mercoledì 11 ottobre 2017

Here in tel aviv

Parlando con "occhi" da turista, tra tutte le città del mondo che ho il piacere di visitare, di conoscere grazie a Inter Campus, questa, ossia Tel Aviv, è una di quelle dove mi piace stare di più: le spiagge lunghe, il lungomare ampio dove da sempre ci si allena alla grande, la vita alla sera, le sue mille culture mixate insieme, la millenaria Jaffa lassù, che domina mare e la città nuova...un po' tutto mi piace di questo posto, nonostante normalmente preferisca città storiche, città da visitare, da vedere, da vivere zaino in spalla e sguardo in su, affascinato da questo monumento romano, o da quel palazzo medioevale, che certo qui non posso trovare, eppure...eppure a meno di un'ora c'è Gerusalemme, la più "mistica" città del mondo, per cui anche quella esigenza, quel bisogno turistico di conoscenza, può essere facilmente risolto.
Parlando invece con "occhi" da intercampista, Tel Aviv non vince certo il premio di città Inter Campus perfetta, ma tutte le difficoltà, i problemi, i casini parte quasi fondante di questa realtà, le permettono di salire sul mio personalissimo podio. C'è da lavorare, c'è da lavorare tanto, ogni volta che si torna qui sembra di essere alla prima missione, ma...ce la si farà! Gli allenatori, intanto, stanno crescendo: anno dopo anno sia Ema che Arturo stanno diventando sempre più bravi e capaci di gestire un campo secondo le nostre esigenze, quindi con attenzioni che esulano dal semplice discorso tecnico, tanto che son convinto tante società delle nostre parti si bacerebbero i gomiti se li avessero nei loro staff, e anche a Gerusalemme le nostre due ragazzine Rozy e Beisan stanno mano a mano prendendo forma e imparando a conoscere il mondo dell'allenamento, quindi...quindi, come scrivo sempre, i problemi sono fuori dal campo, a volte sono più grossi del campo stesso, per cui non possiamo far altro che pedalare dentro e fuori quel rettangolo verde e provarci. 

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