lunedì 13 luglio 2015

A pranzo con Balabam

A PRANZO COL SUPER MEGA DIRETTORE GALATTICO.

La mattina si può fare poco: i bambini sono a scuola e gli allenatori non riescono ad esserci tutti, per cui decidiamo di convocare tutti dalle 14 al campo nuovo, in modo da riuscire a proporre due allenamenti a testa io e Dario e poi fermarci con i mister per portare avanti il nostro cammino nel mondo dell’allenamento.
Mi alzo, quindi, e mi dirigo sul fiume Congo per un bell’allenamento che, nonostante il lungo viaggio del giorno precedente e la levataccia che ho dovuto affrontare, vola via con buone sensazioni: le gambe girano meglio del previsto e anche dal punto di vista aerobico posso ritenermi soddisfatto. Se il buon giorno si vede dal mattino, quindi, oggi si preannuncia una gran giornata, ma…non avevo tenuto conto di Mario e dei suoi alti, altissimi contatti, che si palesano all’ora di pranzo, quando, seduti ad un ristorante, dopo aver già ordinato, dobbiamo di filata alzarci per cambiare posto e andare in un altro posto, vicino per fortuna, perché “sua eccellenza” ci ha invitati da lui. “Sua eccellenza”? Non ho ancora ben capito chi sia, se devo essere sincero:so per certo che è un autorità congolese, qualcuno di molto vicino al presidente e quindi di immenso potere e smisurata ricchezza, al punto che il ristorante dove ci porta è tutto per lui (ha pagato affinché rimanessimo solo noi dentro!!!), uno di quei personaggi onnipotenti da film, ossequiato da tutti (ci siamo dovuti alzare in piedi quando è entrato nella sala da pranzo! Io che non mi alzavo in piedi per protesta, stupida, quando entrava il preside della scuola in classe…), in grado di decidere della tua sorte in base a simpatia o antipatia. Un conte Balabam, un duca conte Semenzana, un visconte Kobram per intenderci, ma un po’ più scuro di pelle. Nel vederlo e nel parlarci non riuscivo a togliermi dalla testa l’attore che ha impersonato Amin nel film “l’ultimo re di scozia”, con le sue bizzarre abitudini e i suoi vezzi megalomani. E con lui a tavola non potevo certo alzarmi e chiedere di portarmi al campo per svolgere il mio lavoro, per cui chiamiamo Maxennes per comunicargli il ritardo…una, due, tre volte! Eccellenza si diverte con noi, parla, ride e scherza e non sembra intenzionato ad andarsene, mentre i nostri bambini aspettano. “Arrivo, Max, arrivo. Appena mi libero mi fiondo in campo. Aspettami” continuo a ripetermi. Ma nulla cambia. Arrivano le 14, poi le 15, quando finalmente, alle 15:30, decide di andarsene, di salutarci, lasciar riaprire il locale e lasciarmi andare in campo! Via allora, ci cambiamo in macchina e alle 16 sono pronto per far partire l’allenamento: un gruppo da 25 io e uno da 25 Dario, 4 allenatori che seguono me e 3 che seguono l’altro mister. I bambini rispondono alla grande, sono cresciuti, migliorati dall’ultima volta e le esercitazioni scivolano via con grande intensità e altrettanto divertimento, fino a quando non sopraggiunge l’oscurità! Si, cacchio, qui alle 18 fa buio e noi, tra una roba e l’altra, siamo andati un po’ lunghi con le proposte della seduta e siamo ormai a un quarto d’ora dall’oscurità. Cacchio: e gli altri gruppi? “Domani, Maxennes! Ore 8 iniziamo allenamento. Puntuali”. Cazzarola, così non riesco ad allenarmi domani, oppure…vado alle 6 del mattino! Vediamo…

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