lunedì 28 maggio 2012

Angola maggio 2012: 25 maggio


25 Maggio
Ormai la sveglia che suona alle prime luci dell'alba e' una costante da queste parti ed infatti anche oggi il drin acuto che mi fa riemergere dall'abbraccio di Morfeo si manifesta alle 5.45! Giornata intensissima in agenda, che parte con il trasferimento a Mota, dove Stefano deve celebrare messa, prima della festa di Maria Ausiliadora. La festa e' l'occasione per mostrare ad un certo signor Lemke, di non so quale agenzia delle nazioni unite, il nostro lavoro in Angola, perché questo alto funzionario, per quel che ne so, vorrebbe vedere cosa combina Intercampus nel mondo, forse per ripetere l'esperienza; tutto quindi gira intorno a questi personaggi, anche l'organizzazione del nostro intervento, pensato apposta per mostrare senza "annoiare". 
La cosa non mi garba per nulla, perché far fare le scimmiette ammaestrate ai bambini in neroazzurro e' una cosa ben lontana dai miei pensieri, ma altro non posso fare che adeguarmi ed insieme a Silvio dar forma a dodici, si proprio dodici, minuti per far vedere il nostro lavoro, evitando che la soglia dell'attenzione di queste persone cali pericolosamente. 
Persone queste che lavorano per progetti in favore di questi stessi bambini con cui noi da sei anni condividiamo spazi e tempi di gioco e che non li hanno mai fatto visita, non li hanno mai incontrato a "casa loro"; persone che dalle loro ville con aria condizionata, pianificano interventi e progetti di non so quale genere, senza pero' scendere concretamente sul terreno di gioco. 
Sia chiaro, non mi sento più figo perché io e gli altri misters scendiamo in campo in tutti i sensi per dar forma al nostro progetto, ne' tanto meno penso totalmente che certe agenzie siano solo sperpero di denaro, perché vige in me la massima che piutost che nigot l'e' mei piutost, quindi se questi non curano la parte pratica, ma trovano fondi e fanno realizzare ad altri progetti in favore della gente va benissimo, ma credo sia assurdo che chi deve sostenere con i propri progetti la gente delle favelas di Luanda non sia mai scesa in questi quartieri, non si sia mai sporcata le gomme del suv per passare da queste parti. In ogni caso, hanno vinto loro e coi bambini ci limitiamo a "mostrare" due esercitazioni, il cui fine ancora un po' mi sfugge. 
Per nulla soddisfatto, anzi annoiato e contrariato dalla lunga mattinata, mi rifaccio insieme al prof nel pomeriggio: osservazione di un allenamento gestito da sette nostri allenatori e intervento immediato per correggere le difficoltà emerse, per indirizzare sulla giusta rotta le esercitazioni proposte. 
L'esito finale di questi nostri interventi credo sia stato positivo: credo perché dal mio punto di vista per un allenatore avere un consiglio direttamente in campo, un intervento sul momento per migliorare l'andamento della seduta, sia un'occasione di crescita notevole, ma devo capire come i nostri amici angolani vivono quest'esperienza.
Per non farci mancar nulla a seguito dell'allenamento coi bimbi, siamo scesi in campo noi sul terreno dell'oratorio di Sao Paulo: 5 squadre composte dai giovani della parrocchia, tra cui la nostra, impegnate "ao primeiro goal", cioè solita regola brasiliana, chi segna resta. Io, Silvio, Lau, Dunga, Chuki e Hippolito i giocatori schierati. La sfiga, o forse la pochezza della squadra, fa si che nelle prime tre partite si riesca a giocare meno di tre minuti (il culmine e' stato raggiunto com 36 secondi trascorsi in campo, grazie ad un fantozziano autogol di Lau), convincendoci, nell'attesa tra una partita e l'altra, mai meno di venti minuti, di uscire dall'oratorio per dar forma ad un serio allenamento, grazie alla sapienza del mio preparatore atletico preferito: Silvio!
Le ultime due partite le vinciamo, prima che suonino le 18 e l'oratorio venga chiuso. Chiudiamo quindi la giornata con un bel lavoretto di "intermittente forza", accompagnato da addominali e circuito di forza in camera con l'elastico, per poi fare training autogeno e trovare voglia e motivazioni, oltreché energie, per uscire a cena con i ragazzi dell'ambasciata e Canzi, questa volta accompagnato dalla moglie. 
Dura, lunga, intensa, ma splendida, ennesima giornata angolana.
Domani si rientra: ultima notte senza Silvia nel lettone! Poi una sola settimana a casa prima di volare in Israele, ma intanto mi godrò queste sette notti a casa con...mia moglie!

2 commenti:

  1. L'oratorio non chiude alle 18:00 :) fa pausa per la Messa e alle 19:15 fino alle 21:00 si continua alla grande :).
    12 minuti per Lemke... io una mattinata.... ma se porterá frutti all'Inter Campus, alla mia gente della favelas ben venga... mi conosci e sai come sono... che tocca fá pe´campá...

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  2. Non chiude alle 18, vero, ma alle 18, ahimè, abbiam dovuto smettere di giocare, quindi è come se chiudesse!!! D'accordo con te, Ste, sul lavoro fatto, ma comunque rimane valido il fatto che sei un martello pneumatico!!!

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