giovedì 30 agosto 2012

Brasile 29 Agosto

29 Agosto

"Ma come cacchio fanno ad esportare campioni in giro per il mondo, questi?". Con questa domanda di Juri chiudiamo l'allenamento con i gruppi dei piccolini, sorta naturalmente dopo averli avuti in campo e aver loro proposto esercitazioni, giochini molto semplici, elementari, con bassissimo coefficiente di difficoltà, ma con esiti deludenti. Abbiamo infatti modificato le proposte che avevamo preparato in corso d'opera, dopo esserci resi conto delle difficoltà, più volte nel corso della seduta, al fine di garantire a tutti, comunque, divertimento e possibilità di riuscita, ma ovviamente ci siam chiesti il perché di questa loro scarsa predisposizione all'allenamento. I cinesini sono oggetti sconosciuti, da schiacciare, non da evitare, le consegne del mister son ordini complicatissimi, i tempi di gioco dettati dal profe sono limiti alla loro naturale amarchia...insomma, questi bambini sono abituati a tutto, fuorché ad allenarsi, pur comunque dimostrando di divertirsi nel corso della seduta, di voler seguire le nostre indicazioni, di apprezzare le nostre correzioni. Semplicemente non sono educati all'allenamento come lo intendiamo noi, quindi..."come cacchio fanno questi ad esportare campioni in giro per il mondo"? Non perché solo il nostro modo di intendere, di concepire il calcio, di educare al calcio, sia utile. funzionale al miglioramento, alla crescita del giocatore, lungi da me un simile pensiero, ma certo c'e' bisogno di un lavoro completo, di una programmazione, di uno studi per intervenire nel miglior modo possibile, per crescere giovani calciatori; non può bastare un riscaldamento misturando mille e più esercizi, con obiettivi differenti, e una partita finale. Cacchio, non può bastare! Eppure...quanti fenomeni hanno allietato i nostri occhi, nelle partite del nostro campionato, con le loro giocate, le loro invenzioni, il loro futebol? Quindi? solo dono naturale, di questi giocatori? Solo istinto? Mah...Con la testa sormontata da punti interrogativi scendiamo in campo noi, dopo i bambini, per la consueta, ormai, partita con gli allenatori locali: Luciano in porta, Aldo, Juri, Augusto, io e Del, contro il resto del mondo! Con noi, per evitare collassi cardio circolatori in alcuni dei miei compagni, anche Marcelo, pronto ad entrare e dare respiro a qualcuno (leggasi Aldo ed Augusto...). Partita ovviamente divertentissima, anche di buon livello, combattuta fin quasi la fine, stravinta da noi nel finale per la freschezza atletica di "qualcuno"...Spettacolo! Il gioco del calcio e' la cosa più bella al mondo!!!
Terminata la peladinha, dopo la rapida doccia, trasferimento con tutti i nostri allenatori in churrascaria, per un terzo tempo all'altezza di quelli della Polisettimo, con carne di gran qualità, buona birra e un sacco di risate. Bellissimo: questi legami, queste amicizie che crea la palla, che crea inter campus, mi emozionano sempre, dall'Africa, al sud America, ovunque prendano forma. Mondi diversi, lontani, che entrano in contatto e si scoprono, grazie a quell'attrezzo sferico che ci unisce. Rimaniamo quindi fino a tardi io e Juri al tavolo con loro a parlare...ovviamente di calcio e riscattiamo così l'immagine negativa che avevano i nostri degli italiani, da loro considerati puzzoni, antipatici, per nulla disposti ed aperti al dialogo (cazzo, hanno ragione loro!), sentendoci dire al momento dei saluti che "siete anche voi brasiliani come noi"! Anche se sono Italiano, la cosa mi ha fatto piacere, per lo meno sapendo quanto loro siano fieri della loro "brasilianita'" e quanto si sentano superiori ai più per questo motivo.
Felice e sereno, quindi, posso ora infilarmi nel letto, sperando che la mia serenità contagi in qualche modo anche la mia fanciulla, a miglia di chilometri di distanza, che in questi primi giorni di lavoro post ferie e' tutto, fuorché felice e serena. Ma tra poco arrivo!!!

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