lunedì 31 marzo 2014

Incontro con "Special Olympics"

http://www.specialolympics.it/

Special olympics

Prima della nostra lezione, del nostro intervento, abbiamo l'opportunità di assistere a quello offerto da "special olympic", dedicato allo sport, all'insegnamento  di diverse discipline sportive a disabili. Disabili di diversi "generi", di tutti i "tipi": dai non vedenti, ai paraplegici, tutta gente privata delle normali capacità fisiche, ma dotata di qualcosa di più grande che le rende straordinariamente speciali. Gente che non vede, non vede nulla, ma che è innamorata come me della palla e non rinuncia ad inseguirla "solo" perché non la vede e allora...la sente (palloni con dei sonagli dentro) e come me, anzi forse con più determinazione, decide di correrle dietro e calciarla; gente senza gambe, costretta sulla sedia a rotelle dalla vita, che coltiva la sua passione per lo sport e diventa campione, nuotatore o pallavolista (chiaramente pallavolo adattata, con rete bassa) che sia, dedicando tempo, passione, sofferenza agli allenamenti, per la ricerca continua del miglioramento, della crescita. Gente straordinaria, cui i ragazzi che questa mattina ho avuto il piacere di ascoltare insegnano la disciplina, propongono allenamenti, sviluppano le abilità, le performance. Grandiosi. Anche se...cacchio, la lezione poteva essere molto più bella, più coinvolgente, più educativa. Visto lo straordinario argomento da trattare e  l'obiettivo da raggiungere, cioè lasciare qualche strumento ai partecipanti per replicare gli allenamenti a casa loro, speravo in qualcosa di più, speravo di rimanere più affascinato, più colpito, impressionato, coinvolto,  invece, pur presentando le straordinarie imprese degli atleti, la lezione è rimasta in superficie, non ha rotto il velo per giungere in profondità; il tutto si è limitato a un volo radente sull'argomento, ma  senza mai darmi, darci,  gli strumenti pratici, i mezzi, per poterlo conoscere e riproporre. 
Certo, è stato bello e istruttivo provare a giocare a calcio come se fossi un non vedente, con una mascherina che mi impediva la visione di qualsiasi cosa: sperso, totalmente spaesato, cercavo di sentire la palla, ma per riceverla e colpirla mi irrigidivo, la muscolatura tutta si irrigidiva, rendendo complicato, lento e goffo ogni movimento, per cui anche una semplice ricezione di interno piede diventava un'impresa! Certo, è stato bello e istruttivo provare a giocare a volley da seduto, costretto a grandi sforzi per semplici spostamenti laterali, per difendere o attaccare, ma...speravo dessero indicazioni su come rapportarsi con questi atleti, come insegnar loro la disciplina, come coinvolgere i bambini con queste disabilità nello sport, invece mi hanno un po' deluso. Be' facile criticare da fuori: vediamo quando toccherà a me cosa succederà...

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