venerdì 8 marzo 2013

Cuba 2013

1 Marzo

Ormai svegliarsi alle 5 sta diventando un'abitudine. Una brutta abitudine, a mio modo di vedere, ma l'aereo da Holguin per l'Habana ci attende alle 8 e altro, dunque, non si può fare se si vuole questa sera ripartire alla volta di Milano, di casa, di Silvia, abbandonata proprio nella sua prima settimana di lavoro nel nuovo posto. E così con ancora il cielo scuro, abbellito da qualche sporadica stella che riesce a fare capolino tra le nuvole e da una luna a tre quarti, resa opaca dai presagi di una giornata di pioggia, si riparte e si va a chiudere anche questa missione inter campus. Esito direi positivo di questa settimana, sia per quanto riguarda il corso e quello che con esso siam riusciti a lasciare ai profe locali, sia per quanto riguarda, forse soprattutto, il campo e gli allenamenti coi bambini. Anche qui, in questo paese che si ostina ad essere socialista, seppur assediato dal famelico mondo consumistico e capitalista, insediatosi ormai nelle crepe del regime, corrompendo in maniera evidente le menti, i cuori, le anime, delle genti (tristissimo il compromesso raggiunto a L'havana per riportare all'antico splendore i palazzi coloniali e le piazze de l'Habana Vieja: in cambio di investimenti stranieri per le varie ristrutturazioni, hanno concesso spazi ad alcune grandi marche per aprire negozi, per cui al fianco di cartelloni propagandistici come "mas socialismo", o 26 julio: los triunfo del las ideas" ti ritrovi insegne luminose di Benetton o converse...tristissimo), la palla di cuoio vanta gli stessi poteri che possiede e manifesta nel resto del mondo, coinvolgendo, ammaliando, divertendo, nutrendo i sogni di tutti i bambini che la rincorrono. Anche qui, dunque, l'allenamento è e rimane lo strumento principe del nostri intervento, il mezzo insostituibile attraverso cui riusciamo a pizzicare corde, altrimenti inarrivabili, attraverso cui, veramente, riusciamo a cambiar, seppur per poco, magari in minima parte, lo stato delle cose per i nostri bimbi in neroazzurro. Come sempre dico: spettacolo.

HASTA IL CAPITALISMO, SIEMPRE

Ok, per carità, transito per questa realtà due volte l'anno, senza vivere costantemente in quest'isola, con le sue restrizioni, le sue intricate procedure burocratiche (ad esempio: noi per fare il corso, quindi parlare con i rappresentanti del governo nella fattispecie i membri dell'INDER, nostri partner locali, abbiamo dovuto cambiare il visto turistico usato per entrare in visto di cooperazione, altrimenti ci saremmo dovuti limitare...a fare i turisti, non certo a tenere un corso!), la sua ottusa, limitata e, perché no, anacronistica idea da perseguire orgogliosamente( tipo, la doppia unità monetaria è un compromesso a mio modo di vedere fallito, raggiunto per non inquinare l'ideologia anticapitalistica del cubano) , quindi la mia  è sicuramente una riflessione superficiale; però, cacchio, il fatto che il mondo occidentale sia ormai violentemente penetrato anche da queste parti, senza limitarsi a colonizzarne le terre, come nel continente nero, ma le menti e le idee della gente, un po' mi fa incazzare. Vedere ragazzi che girano per le zone più affollate dai turisti in cerca del grullo di turno da abbindolare per far propri i suoi CUC, soldi veri con cui accedere al mercato vero, non come i suoi pesos, come in qualsiasi altra capitale turistica del mondo, non mi piace proprio; o sentire giovani vantarsi del proprio nuovo decoder illegale, venduto sul mercato nero da una ditta americana, per poter vedere i canali della tv statunitense, altrimenti vietati e quindi irraggiungibili,  con i suoi contenuti altamente istruttivi, distrugge un po' la mia idea romantica dell'isola castrista.
E se non fosse il regime a privare la gente delle libertà, bensì la nostra democrazia ad imporcene troppe, togliendoci il gusto della conquista delle cose e cancellandoci la possibilità di raggiungere la soddisfazione, l'appagamento, perché sempre indotti, in quanto liberi, a voler sempre qualcos'altro rispetto a ciò che già abbiamo? E se ciò che il governo era in grado di dare ad ogni cittadino, e ancora riesce a dare, come sanità gratuita, di alto livello e garantita,istruzione gratuita a tutti i livelli e altri beni basilari, fosse ciò di cui veramente necessitiamo per star bene in società, senza rincorrere la macchina più nuova, la casa più grande, il telefono più accessoriato?
E se i mille canali televisivi che siamo così liberi di scegliere per coltivare la nostra libera mente, pieni di chef, bestie di vario genere rinchiusi in questo o quel reality, o impegnate in dispute dialettiche di altissima caratura oratoria, altro non fossero che un mezzo per circoscrivere la nostra libertà, appunto, annichilendo le nostre menti, soppiantando i libri che tutti da queste parti leggono in abbondanza, secondo un piano, un programma chiaro per dominarci, illudendoci e governando così i nostri pensieri, per far di noi ciò che vogliono? E se...mah. La cosa mi confonde...troppo superficiale...devo tornare a Cuba presto!

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