martedì 31 maggio 2016

pubblicazione tardiva

A SPASSO COL PROF!
Non sono ancora le otto che siamo già seduti, pigiati, dentro una scassatissima Lada di fine anni settanta, rossa, con il bagagliaio occupato da un sub woofer degno di una discoteca, che ci costringe a mettere la valigia gigante di Silvio in mezzo a noi due, sul sedile posteriore (sedile…sembra più la panca di un giardino pubblico). Kissi è stata di parola e dopo averci preparato la colazione con mango, guaiaba e frutta bomba (la papaia), un buon caffè e del latte, eccola con noi in “macchina”, direzione terminal degli autobus. Da li inizia l’avventura! Una vera e propria odissea infinita, compiuta attraversando l’isola da est a ovest, da Las Tunas fino a L’Havana, passando attraverso Camaguey, Villa Clara, Sancto Espiritu, toccando Cienfuegos, muovendoci sempre nell’interno, per lunghi, lunghissimi tratti su strade normali (per Cuba) e per l’ultimo tratto su autostrada…o almeno cosi la chiamano. 10 ore e 41minuti seduti, con l’aria condizionata a duemila, un freddo boia, tre soste, una delle quali per mangiare, e più o meno sempre lo stesso paesaggio fuori dal finestrino: la sierra maestra sullo sfondo e immense, verdi pianure a lato della strada, con pascoli pieni di mucche, palmeti, bananeti, enormi, bellissimi, manghi, e altre migliaia di varietà di piante per me sconosciute, ma evidentemente bellissime e coloratissime, poiché in fiore. Non avevo mai visto Cuba così colorata, così fiorita e rigogliosa. È questo il mio ottavo viaggio su questi campi del mondo, ma è la prima volta che vedo così tanti alberi in fiore, così tanto verde, così tanta…natura. Certo, è anche la prima volta che sono costretto a spararmi una trasferta di questo genere, ma anche a Las Tunas ho avuto la stessa sensazione: come è fiorita l’isola! Col prof ci siamo detti più volte lungo la strada, che sembrava proprio di essere in Africa: a entrambi quel che scorreva la fuori ricordava la strada che da Kampala ogni volta ci conduce ad Angal; oppure la strada che da Luanda ci porta a Dondo (solo senza baobab); o ancora quella che da Lubumbashi ci ha condotti una volta in Zambia. In ogni caso, Africa. Pianure verdi infinite, varietà di piante in breve, brevissimo spazio, fiori coloratissimi a riempire il paesaggio. E noi in autobus!!!Che impazzimento! Non riuscivo a leggere per via del continuo traballamento, non riuscivo a scrivere per la stessa causa, avevo freddo e star fermo, bloccato, su quel cacchio di sedile è stata una specie di tortura. Ma chi cacchio me lo ha fatto fare??? Solo, esclusivamente, la certezza che stare a Las Tunas e continuare il corso non avrebbe portato cambiamenti, non avrebbe dato all’ INDER un segnale forte, del fatto che non siamo contenti di come sta lavorando con noi e di come sta portando avanti il nostro progetto a Cuba, quindi…masochismo! Solo masochismo, mi ha condotto su questo autobus!!!

Nessun commento:

Posta un commento