domenica 31 dicembre 2017

In Base

LA BASE
Muri grigi più bassi di quelli che mi immaginavo poco fa, quando Juri mi ha chiesto cosa pensavo di trovare, blocchi di cemento, pile di gomme bianche e rosse, filo spinato da tutte le parti e torrette a circondare il perimetro: ecco il benvenuto riservatoci all’arrivo alla base. Mi immaginavo una situazione simile, ma esserci dentro mi fa un certo effetto. Come mi fa effetto essere scortato in ogni mio movimento da due Lince con tanto di soldato in torretta armato di mitragliatrice, uno davanti e uno dietro, e da vari soldati armati come se dovessimo assaltare chissà quale rifugio di combattenti. Questo effetto diventa poi rottura di c…o quando durante il briefing “di benvenuto” in cui mi spiegano cosa succede in caso di attacco alla base e cosa devo fare (tranquillo, sono tranquillissimo) per salvarmi le chiappe, mi dicono anche che non posso correre da solo. Ho bisogno della scorta. E che palle!!! Volendo andare domani molto presto, visto che poi abbiamo attività alla scuola, non mi va proprio di costringere qualcuno alla sveglia anticipata per venire a correre con me, ma appena chiedo se posso correre la mattina, scatta subito “l’operazione scorta maratoneta” e ci affibbiano un cinquantenne attivissimo, che, per lo meno all’apparenza, si dice contento del compito che gli è stato dato. Contento tu…”Ok, ragazzi, domani mattina ore 6:30 pronti a muovere”, ci dice salutandoci. Non sbatto i tacchi, salutandolo con la mano destra sulla fronte, per non rischiare di essere preso per “blasfemo”, però il suo modo di congedarmi mi “carica” come direbbe Lorenzo. Via allora, in branda, domani la sveglia sarà peggio di quella milanese. 

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