martedì 2 dicembre 2014

Primerio dia en L'Habana

Primero dia

Sveglia, corsa sul Malecon e poi via, di corsa, allo stadio Pedro Marrero, per la lezione mattutina e l’allenamento pomeridiano. Tutto d’un fiato, tutto senza sosta, ma tutto positivo, molto positivo. Ora però riprendiamo fiato e qui, sul mio letto, nella casa particular che ci ospita, ripercorriamo a ritroso la giornata, giusto per fissare nella mia mente gli accadimenti, per cercare di rianalizzare ciò che oggi ho solo “fatto”, ma che ora vorrei rendere “vissuto”. 
Dunque, si diceva: sveglia ore 7 e in un quarto d’ora col prof mi ritrovo sul Malecon, questo grande viale che corre lungo la baia della capitale, a doppia corsia per senso di marcia, con un largo marciapiede battezzato anni fa nostra “pista per la corsa”. Le onde alte che si infrangono sugli scogli mi bagnano coi loro schizzi, mascherando così il sudore che copioso adorna il mio volto e il mio busto, un po’ per l’umidità della giornata, un po’ perché il prof va a mille e stargli dietro è super allenante!!! ‘Azz, che treno: la corsa rigenerante di oggi, strutturata per riattivare il nostro corpo dopo le 11 e più ore di viaggio di ieri con lui a dettare il passo diventa una seduta aerobica ad alta intensità, ma son contento così. Mi piace veramente da matti correre con il mio prof preferito! Sudati, anzi bagnati dalle onde alte dell’oceano, rientriamo a casa, doccia e caffè del nostro nuovo padrone di casa, Eujenio, un ragazzo di 32 anni che sembra mio nonno, simpatico e gentilissimo, che insieme alla moglie Olga gestisce questa casa particular sita in Calle Industria, a due passi dal Campitolio. Docciati e rifocillati, si parte: io e Silvio da soli, condizione costante di tutto il resto della missione capirò più tardi (nota aggiunta in seguito, rileggendo n.d.a) ci muoviamo verso l’estadio Pedro Marrero, dove ad addenderci ci sono 14 allenatori che saranno la nostra classe per i prossimi tre giorni. Alcuni, molti, li ho già visti, li ho già incontrati, per cui mi sento subito a mio agio, sono subito “a casa” anche in questo lato di mondo e in breve iniziamo a introdurre il nostro corso, che, dopo le prime domande da me poste ai mister, per capire i livelli di conoscenze degli stessi, capiamo subito dovrà essere stravolto! La nostra idea di proporre un approfondimento legato all’insegnamento dei principi della tecnica applicata, attraverso i quali continuare il lavoro di stimolo dello sviluppo positivo di tutte le aree che concorrono alla definizione della personalità di un bambino, si rivela presto inadatto, prematuro, per questo gruppo: bisogna fare non uno, ma tre passi indietro, per proporre loro qualcosa di utile, di fruibile, di adatto. Uno sguardo col prof, due parole in italiano per non farci capire e…via, si cambia! Partiamo da loro, sentiamo le loro esigenze, sentiamo i loro problemi reali sul campo e attraverso le risposte che saremo chiamati a fornire cerchiamo di affrontare le quattro aree! Questa la nostra decisione e…alla grande! La lezione scorre veloce, intensa e con grande partecipazione da parte di tutti, ma il bello deve ancora venire ed è, come sempre, il campo: 30 bambini, di età differenti, dagli 8 agli 11 anni, sono il “materiale umano” che ci mettono a disposizione i mister locali; 10 palloni, una trentina di coni, il “materiale a nostra disposizione e con questi bambini riusciamo a dar vita ad una splendida seduta di allenamento sulla guida della palla, coinvolgendoli tutti in un gruppo solo, tenendo alta l’attenzione di tutti e ricercando, in ogni fase, il miglioramento del gesto tecnico della guida e di tutte le aree. Insomma,uno spettacolo e questa cosa mi fa capire quanto sia importante per me allenatore avere un Silvio come assistente in campo: fundamental!!!

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