza. Ma ok: in fin dei conti questa settimana mi sono allenato tutti i giorni e la giornata che mi si prospettava era lunga e complicata, quindi male, ma non malissimo.
Sveglia quindi posticipata di un’ora, colazione e via, due passi (in realtà 2.6 miglia) verso il luogo di incontro con Youri. Fa caldo, il cielo è azzurro, c’è un piacevole vento in Central Park: non sembra nemmeno New York, visto che le precedenti volte ha sempre fatto freddissimo!!! Dopo una quarantina di minuti di marcia, eccoci arrivati: rivedere il mio idolo di quando ero piccolino e vederlo salutarmi con affetto mi fa ancora uno strano, seppur piacevolissimo, effetto! Poco dopo ci raggiunge anche Ray, con il suo americanissimo modo di parlare che mi mette non poco in difficoltà a volte, soprattutto quando si lancia in disamine calcistiche, farcite di termini tecnici e commenti in slang! Ok, a parole tutto procede al meglio: vediamo in campo se quanto detto trova un risconto…e infatti non lo trova. Un mezzo disastro sotto il profilo dei contenuti, anche se devo dire che per lo meno hanno imparato, stanno imparando, ad organizzare meglio la seduta: i bambini sono più controllati, l’allenamento si sviluppa attraverso tre momenti (con esercitazioni a cazzo, ma cambieremo anche questo), c’è buona intensità e partecipazione da parte dei bambini. Insomma, qualcosa sta cambiando, ma la strada è ancora lunga. E a volte mi sembra infinita e quasi inutile da percorrere perché tanto a loro, qui, su questi campi del mondo…non gliene frega niente! Non c’è la fame, la voglia, l’amore per il calcio che rivedo in giro; qui il calcio è un di più, è un passatempo, è l’occasione per andare al parco e la scusa per sfondarsi di tacos dopo allenamento. È uno sport come altri, è un momento di spensieratezza, è puro e semplice gioco, senza regole, obiettivi, strategie.
E se non ci siamo noi di Inter Campus a farli giocare, c’è qualcun altro a far muovere le chiappone di questi bimbi, quindi a loro non interessa granché mettersi in linea con noi, con le nostre indicazioni, con le nostre richieste e a volte, mi sembra, nemmeno sono contenti che siamo qui con loro, anzi, sembriamo un peso. Un esempio su tutti a dimostrazione di quanto scritto è dato dall’uso minimal della nostra maglia: in Camerun, in Angola, in Congo la maglia è tutto, i bambini impazziscono con i nostri colori addosso, si sentono giocatori, si sentono campioni, si sentono parte di una famiglia internazionale, appunto. Qui la maglia è indossata quando arriviamo noi, senza i nostri pantaloncini, il più delle volte dal 30% dei presenti…una mierda, per dirla nella loro lingua, visto che sono tutti sudamericani!!! È un peccato, per me, rendermi conto tutte le volte di questi limiti direi genetici del progetto: possiamo far crescere gli allenatori, renderli abili a gestire e strutturare gli allenamenti, capaci di educare veramente attraverso lo sport, ma...manca la scintilla, l'amore per la palla, la fame. Si va avanti, certo, con ancora maggior impegno, perché capiscano quanto sia magica quella sfera anche loro, non si molla certo, e anzi, spero un giorno nemmeno troppo lontano di scrivere tutt'altro su queste pagine virtuali, ma ora la realtà è questa. Vamos adelante!

1 commento:

  1. Le Final Four di Eurolega di basket saranno trasmesse in esclusiva su Fox Sports 2. L’appuntamento con le semifinali è fissato per venerdì 15 maggio a partire dalle ore 18.00 con CSKA-Olympiacos Pireo, a seguire alle ore 21.00 Real Madrid-Fenerbahce. Le vincenti si scontreranno in finale domenica 17 maggio in diretta esclusiva su Fox Sports 2 HD alle ore 21.00 (alle 18.00 live anche la finalina per il terzo e quarto posto).

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