giovedì 28 maggio 2015

E ora...Brasile!!!

BRASIL!!!

Milano-New York, New York-Milano, Milano-Rio, tutto in meno di dieci giorni…mia moglie è una santa!!! Avevo già sospetti sulla sua condizione, ma ora ne ho la certezza. Già, perché non contento nel week-end prima della partenza per la terra Carioca mi ha anche permesso di andare a Riccione per giocare le finali nazionali con la mia Poli, maldestramente chiuse con un rosichevole terzo posto. Mmmm…devo iniziare a sospettare del panettiere? Aver trovato michette dentro la lavatrice, nel forno e in tutti gli armadi di casa, e non mangiando io pane, qualche pensiero fantozziano dovrei iniziare a farlo? Ma va. Solo che sa, capisce, sente, che tutto ciò che sto vivendo a casa, a Milano, mi sta un po’ tirando matto, mi sta consumando, sa che a fine stagione sono sempre un po’ troppo scarico e nervoso e sa, allo stesso tempo, che niente come il calcio mi permette di recuperare energie mentali, serenità e tranquillità, quindi si adegua e mi accontenta. Splendida!
Ora però, dopo questa trasferta, sono io a volermi fermare, sono io a volermi godere le serate con la mano sul pancione, sono io a volermi divertire gli ultimi mesi…solo noi due! Quindi ora sotto con questo Brasile, per poi fare una pausa di quasi venti giorni in Italia, prima di Cuba. Poco, vero, ma…piutost che nigot, l’è mei piutost.
E allora via, si parte! Si parte e non ci si ferma più, perché questa visita lampo è stata pianificata…va be’, è stata decisa... super intensa, tant’è che appena atterrati a Rio, ore 5 del mattino, abbiamo giusto il tempo di un bell’allenamento rigenerante sul lungo mare (e sto maledetto stiramento continua a limitarmi, cazzarola!!!), per poi infilarci in metro e tuffarci nelle nostre solite comunità per tre allenamenti in fila, uno dopo l’altro, in tre diverse favela. Si comincia sul campo di “morro de primavera”, col professor Elvis e i suoi scatenati giocatori: scatenati ad essere diplomatici…un casino assoluto, con 12 cinesini a disposizione e 8 palloni! E allora via, mega introduzione gestita con Juri, che ingloba anche una parte analitica, un bel situazionale, dividendoli in due gruppi, e partita finale. Alte intensità, buon coinvolgimento, buone risposte dei ragazzi, insomma, buona seduta di allenamento. Ci siamo divertiti. Ma non c’è tempo di riprendersi: Campeao, il mitico allenatore quasi ottantenne, da sempre con noi, ex calciatore professionista (leggende favelare lo vogliono copagno di squadra di Pele), e i suoi bambini del nucleo di Turiacu, ci aspettano. Via, allora, ripartiamo. Dieci minuti per uscire da una comunità, entrare in un’altra e rituffarci in campo: stessa struttura di prima, ma qui i nostri “giocatori” sono più disciplinati, educati, più abituati all’allenamento; le cose, quindi, vanno meglio, più facili, e possiamo anche spingere un po’ più sull’acceleratore e osare qualcosina (ricevendo risposte positive dai ragazzi) nel corso della seduta. Grande Campeao! Si vede che lavora, che li segue, che attraverso il campo riesce a educarli, a prepararli non solo per la partita del sabato. Grande! Ma non c’è tempo di fare i complimenti all’anziano professor: il nucleo “vila do Joao” e prof Renè ci aspettano. Via, di nuovo in macchina e di nuovo in campo. Qui sono 46 i bambini, dai 4 ai 14 anni…che casino. E il contesto non ci aiuta: siamo nel cuore della favela, con gente intorno e dentro il campo che guarda, passa, chiede e domanda, con mamme smartphone munite e selfiemaniache, con banditi armati a puntino che osservano e tengono tutto sotto controllo. Ripeto, che casino. Ma nonostante tutto, anche qui va tutto alla grande: Renè, il mitico prof, lavora bene e seppur molto…irrequieti, diciamo così, i bambini hanno voglia, si dedicano a noi completamente, quindi le cose sono semplificate, l’allenamento raggiunge buone intensità e buoni obiettivi. Bene, sono contento. Ma sono anche distrutto. Veramente a pezzi. La penna mi cade…dormo. Domani si riparte e io devo ricaricare le batterie!!!

Nessun commento:

Posta un commento