venerdì 14 marzo 2014

Last day in New York

Last day in New York

Turista a New York! Oggi siamo liberi, abbiamo tutta la mattinata per girare la grande mela come vogliamo, per poi trovarci a pranzo con gli allenatori e fermarci con loro un po' a parlare di come organizzare la cellula, i bambini, gli allenamenti, in pratica come far partire ufficialmente Inter Campus New York e riprendere quindi l'aereo questa sera e tornare da Si.
E allora via, dopo l'ultimo allenamento a Central park, io e Andre lungo la fifth avenue, giù fino al Madison Square Garde, poi su di nuovo fino a Time square e giù per la Broadway per prendere la metro e passeggiare sul ponte di Brooklyn prima di inoltrarci verso quel che era una volta in world trade center; palazzi, grattacieli, strade e negozi, poco altro intorno a noi,  ma...c'è un qualcosa di particolare in questa metropoli, che rende interessante, affascinante, anche questo ammasso, questo guazzabuglio di modernità. 
Nonostante il freddo gelido, il vento polare che ci ha fatto sanguinare le labbra tutta mattina, questo posto, devo ammetterlo, ha qualcosa che lo rende particolare, interessante, unico. Devo ammettere, poi, che le persone che ho avuto modo di incontrare e con le quali ho, abbiamo, avviato i lavori, hanno svolto il loro ruolo nel mio percorso di ravvedimento nei confronti di N.Y, ma anche se Djorkaeff fosse stato un coglione qualsiasi, il classico ex grande calciatore, tutto ego e niente cervello, credo che la passeggiata che ci ha portato ad attraversare Central Park da nord a sud, mi avrebbe comunque permesso di rivalutare positivamente la cittá. Il fatto che DJ in realtà sia una grandissima persona, gentile, simpatica e intelligente, si è rivelato, dunque, secondario, ma ha reso questi giorni divertenti e speciali. Speciali perché...be', mi avessero detto a vent'anni che il calciatore con indosso la maglia numero sei, il mio numero, dell'Inter, per il quale stravedevo, capace di gol e giocate magiche, un giorno mi avrebbe detto "Alberto, tu devi spiegarmi tante cose dell'allenamento", o che mi avrebbe fatto passare una gran serata raccontandomi aneddoti, episodi della sua carriera, ridendo e scherzando (....e bevendo), be', non avrei mai potuto crederci e non avrei mai nemmeno potuto immaginarmelo. Invece...Invece eccomi qui, con lui e la moglie a sentire storie del suo passato interista, che rendono ancora più grande l'immagine che ho del Presidente (il "suo" presidente, Moratti), ancora più solido l'amore per questi colori e ancora più forte l'orgoglio per esserne parte. Grazie Inter!

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