giovedì 7 luglio 2016

Uganda-Aber

ABER-UGANDA
Che casino. Che casino che faccio. Sempre. Non so proprio, non riesco proprio a gestire questa agenda viaggi: credo di essere indispensabile ovunque, quindi inserisco il mio nome in ogni missione, partendo in continuazione e perdendo completamente di vista tutto il resto, tutto ciò che è extra, oltre inter campus. Prima “subivo” in un certo senso l’agenda, nel senso che non ero io a decidere viaggi e staff, ma ora che sono io il responsabile devo riuscire a gestirmi meglio, a cedere qualche paese, a dedicarmi ad altri, a…stare più a casa, cazzo! Invece, proprio perché sono il responsabile, mi sento incaricato di tutto, mi sento in dovere di controllare, verificare, far marciare il tutto al meglio, ma così mi costringo a tornare e ripartire con una frequenza da pilota Lufthansa! E infatti rieccomi in viaggio, dopo nemmeno due settimane, trascorse tra l’altro…in campo, visto che c’era la scuola calcio estiva da portare avanti, con 8 allenatori provenienti dal mondo inter campus ospiti e coinvolti negli allenamenti, nelle attività, cui badare, cui organizzare le giornate, i trasferimenti, i momenti extra campo. Quindi due settimane a casa, ma super impegnate, dalle 7 del mattino alle 20, senza sosta, senza pausa a casa con Anna e Silvia…e se ne sono accorte. La seconda soprattutto...Per carità, tutti lavorano, tutti sono impegnati come, se non più di me durante le loro giornate e tutti riescono a stare con i propri bimbi poco, pochissimo, come il sottoscritto solo la sera, rientrati a casa, stanchi, stremati dalla lunga giornata. Io ho però i mille viaggi annuali (questa stagione, ad ora,  sono 15, con due mesi di stop per la nascita di Anna…), a complicare le cose, ma se imparassi a staccarmi un po’ dai Paesi, qualche cosa migliorerebbe. Invece io le complico. ‘azz, se le complico. Ma migliorerò; anche perché peggiorare è dura. 

Dicevamo: rieccoci in viaggio, direzione Uganda. Ritorno nella “mia” cara e amata Africa. È da un pezzo che non calco questi campi del mondo, l’ultimo è stato in Angola a febbraio, e il continente nero, quel “mondo” che mi ha rapito dieci anni fa, iniziava a mancarmi, con i suoi colori, i suoi odori, la sua gente, i suoi paesaggi. Qui poi i paesaggi sono particolarmente…africani, soprattutto quando, come questa volta, ci muoviamo verso il nord, verso Aber e uscendo da Kampala attraversiamo la savana, con le sue immense pianure verdi, verdissime (in questo periodo, stagione delle piogge, altrimenti aride, gialle e caldissime), i suoi alberi giganti, le sue capanne di fango e paglia disperse qua e la. Tutte le volte sembra di essere in un documentario! Bellissimo. Via allora la nostalgia, i casini e sotto col campo!

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