lunedì 17 marzo 2014

In campo...anche ad Aber!


Aula e campo ad Aber

Aula la mattina e campo il pomeriggio: il modus operandi di inter campus inizia a prender forma anche quassù, con 12 allenatori e 108 bambini, giusto per gradire, visto che siamo solo all'inizio. E si vede, direi, che siamo all'inizio, visto il concetto diffuso di allenamento: corse lungo la linea laterale del campo, file interminabili e trenta giocatori per gruppo. Ma la cosa "speciale" sono le esercitazioni proposte, cose che tutt'ora, ahimè, si vedono anche sui nostri di campi, ma che mi riconducono a Valcareggi, o al massimo a Bolchi e Sonetti. Insomma, una scempio. Uno scempio che qui non pensavo di incontrare, non perché pensassi che da queste parti fossero particolarmente "avanti" nella metodologia di allenamento, ma perché pensavo che certe abominevoli esercitazioni fossero prerogativa, fossero figlie della "tradizione" italiana, paese di allenatori, paese dove sessanta milioni di mister si contendono i bambini, i futuri talenti, a suon di "innovative" e "formative" sedute. 
Invece eccoci sul campo ad osservare improbabili mobilizzazioni degli arti superiori, "innovative" posizioni di stretching e "rivoluzionarie" esercitazioni per il tiro in porta. Ma il divertimento? Come diavolo sono arrivate fin quaggiù certe cose? Sia chiaro, non voglio fare un discorso sofista, da super allenatore che osserva e critica tutto ciò che vede. Sbaglio e sbaglierò anch'io.  Voglio solo capire come esercitazioni degli anni trenta, figlie di quel periodo, derivate dall'idea di allenamento che in alcune realtà sopravvive ancor ora, lontana da quella che condividiamo e che cerchiamo di proporre in giro per il mondo, siano potute arrivare in  latitudini così diverse, lontane e con un background calcistico...differente. Sono stati i medici del Cuamm, nostro partner e presente in Uganda fin dai primi anni settanta, ad esportare queste..."cose"? o i volontari Italiani, presenti ovunque nel mondo? O ancora, queste corse per nulla divertenti, sono state importate dai padri, di qualsiasi ordine, italiani, che ovunque incontriamo?In fin dei conti l'italiano, dottore, prete, piazzaiolo o clown che sia, è allenatore, sa di calcio e se solo non si fosse infortunato sarebbe in serie A... Non lo so, cacchio, non lo so. Quello che so è che qui c'è tanto da fare, tanti corsi e tanti allenamenti, per cambiare questi allenamenti di Radiciana, derivati da gigi radice, memoria.
 Bene, dunque. Molto bene. Dovrò, dovremo, tornare un sacco di volte. E questa è solo la seconda...

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