mercoledì 4 febbraio 2015

Qui comincia l'avventura...

n.a. Ivan, così ci vedi?

…E ALLORA CHE SI COMINCI!
Anche Roby si è lasciato convincere, non tanto dalle parole, non devo certo pregarli, ma dall’esempio, non solo mio, e questa mattina, alle 8, era fuori con me per le polverose strade che girano intorno a “residence Italia”, casa Francis, per un buon allenamento. Visto l’impegno e la sua voglia manifesta di tornare a fare sport (cazzarola, è da giugno che non si muove!!!C’è gente che è stata costretta ferma 4 giorni per infortunio e stava letteralmente impazzendo, con umore sempre nero e nervoso come mai prima…questione di abitudine), metto da parte volentieri il mio piano di allenamento e lo accompagno lungo il saliscendi della città, tra case in costruzione, cinte da impalcature improvvisate e pericolanti, eppure considerate utili, funzionali, e baracche diroccate, inglobate dalla terra rosso fuoco tipica di questa parte di mondo e da mille tipi diversi di piante che vanno lentamente a nascondere con le proprie verdissime braccia, quel che un tempo era una parete o un tetto. Ho modo di osservare con attenzione ciò che ho attorno, perché 6:41 al km è un passo che ti permette di studiare a memoria il terreno che lentamente scorre sotto i tuoi piedi!!! Madonnina! Oggi ho allenato la pazienza! Ma son contento. Perché un mio amico aveva bisogno di rimettersi in moto, di sudare, di tornare a sentire il fiato corto, le gambe bruciare e la fatica prendere possesso del proprio corpo, fino a spingerlo a dire “basta, mi fermo” a 8 minuti dal termine, per sentirsi rispondere “non scherzare, siamo a poco dal termine! Avanti, stringi i denti!”. Solo avrebbe ceduto, non sarebbe stato contento del lavoro svolto e avrebbe abbandonato l’idea. E come lui molti avrebbero fatto uguale: correre in coppia è bellissimo, hai sempre uno stimolo, un sostegno, un aiuto per superare momenti di difficoltà, per andare oltre il tuo limite e scoprire in te risorse e capacità inimmaginabili. Correre e far fatica è proprio bello! E domani si ripete. Grande Roby! Avanti così.
Ma la giornata non si è chiusa li, con il nostro lento saliscendi. No, no, la giornata è iniziata li e da li si è sviluppata in un crescendo positivo, fino a chiudersi con un bell’intervento sul campo di questo nuovo nucleo, nel quartiere di Mendong, insieme a coach Essi. Questo allenatore è stato giocatore della nazionale dei leoni indomabili a metà anni 80, ha giocato con pezzi di storia del calcio africano come ‘Nkono, Biik e Milla; è stato allenato da un altro pezzo di storia come Claude Le Roy, insomma, quest’uomo ha conosciuto il calcio, ma deve essersi dimenticato quasi tutto…o forse mi sbaglio, si ricorda ciò che faceva e lo ripropone pari, pari ai suoi ragazzi, con esiti per lo meno discutibili. Fatto sta che l’allenamento è un po’ sotto tono. Però lui ha carisma, i giocatori, bambini, lo seguono, lo vedono come riferimento, lo ascoltano, sa organizzare bene le cose, anche se con una lentezza tutta africana, e ha voglia di apprendere, di formarsi, di conoscere e migliorare il suo modo di stare sul campo e questo suo modo di essere, di fare mi conquista, mi piace. Sono convinto che per essere allenatore Inter Campus sia imprescindibile una parte “umana”, una componente legata al modo di essere, più che delle specifiche competenze, conoscenze. Se non sai, ma…”SEI”, le conoscenze si acquisiscono, si può imparare a scendere in campo e a guidare un gruppo di giovani calciatori, crescerli e migliorarli giorno dopo giorno. Ma se non hai l’attitudine, se non sei ben disposto, se non ami stare con loro, puoi essere Benitez, ma con noi avrai storia breve. Ma Essi “È”, quindi, bon travail, coach! Ci rivediamo a giugno per il corso di primo livello a Mbalmayo.


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