sabato 5 maggio 2012

Uganda 2012: Aprile 27

Purtroppo da laggiu' mi e' stato impossibile pubblicare i miei resoconti, o forse per fortuna dira' qualcuno tra voi o 15 lettori (25 ne aveva Lui, io al massimo 15...), quindi cerchero' di rimediare ora, tornato alla "civilta'", o comunque tornato in questo luogo con internet e costante energia elettrica. 27 aprile 2012 Back to Uganda, once again! Rieccomi in Africa, finalmente; rieccomi a Nagallama, tra odori, colori, suoni, che solo l'Africa e' capace di generare.  Partiti da Milano all'alba di ieri, in tarda serata siamo atterrati ad Entebbe, dopo dodici ore tra i cieli del mondo, ballando come matti per via delle varie turbolenze e dormendo come mai prima d'ora in aereo.  Arrivati a destinazione Sam, un driver del Cuamm, ci accompagna nella nostra solita, famigliare guest house a Kampala, quartiere Kansanga, dove trascorriamo la notte prima di ripartire, questa mattina, destinazione Nagallama. Questa volta non andiamo al solito Colline Hotel, ma decidiamo di cambiare per alloggiare all'african village, un nuovo resort, vicino alla scuola dove lavoriamo; un resort con bungalow singoli, puliti e carinissimi, con tutti i confort necessari. Spettacolo!  Così come spettacolare, come sempre, e' l'accoglienza riservataci alla scuola da miss Josephine, gli allenatori e i bambini, schierati a bordo strada a mo' di parata d'onore, con canti e sorrisi! Sono ormai quattro anni che vengo a Nagallama e con Mike, Fred, miss Josephine e i bambini si e' ormai creato un rapporto che va oltre il semplice lavoro, si e' instaurato un sentimento reciproco forte, un'amicizia bellissima, che cresce ogni volta che ci rincontriamo. E' bellissimo tornare " a casa" tutte le volte, tra facce conosciute, posti famigliari e amici vari; così come e' bellissimo rinnovare tutte le volte l'incontro con Benjamin, il mio "figlioccio" sordomuto, il bimbo che tutte le volte che il mio girovagare neroazzurro mi riporta in questo angolo verde d'Africa mi si attacca, mi segue ovunque, mi sorride e gioca per ore con me.  E' cresciuto, cacchio se e' cresciuto, e appena mi vede nel suo parlato stentato, a versi, pronuncia il mio nome: "Aerto...", scatenando in me grande emozione. Grazie Benja!!!  Campo, si, subito campo: allenamento in mano a loro, però, gestito dai nostri misters, che dimostrano come questi quattro anni abbiano portato loro ad un ottimo livello, rendendoli oggi capaci di dar forma ad allenamenti di qualità, con buone intensità e buone esercitazioni proposte. Inutile nascondere il mio orgoglio nell'osservarli all'opera, nel vedere come sia cambiato il loro modo di stare in campo, di allenare e di essere allenatori; certo le proposte sono un po' sempre le stesse, ripetono spesso quelle osservate nel corso dei nostri allenamenti, ma...un passo alla volta! Arriveranno anche a inventarsi esercitazioni proprie, specifiche per le loro esigenze, per i loro obiettivi.  Finito allenamento altra piccola, splendida, avventura: garmin al polso, cardiofrequenzimetro al petto e via, lungo gli 8km che separano il campo dai nostri bungalow, attraverso i due villaggi che ci separano dalla meta, lungo le colline, le salite e le discese che ci riportano a casa. Bellissimo chiudere con questa corsa la giornata, liberando la mente, volando con essa a Santiago, da Silvia, intenta a combattere con la stanchezza e con un insolito dolore al piede per completare il cammino di Santiago, cercando di lanciarle segnali telepatici per spingerla, sorreggerla, nel corso del suo lungo, impegnativo, ma esageratamente affascinante pellegrinaggio. Vai Si, non mollare!!! Noi ora andremo a Mokono a cena, credo al Colline, a salutare i camerieri dell'hotel dove per anni abbiamo alloggiato.  Bello tornare sempre a casa, qualunque essa sia!

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