sabato 14 dicembre 2013

Peladinha

Peladinha a Olinda

Già per me è difficile pensare a una giornata senza calcio, allenamento o partita che sia, se poi mi trovo nella terra del futebol diventa impossibile immaginarmi un tale abominio, per cui quando Augusto ci propone uma peladinha coi suoi amici, anche se l'orario dell'appuntamento è un po' fastidioso, 7:30 della mattina madonnina, la risposta non può che essere positiva! Sveglia presto, dunque, e via verso Olinda, piccola città appena oltre la parte vecchia di Recife, per scendere in campo a rincorrere quella magica sfera e capire il perché delle intensità così basse tenute dai nostri bambini in campo: gli adulti praticamente camminano, di conseguenza i bambini non possono certo essere dei fulmini di guerra con questi esempi davanti! 
Se i giocatori camminano (si attivano solo quando la palla passa nelle loro vicinanze) la palla gira a due all'ora e io continuo a fare movimenti e contromovimenti la davanti per dettare il passaggio, ma...niente da fare. Prima la devono ricevere, toccare, devono fare una finta inutile, passare col tacco, perderla e inveire contro campo, compagni e arbitro! Solo ogni tanto decidono di darmela in profondità e contro questi pali della luce la vita è facile...
 Questo è il futebol brasiliano, oggi con un pazzo indemoniato la davanti a scombussolare l'ordine delle cose, in moto perpetuo, che ogni tanto si staccava dalla marcatura modello Pasquale Bruno e faceva la sua mini ripetuta, con o senza palla non importa, per rendere per lo meno allenante la giornata. 
Anche Juri in porta ha avuto il suo da fare per contrastare l'ignoranza tattica dei nostri compagni, innamorati della palla e sempre pronti a seguirla, ovunque essa andasse, senza curarsi di compagni, porta, avversari! Anarchia tattica allo stato puro. 
Per fortuna...la palla è sempre la palla, quindi comunque e dovunque ci si diverte a giocare e dopo un'ora, contenti e soddisfatti, e sudatissimi visto che alle 8 erano già 30 i gradi, chiudiamo la partita secondo l'usanza brasiliana: cervecinha! Essendo le 11.30 non abbiamo molta voglia di bere io e Juri, ma conoscendo le usanze dobbiamo escogitare qualcosa per dribblare i fiumi di birra! Cacchio, ma cosa? Trovato! Teniamo il bicchiere sempre pieno, così non hanno modo di riempirlo. Geniale. Intorno a noi, quindi, in meno di due ore e in meno di 20, si aprono, ma soprattutto si scolano 38 skol (una pilsen locale, una birretta leggera, ma 38...), tra risate, discussioni interminabili sulla partita e racconti vari. Si beve con tanta disinvoltura a stomaco vuoto, che quando arriva il momento di rientrare per andare a mangiar qualcosa Augusto barcolla e ci consegna a Careca, così chiamato per evidenti motivi di calvizie, per continuare a godersi la giornata di festa. Ciuchetoni!!!

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