venerdì 7 giugno 2019

Il luogo del nontempo

BRASILE otra ves
In attesa del mio volo per Natal, girovagando per l’aeroporto di Lisbona, mi rendo conto una volta di più di quanto questo luogo sia un “non luogo” e che il tempo qui assuma una dimensione, un valore unico, che nessun’altra parte riesce a donargli. Cammino infatti da un estremo all’altro del terminal 1 per passare un po’ le ore che mi separano dalla mia partenza e osservando qui e la’ questo posto non posso fare a meno di credere di essere…ovunque! Un centro commerciale a Milano, come invece un mall a New York, la hall di un hotel a Dubai, come invece l’ingresso di un multisala in Messico: ovunque, ma in fin dei conti da nessuna parte. Quest’aria finta, nessuna finestra aperta, nessuna illusione di brezza sul mio corpo, la luce naturale smorzata dalle vetrate e quindi sostituita dalle luci al neon dei negozi o dei vari fast food, le musiche che si sovrappongo, si mischiano e che cancellano le voci delle persone, il rumore dei passi, o qualsiasi altro rumore naturale: tutto è artificiale, tutto è finzione, mascherato e imposto. Che merda! E in tutto questo il tempo sembra infinito, sembra non scorrere: quante volte abbiamo buttato via ore e ore in attesa di un volo, di una coincidenza, seduti su una scomoda poltroncina di ferro, o appollaiati in posizioni impossibili su divanetti improvvisati o poltrone artefatte? Quante volte il giorno si è trasformato in notte e viceversa, vedendoci dormire scomodamente alle 3 del pomeriggio, oppure correre per raggiungere il gate allo stesso orario, ma della notte? I cicli circadiani perdono di significato in questo posto, si confondono, si mischiano e si confondono tra loro, tutto perde di senso, di significato. L’unica cosa certa che rimane, con cui siamo sempre costretti a fare i conti, è la noia! Che palle le coincidenze lunghe! Non vedo l’ora di salire su sto cacchio di volo, per dare il via anche a questa missione Brasileira.


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