giovedì 13 febbraio 2014

Chawama

Chawama

La macchina...macchina? I quattro pezzi di lamiera, con un motore per muoverla, avanza a singhiozzo lungo la strada di terra rossa piena di buche stile grand canyon e pozze d'acqua che ricordano il lago del Segrino; abbiamo lasciato la città e l'asfalto ormai da una decina di minuti e ci stiamo inoltrando in quella che chiamano "brusse", ossia il bosco,  la foresta, per andare nella seconda cellula di Lubumbashi, Chawama, un posto sperduto nel mezzo del nulla, dove i padri salesiani insieme ad Alba hanno dato forma a una scuola e dove noi portiamo calcio, quando da sotto un mega baobab sbuca un militare che ci fa segno di accostare. Si avvicina alla macchina con la sua arma in bella mostra, i suoi occhi lucidi e il suo inconfondibile olezzo alcolico e inizia a fare domande in swaili e a frugare con gli occhi la macchina. Ci avevano avvertito che più si avanza nella foresta, più si trovano check point, sbarramenti, che difendono la città dai Mai-Ma,  che ogni tanto decidono di uscire dal loro verde nascondiglio per creare disordini, ma trovarmi fermo a uno di essi mi coglie comunque impreparato e, devo ammetterlo, mi spaventa un po'. Le armi sono una cosa che mi terrorizza e vederle in mano a quattro ragazzotti ubriachi alle dieci del mattino non fa che acuire questo mio disagio. Francois, il nostro autista, padre di Bismack, oggi giocatore degli Charlotte in NBA, e collaboratore di Gabriele, allunga subito 500franchi (un euro equivale a 1200 franchi, quindi una miseria) al piccoletto e i suoi lucidi occhi scrutatori subito si calmano, così come il suo volto si rilassa e l'atmosfera intorno cambia. Ci chiede dove andiamo, cosa facciamo e quasi giustifica la corruzione appena richiesta: fa caldo e noi qui abbiamo bisogno di una "soda" per rinfrescarci, un caffè al rientro serale in città, quindi ora che possiamo bere vi lasciamo passare. "C'est le Congo", ride Francois, con la sua corruzione diffusa, presente a ogni livello, epidemica in tutte le strade: militari, poliziotti, parcheggiatori, tutto si muove solo se l'ingranaggio viene unto con l'olio verde dei franchi. In questo periodo di tensioni, con rivolte e sommosse diffuse in tutto il paese, l'epidemia si propaga con maggior decisione, colpendo, come sempre succede, la gente dei villaggi, l'ultimo gradino della scala sociale, per i quali 500 fc tutte le volte che devono uscire dal villaggio per andare in città a vendere il carbone è una tassa esagerata, che toglie loro una fetta consistente del guadagno della giornata. Ma fermarmi e spiegarlo ai militari non mi è venuto in mente...

1 commento:

  1. I tuoi racconti e le tue esperienze sono poesia ... cambia solo lo sfondo del blog ... fa venire il mal di testa .. ahahahaha

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