domenica 17 giugno 2012

Cuba 3, Giugno 2012


13 giugno 2012: La Habana

Incredibile sentirli parlare: giovani, vecchi, adulti, tutti con lo stesso, dominante, argomento da sviscerare, tutti coinvolti dalla stessa, identica, eterna passione: las chicas!  E' quasi una malattia da queste parti, peggio che in Brasile, stato che consideravo il più allupato del mondo; invece partendo da Octavio, autista di taxi sesantacinquenne che non può tornare a prenderci al campo perché a quell'ora ha un appuntamento con una donna italiana, Marta, e ci mostra orgoglioso la pillolina blu che trasforma in "legnaco", testuali parole, il suo spento arnese, fino ad arrivare a Pires, soprannome che ho dato ad uno dei nostri allenatori, che non mi ha mai chiesto se la spiaggia dove trascorro la pausa pranzo e' di mio gradimento, pulita, con il mare bello, ma si e' solo limitato a cercar conferma della presenza di chicas, appunto, intorno a noi, in cima alla lista dei discorsi dei cubani c'è sempre lo stesso argomento. Incredibile sentir parlare sempre, in ogni occasione, certo non solo perchè le menti da queste parti sono molto più interessanti che da noi, di donne.
Chicas a parte, anche oggi grande, intensissima, giornata, iniziata con la mia consueta corsa lungo il Marecon, vialone lungomare de l'Habana, quest'oggi solitaria, visto che Aldo ha deciso di non dar seguito al suo allenamento di ieri, sviluppatasi attraverso la seconda giornata di corso, la pausa alla playa de l'est, l'allenamento coi nostri bambini, purtroppo gli stessi di ieri, e conclusasi ora con una cena presso l'unica birreria artigianale della città, che non poteva non godere della mia visita, visto il nettare prodotto! Birreria sita all'interno di uno splendido palazzo appena ristrutturato, per riportarlo ai fasti del passato, che ospita al piano superiore un oficina della musica, rimessa a nuovo anch'essa grazie al sostegno della provincia di Cremona, che ha anche esportato alcuni suoi celebri liutai per avviare un progetto relativo alla costruzione di strumenti musicali. Nonostante tutto, ogni tanto mi ricordo che essere italiano non e' sempre vergognoso. Questo palazzo si trova inserito all'interno di una piazza stupenda, patrimonio mondiale dell'Unesco, P.za Vijea, guastata solo dalla presenza di negozi di abbigliamento, i pochi, pochissimi, presenti nella città, che ti aiutano a capire la strada che va imboccando il socialismo cubano.  
Passeggiando sulla strada del ritorno il mio sguardo ha continuato a perdersi, spaziando tra i magnifici palazzi, quei pochi ristrutturati, e i loro barocchi balconi, tra le grandi e ampie piazze, che ricordano molto quelle di Madrid, e le strade di ciotolato, segno distintivo del quartiere più bello dove  ho fin'ora camminato: l'habana vijea. 
La serata si e' quindi chiusa presso l'El Floridita, locale storico della città, reso famoso dalle lunghe serate trascorse a bere Daiquiri da Hemingway, al punto che il locale ora presenta, nel punto dove il romanziere trascorreva le serate in compagnia del bicchiere, una statua ad altezza naturale dello stesso. 
A differenza dell' Ernesto, però, la mia resistenza è decisamente limitata e le forze iniziano ben presto ad abbandonarmi, nonostante la splendida atmosfera del locale: sono a pezzi e domani si riparte, quindi finito il cocktail, via, mi fiondo nel letto e fino alle 6.50 non mi si sente!

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