sabato 5 maggio 2012

Uganda 2012:aprile 30

30 aprile Road to Angal! Sei ore di macchina attraverso un paesaggio da national geographic, che sempre riserva qualche esperienza, qualche emozione, al di fuori del normale andamento degli eventi. Ammassati in macchina tra gli scatoloni con il materiale sportivo donato dalla Calva, i bagagli, partiamo presto da Kampala, accompagnato da un fastidiosissimo problema di stomaco, mio fedele compagno per tutta la giornata. Ore e ore lungo questa infinita strada dritta che attraversa l'Uganda verso nord, verso il Congo, che taglia in due la savana, incrocia per due volte il Nilo, fino a scaricarci nel villaggio dei nostri amici padri comboniani, con cui ormai da tre anni portiamo avanti il progetto, coinvolgendo 100 bambini del villaggio. Qui niente corso, niente aula, niente di avanzato: qui allenamenti, giochi, consegna di palloni portati questa volta da Juri e materiale vario recuperato nelle nostre scuole calcio, visto che l'obiettivo principale qui e' quello di tenere vicino ai padri i bambini del villaggio, per far si che non più la strada, ma la scuola e il campo diventino i luoghi per la loro formazione, della loro crescita.  Il ritorno ad Angal e' sempre un'emozione, forse per il fatto che qui si respira la vera essenza del progetto, o meglio della mia idea di progetto. Qui dormiamo nella guest house dell'ospedale, autonomi, con una donna, Agnes, che ci fa da cuoca, ma inseriti nel villaggio, dentro la vera realtà del mondo con cui entriamo in contatto. Qui usciti di casa siamo scrutati da centinaia di occhi, siamo assaliti da centinaia di mani, siamo sopraffatti da centinaia di bambini che ci toccano, ci chiamano, ci studiano. Quando usciamo da casa, poi, abbiamo sempre una sacca piena di palloni con noi, quindi la curiosità e l'entusiasmo dei bambini e' ancor più stimolato, al punto da farmi sentire babbo natale, con quella sacca in spalla, inseguito da questi bambini! Il campo, una volta liberato da capre e mucche, e' uno spazio verde appena fuori il villaggio, che per due ore la mattina e due il pomeriggio si anima, tingendosi di neroazzurro, attirando gente da tutte le parti, incuriositi dalla nostra presenza e divertiti dalle nostre proposte. E una volta conclusa la giornata, la sera ci riserva un altro spettacolo: un cielo immenso, tinteggiato di puntini bianchi e luminosi, parte dell'emisfero nord e parte dell'emisfero sud, essendo esattamente sull'equatore e quindi esattamente "in mezzo"! Luci artificiali non ve n'e', quindi le stelle hanno tutto il palcoscenico del firmamento a loro disposizione, per dar sfogo alla propria energia millenaria e illuminarci la strada. Che spettacolo!

1 commento:

  1. ... Senza viaggio aromatico al "Masala"!!!
    Grande Bebe, ottimo diario di bordo che ripercorre pienamente tutte le emozioni condivise in questi 8 giorni... Peccato (o per fortuna?!?) che in questi aggeggi elettronici manchino odori, luci e suoni dei luoghi attraversati!! Anche se la vera "impresa" l'ha fatta Silvia (chapeau!!!)

    RispondiElimina