lunedì 17 febbraio 2014

Aeroporto di Lubumbashi

All'aeroporto!

Quando Polidore, il nostro accompagnatore, un omone di quasi due metri, dopo avermi chiesto l'orario di partenza dell'aereo, si è girato, ha afferrato il volante, ha scalato una marcia e ha premuto con decisione sull'acceleratore, ho capito che questa volta eravamo davvero in ritardo! Giá, perché l'africano non è mai in ritardo: il suo concetto di tempo, di orario, è sempre labile, molto elastico, adattabile alle personali esigenze, ai propri ritmi compassati e rilassati. "Ok, ci vediamo in mattinata", o ancora "nel pomeriggio al campo", sono orari di appuntamento piuttosto comuni a queste latitudini, che mi metterebbero in grave crisi: che significa in mattinata? Alle 9Alle 10? Prima? Dopo? Giá, ma io sono europeo, peggio ancora, lumbard! Qui, da queste parti, il tempo si dilata. Per questo vedere Polidore preoccupato per l'orario mi ha fatto capire che questa volta ce la siamo presa troppo con comodo! Zigzagando tra le macchine, con manovre a dir poco discutibili, ma comuni e accettate dai guidatori autoctoni (un po' meno dai bianchi, che vedi imprecare dentro i loro jeepponi) arriviamo in tempo record all'aeroporto...al girone dantesco per eccellenza! Gente da tutte le parti, urla, strattoni a destra e a sinistra, consegni le valige a uno, un altro ti controlla il bagaglio a mano, un altro ancora ti fa il check in per poi mandarti a pagare le tasse di uscita...un trambusto infinito, in mezzo a centinaia di altre persone, costrette, come noi, in questa enorme e disorganizzata situazione. Credo davvero sia l'aeroporto più disorganizzato del mondo, quello di Lubumbashi. E forse anche quello con più controlli in assoluto. Del tutto inutili, per nulla accurati, ma continui, l'ultimo dei quali ai piedi dell'aereo, poco prima dell'imbarco. Meno male che poi il volo è semplice...Lubumbashi-Ndola, Ndola- Addis Ababa, Addis Ababa- Roma, Roma-Milano! La prossima volta provo in monopattino: magari ci si mette meno!

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