mercoledì 2 dicembre 2015

Risvegli strani

HOLGUIN
“aaaaaa”…”mmmm”…sono i lamentini di Anna questi; avrà fame, penso, chissà che ore sono. Apro gli occhi, ma…cazzo, questa non è casa mia! Non sono nel mio letto, di fianco non c’è Silvia e tanto meno la culla di Anna! Quindi? Ci metto un po’ a connettere, poi capisco: mi sono sognato tutto. Sono le 3:04 del mattino, altro che Anna! Che svarione. Scrivo allora a Silvia per raccontarle l’accaduto, ma lei mi precede e poco prima che le invii il mio mi arriva un suo sms “sveglie ora. Anna si lamenta. È ora della poppata”. Non ci credo! ho sentito i lamenti a migliaia di km di distanza? Chiedo immediatamente conferma del messaggio e soprattutto dell’orario di invio. Si, conferma mia moglie dall’altra parte dell’Oceano: mi sono svegliato con loro. Ah, ah, che follia! Come sono conciato dopo poco più di un mese dal suo arrivo, madonnina!Col sorriso ebete stampato in fronte impiego dai sette ai dieci secondi per tornare a dormire (confesso che sto dormendo come non mi succedeva da tempo! Silvia, non odiarmi) e risvegliarmi quindi definitivamente dopo quasi quattro ore: 6:35 in piedi, circuito di forza con il prof e si parte, si torna all’aeroporto nazionale della città per prendere l’aereo per Holguin, lo stesso aereo che 5 mesi fa non arrivò mai e ci obbligò a rientrare in Italia dopo una notte insonne e il fallimento della missione. Non nascondo il timore entrando nel salone dei check in, rivedendo quel posto maledetto che ci ha “rapiti” per una notte intera, ma ben presto mi rilasso: l’aereo c’è, questa volta si parte e dopo poco più di un’ora si arriva anche. Perfetto. Oggi in programma abbiamo già un allenamento. Piove, però, e anche tanto e la cadillac scassata che ci porta all’hotel fatica non poco a muoversi tra le pozze oceaniche della strada, facendoci capire che forse il campo sarà allagato e l’allenamento dovrà essere sospeso. E infatti così è: Castro e Miguel vengono in Hotel ad avvertirci della sospensione delle attività sul campo. Poco male, andiamo subito in aula e iniziamo il corso: abbiamo tanta carne al fuoco per questi quattro giorni e guadagnarne uno può farci sicuramente bene. Via, allora, di corsa allo stadio, per iniziare i lavori. Qui ritroviamo i nostri allenatori storici, Julio, Jarisbel, Alfonso, Salvator e nuovi mister da formare e da cui ricevere informazioni sui loro nuclei, sulle loro “squadre”, sulle loro difficoltà e sulla loro organizzazione dei lavori.Quest’anno, finalmente, abbiamo deciso di far un po’ d’ordine nel progetto cubano, contare i bambini “reali” del progetto e toccare con mano la loro realtà, senza affidarci più alle loro parole, troppo spesso vaghe e poco veritiere. Via allora, iniziamo ad accendere il fuoco per iniziare la cottura della carne che abbiamo con noi.

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