giovedì 13 giugno 2019

In campo a Maracajau


PELADINHA A MARACAJAU
“Questi ci asfaltano”. Esordisce così Juri, quando finito il nostro allenamento coi bimbi iniziano ad arrivare i vari genitori che ci hanno sfidato ad una partitina di futsal. Giovani, grandi e grossi e sicuramente più abituati di noi alla pratica di questo sport, parente del calcio che tanto amo, ma profondamente diverso per regole, gesti tecnici e aspetti tattici. Quando la palla inizia a rotolare, però, le cose cambiano: i tre italiani con Joazinho in porta e Braz, con Iran a dare un turno, macinano gioco e minuto dopo minuto prendono in mano le redini del gioco, ma soprattutto iniziano a segnare un gol dietro l’altro. Non ce n’è! Si arriva ad un picco di differenza di più 7 a nostro vantaggio, che poi si restringe per ridursi al meno tre finale, ma comunque, seppur bravi, le apparenze hanno ingannato. Condor Capellini la davanti sfodera una prestazione di qualità e quantità, segna a raffica e corre a destra e a manca, coprendo con i compagni di casacca italiani il buco lasciato più volte da un evidentemente fuori forma Braz e da un Iran con colpi di qualità nella fondina, ma bloccati nella suddetta fondina da un paio di strati di troppo di adipe. Va segnalato che a cinque minuti dalla fine dell’ora a nostra disposizione ho anche chiesto il cambio, non tanto perché fossi stanco, ma perché solo a quel punto mi sono reso conto che tutti erano usciti dal campo per dar spazio al compagno in panchina più di una volta…tranne il sottoscritto. Quando me ne sono reso conto ho provveduto a trovar rimedio, ma fino ad allora ho continuato a correr dietro quella palla, senza ben rendermi conto dei compagni che giravano intorno a me. Trance footballistica la chiama il Pihardi: quando si torna a calciare un pallone tutto ciò che ci gira intorno scompare. E con esso tutti i pensieri che spesso ci affollano la testa…
Terminata vittoriosamente la partita, belli sudati e puzzolenti siamo andati a casa di Braz a mangiare aragoste pescate dal papà di un nostro bimbo la mattina e donateci come forma di ringraziamento: spettacolo. Ma la cosa più bella è stato poi il rientro a pititinga: Braz e un amico salgono su due quad e ci invitano a seguirli, si torna via spiaggia. E così, con una incredibile stellata sopra le nostre teste, l’oceano calmissimo alla nostra destra, risaliamo verso nord la costa fino a tornare a casa sani, salvi, stanchi, ma, almeno io, contento per la giornata. Domani si parte, destinazione Camocim.


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