mercoledì 2 maggio 2018

In campo

IN CAMPO
Ce lo aspettavamo, lo sapevamo in effetti, ma si rimane sempre male quando poi la supposizione diventa realtà: in questa scuola le cose non vanno bene da un po’ di tempo, Alexei non riesce a fare allenamento, non ci danno il campo, non ci permettono di entrare in palestra per svolgere l’attività (e qui l’inverno non ti permette certo di giocare all’aperto. Ora siamo a fine aprile e, cacchio, ci sono 6 gradi alla mattina quando usciamo a correre!!!), ci nascondono, letteralmente i bambini. E oggi non è andata diversamente: il primo gruppo, quello dei grandi, più “indipendenti”, si è presentato e dopo un gioco con noi ha svolto il suo bell’allenamento col nostro mister, ma il gruppo dei piccoli, che doveva essere il nostro, quello che avremmo dovuto curare io e Juri, non si è presentato. “Sono dal dottore”, ci ha detto prima la segreteria del direttore, che è un po’ la reggente qui dentro; “sono a teatro” ha sottolineato dopo che noi abbiamo insistito. Insomma, sono dappertutto, tranne che dove vorrebbero essere, ossia in campo. Già, perché i bambini vogliono, o meglio vorrebbero, giocare: quando siamo arrivati questa mattina erano già pronti, vestiti Inter, contentissimi di vedere Juri, emozionati nel vedere me, new entry da queste parti, e ansiosi di giocare, tanto che con un paio ci siamo messi a palleggiare mentre aspettavamo di essere ricevuti. Ma la direzione della scuola, non si capisce perché, fa di tutto per ostacolarci e impedire ai bimbi di partecipare all’attività inter campus prevista bisettimanalmente per tutti loro, costretti in questa scuola che chiamano Internat, una specie di collegio, dove vivono tutte i loro giorni, poiché o orfani, o abbandonati dalla famiglia, oppure perché inseriti qui non potendo i genitori prendersi cura di loro. Insomma, sfiga su sfiga, neanche a calcio riescono a giocare. E noi, ahimè, non riusciamo, non siamo ancora riusciti, a cambiare le cose e riuscire a dare una svolta positiva, per lo meno per tre ore alla settimana, alla vita di questi bambini. Be', ma inter campus non ama le cose facili, quindi...non si molla, è qui che dobbiamo far la differenza.


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