mercoledì 12 giugno 2013

Brasile: Rio de Janeiro 2013

Brasile 2013: Rio de Janeiro!

3,2,1... vamo a descobrir Rio!!! Rieccoci in marcia, con la piacevole sorpresa in questo viaggio di essere tre allenatori, diversamente dal solito che siamo sempre in due: io, Juri e Gabri, per cercare di allenare più bambini possibile in questi sette giorni a nostra disposizione. Che trio! Ovviamente accompagnati da Aldo, carichi di entusiasmo siam partiti ieri sera da Milano, per ritrovarci ora, sono le 8 del mattino, un po' in coma a riposarci in hotel, prima di andare ad allenarci, almeno io e bimbo juri, e aspettare a mezzogiorno Del per iniziare la sequenza di visite nelle varie favelas di Rio dove siamo attivi con i relativi allenamenti. Bene, bene: son contento! Il Brasile esercita sempre un fascino particolare su di me: sarà il sangue della nonna, sarà la grandiosa esperienza vissuta nella foresta, sarà la simbiosi unica del Paese con il calcio, sarà per chissà quale motivo, ma qui mi piace da matti venire a giocare/lavorare, un po' come nella "mia" Africa. Vamo, allora. Che il Brasile abbia inizio.

p.s. nota postuma: Gabri invece e' venuto a correre e ha anche fatto un bel lavoro. Avanti così ora, ciccio!

11 giugno

Pronti? Via...no. Niente via. Partenza falsa. Primo allenamento annullato, causa mancanza di sicurezza in favela. Nel nucleo dove saremmo dovuti andare oggi, infatti, Baixo do Zapateiro, c'è stata una sparatoria ieri e una persona è stata uccisa, per cui nella giornata odierna tutta la favela è stata presidiata dalla Policia che ha ristabilito la calma, ma ha portato con essa una situazione di forte tensione, che poco si sposa con il nostro intervento, per cui si è deciso di sospendere tutto. "Todo tranquilo. Muito tranquilo..." dice Del "ninguem en la rua. Nao es normal" per farci capire che pur tranquillo, l'ambiente è lontano da quello classico con cui entriamo normalmente in contatto. Ambiente classico cioè sentinelle armate agli angoli degli ingressi alla favela, giovani che perlustrano le strade a bordo di moto armati di fucili più grandi di loro, guardie che comunicano tra loro per mezzo di walkie talkie per avere sempre tutto sotto controllo e un sacco di altra gente in giro a far pulsare di vita la favela, a riempire le strade a render...normale la giornata. Ecco, oggi questa normalità è stata spazzata via dall'insediamento della policia, che ha impedito il normale trascorrere del giorno, tenendoci fuori dal nostro campo, lontani dai nostri bambini, costretti a casa, asserragliati, nascosti, piuttosto che per strada. Peccato. Domani spero si possa recuperare. 
Nel frattempo, con tutta la giornata davanti e la fortuita coincidenza della nazionale italiana presente a Rio per un'amichevole contro Haiti in vista dell'imminente confederation cup, decidiamo di andare allo stadio San Jenuario, lo stadio del Vasco, per assistere a quella che pensiamo essere una scampagnata allenante e per noi istruttiva e che invece si rivela al termine dei 90 minuti una figuraccia inimmaginabile:2-2 con la squadra azzurra incapace di una benché minima trama di gioco, lenta, imprecisa, indolente, fastidiosa, al punto che al pareggio Haitiano abbiamo esultato! Se quei 22 pirla devono rappresentare il nostro calcio nel mondo, il nostro modo di intendere, vivere, essere il calcio, preferisco associarmi ad altre idee calcistiche più povere, umili, ma sicuramente più pure e sincere. Grande Haiti!
Ora coma nel letto, con i due bimbi cellulare dipendenti (incredibile la frequenza con cui osservano quello schermo, toccano quei pulsanti, ricercano la rete o fanno foto; Gabri, o Mario Rossi, poi è dipendente totalmente da quella roba! Per me deve disintossicarsi come un eroinomane. Spaventoso) intenti a smanettare sul loro aggeggio in attesa dell'arrivo di Del. Io quasi quasi declino e dormo fino a domani saltando cena...son troppo stanco!!!

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