martedì 18 marzo 2014

La casa ad Aber

Aber

La nostra casettina in questo piccolo villaggio, in realtà, comparata con la mia casa di Villasanta, è una reggia: ingresso, sala da pranzo, cucina, quattro camere e un bagno che da solo vale la mia, nostra, "reggia". Sita dentro l'ospedale del Cuamm, quindi anche sicura e curata, vale molto più di tanti altri alloggi riservati a Inter Campus. Qui, poi, abbiamo anche l'housekeeper, Helen, una ragazza che ci cucina, che pulisce e tiene ordine ovunque! Insomma, siamo serviti e riveriti da queste parti. Infine...be', la mattina presto, uscire per allenarmi col prof con il sole ancora nascosto dall'altra parte di mondo, pronto, deciso a rivelarsi, ma ancora timido, incapace di illuminare completamente la strada rossa africana dove corriamo e la natura selvaggia che ci circonda, vale più di ogni albergo di lusso, letto a dodici piazze, o di ogni altra sciccheria immaginabile! Bruciare quella strada con ripetute a raffica, con il mio prof preferito a darmi ritmo e intensità (madonnina se va!) non può che essere la ciliegina sulla torta. Eppure non sembrano così entusiasti i mille bambini che incrociamo lungo la nostra corsa, diretti a scuola, armati di lunghi bastoni (solo ieri ho scoperto il fine di quei bastoni: per colpire e far cadere i frutti dagli altissimi alberi della scuola durante la pausa!) così come i vari lavoratori in bici, o a piedi anch'essi, che non fanno che guardarci con aria esterrefatta, che non fanno che ridere al nostro passaggio, o parlottare tra loro indicandoci. "Mzungo..." penseranno, " che strane figure"! Ma a noi piace così tanto: correre, allenarsi di prima mattina, per poi affrontare carichissimi la lunga e intensa giornata di calcio, di corso e allenamenti. Questa è vita! 
Puntualmente, poi, chiudiamo il giorno con un intenso circuito di forza con elastico e a corpo libero, per portare a esaurimento completo le nostre batterie e poter così dormir sereni, nonostante i duecento gradi e il sudore a fiumi, la sera, prima di...ripartire! 

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