martedì 26 luglio 2016

New York, ancora tu: ma non dovevamo non vederci più?

Rieccoci qui, in questa città da me per nulla gradita. Niente contro la grane mela in se', contro i suoi palazzi, il suo cemento, i suoi prezzi folli e la sua moltitudine di gente, per carità, ma non è certo questo il posto per me ideale, o diciamo idoneo, alla realizzazione di quel progetto che tanto amo. Ma ok, si deve fare e lo si fa; in find ei conti ovunque, a ben vedere, c'è un bimbo in difficoltà, che ha bisogno del nostro intervento, della nostra palla. E allora, dicevamo, rieccoci qui, a nemmeno tre mesi di distanza, a inseguire la prima squadra, in tournè da queste parti, affinchè ci degni di attenzione, per regalare un paio di giorni un po' speciali ai nostri bimbi in compagnia dei nostri "campioni". E pensa come cambiano  i tempi: da piccolo, ma nemmeno tanto piccolo, trovarmi in albergo con i giocatori dell'Inter, far colazione con Thoir, salire in ascensore con Miranda, incontrare Biabiany nella hall, sarebbero stati sogni quotidiani, desideri irrealizzabili per un super tifoso, per di più simil calciatore, come il sottoscritto, oggi invece è quasi un fastidio. Vedere questi ragazzini viziati, che vivono su un pianeta diverso dal mio, che godono di favori e grazie inimmaginabili, che bisogna corteggiare per mesi per averli mezz'ora al campo di Inwood a calciare due palloni con dei bambini che vivono e vivranno, spero di no, ma la vedo dura, una vita diametralmente opposta e decisamente più dura della loro e sapere anche che la gente stravede per questi pirla e farebbe di tutto per loro...be', mi infastidisce. Adoro il calcio, vedo e rivedo partite, studio e analizzo, vivo di calcio, ma i suoi interpreti proprio non li mando giù e quei sogni di bambino, oggi che si possono realizzare, si frantumano, a contatto con la triste e fastidiosa realtà dei fatti.
Voglio poi vederli giovedì, quando li porteremo alle nazioni unite, nostro partner (o meglio, noi siamo partner di alcuni suoi uffici, unosdp e undp), come reagiranno, come si comporteranno, se si renderanno conto di dove si troveranno, del valore simbolico di quel palazzo di vetro e del potere che risiede in quelle stanze; delle scelte che possono prendere quei funzionari che incontreremo e del peso di queste stesse scelte per gli sviluppi nella storia passata e futura; insomma, voglio vedere cosa succederà. Magari mi faranno ricredere di tutto e mi rimangerò ogni...pensiero. Intanto andiamo in campo, ad Inwood, coi nostri bimbi sovrappeso. Vamos adelante (perchè su questi campi del mondo è lo spagnolo la lingua ufficiale).

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