giovedì 27 giugno 2019

Olinda

Recife vista da questo lato è per me una novità: non ero mai stato infatti a Olinda a dormire in tutte le mie precedenti esperienze, ma mi ero sempre fermato sulla boa viajem, perdendomi, mi rendo conto ora, un posto...fico! Fico e di valore storico, oltretutto, visto che la città alta è quasi completamente area unesco per via delle sue numerose chiese barocche (se ne contano 20) e dei due grandi monasteri risalenti al periodo dell'insediamento dei Portoghesi (1835).
Le strette strade ciotolate e le continue salite e discese la rendono ancor più suggestiva, soprattutto la sera, quando il chiaroscuro del buio e dei lampioni cela le imperfezioni degli edifici, lasciati un po' a se stessi, all'incuria, e quindi nasconde quell'apparenza di abbandono che emerge quando il sole picchia alto nel cielo. Aspetto poi da non trascurare, Olinda è molto vicina alle favelas dove giocano i nostri bambini, quindi anche dal punto di vista logistico la sua "scoperta" è stata strategica, risparmiandoci giornate infinite in auto nel mezzo del traffico assurdo di Recife e levatacce mattutine che avrebbero segnato decisamente quest'ultima settimana di missione. Grazie invece alla nuova, per me, sistemazione riesco ad andare a correre subito la mattina, ore 7 fuori, per poi essere operativo alle 8:30 per il trasferimento in favela e il lavoro quotidiano dedicato ai vari centri. Tutto bene, quindi, questo primo approccio alla terza tappa del viaggio brasiliano: speriamo ora che i prossimi giorni mantengano le aspettative. si parte domani con Aguazinha e con il successivo incontro con i mister. Vamos embora, agora. C'è da riposare.

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