martedì 28 luglio 2015

In campo...ma non io.

PREMIER JOUR


Si comincia subito a spron battuto: giusto il tempo di arrivare a Mbalmayo dall’aeroporto Nsimalen di Yaounde (circa un’ora), buttarmi nel letto dopo essere stato accolto in camera da una blatta di 50 kg (doveva essere il padrone di casa…) ed eccomi pronto, elastico in mano, per il mio risveglio mattutino in vista dell’intensa giornata. 54 allenatori mi aspettano nell’aula del COE, penna in mano e taccuino degli appunti aperto sulle gambe, motivatissimi ad apprendere come strutturare un allenamento e determinati a capire cosa significa intervenire sullo sviluppo della personalità dell’individuo attraverso...il calcio. 

Sperimento un giochino per rompere il ghiaccio, per iniziare a conoscere i “miei” alunni e introdurre l’argomento e le cose si mettono subito al meglio, tanto che tre ore filate scivolano via senza grossi ostacoli, volando tra domande, coinvolgimenti da parte mia e approfondimenti di vario genere sugli argomenti da trattare. In tanti anni di Camerun (che frase da vecchio!!!), questa è probabilmente una delle migliori lezioni che sono riuscito a proporre: son proprio contento. 

Anche i due pischellini sono coinvolti, soddisfatti della lezione, nonostante siano costretti unicamente ad ascoltare, a fare solo da auditori, e con Max l’intesa in aula ormai è talmente navigata che quasi non occorre più parlarsi, spiegarsi le cose: tutto va alla grande. Insomma, siamo proprio un bel team e la mattinata porta grandi frutti con se. A pranzo, che facciamo al CAS, insieme ai ragazzi e dove plantain (madonnina come vado matto per questo piatto!!! Per nulla salutare, ma…debolezza, confesso) e il classico misto di verdure locali farcito da un piment strasaporito e forte, la fanno da padrone, l’argomento principe è la seduta pomeridiana: mi sono detto più volte prima del viaggio che dovrò lasciare il campo ai ragazzi, per starne fuori, essere da supporto per loro e da “cicerone” per gli allenatori locali in formazione, per cui preparo con loro la seduta, cercando di essere il più chiaro possibile su ciò che vorrei vedere, ma poi…l’emozione e sicuramente il peso  dei miei occhi e quello degli occhi dei 54 allenatori, pronti a scrutare ogni situazione sul campo, fissi su loro, un po’ limitano la loro prestazione, un po’ “legano” i loro movimenti, rendendo meno efficaci del previsto le loro proposte. Per carità, allenamenti comunque validi, efficaci, divertenti e coinvolgenti per i bambini, ma so che possono e sanno fare meglio, sia Robi (che comunque non mi è dispiaciuto oggi) che soprattutto Dave (troppo confusionario oggi). 

In queste occasioni riconosco di essere un vero spacca maroni: pretendo tanto, troppo, dai “miei” allenatori e non sono mai completamente soddisfatto, completamente contento; lo so, me ne rendo conto e le stesse richieste le faccio anche a me stesso, sono super esigente, ma credo sia giusto così. Se posso dare mille ai miei bambini, perché non provare a dar loro mille e due? Non mi accontento di un buon allenamento, voglio il miglior allenamento, anche se il migliore sarà sempre il prossimo, quindi...eternamente insoddisfatto.
Terminata la seduta i ragazzi sanno cosa penso e mi chiedono consigli e suggerimenti, ma…non è il momento. Ora andiamo a fare una bella corsa, diamo fondo a tutte le nostre energie e questa sera, davanti ad una fresca Castel, affronteremo l’argomento. Ogni cosa a suo tempo.

1 commento:

  1. Il blog è sempre bellissimo, tu sei un martello pneumatico (anche io lo sono!!!) ... però Silvia ti prego, fagli cambiare sfondo perchè ogni volta che leggo un articolo rischio di diventare cieco!!!!!
    Prova a prendere spunto da uno di questi sit:
    http://www.webhouseit.com/come-scegliere-i-colori-abc-del-webdesign/

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